Elio Germano a Messina: “Imparare a stare nei panni altrui costruisce la pace”

Elio Germano a Messina: “Imparare a stare nei panni altrui costruisce la pace”

Emanuela Giorgianni

Elio Germano a Messina: “Imparare a stare nei panni altrui costruisce la pace”

domenica 08 Giugno 2025 - 07:30

In città due giornate di cinema, musica e cultura per l’anteprima del SalinaDocFest

MESSINA – In occasione dell’anteprima tutta messinese del SalinaDocFest (15-20 luglio 2025), nelle giornate del 7 e dell’8 giugno, la città si riempie di eventi culturali. Tra i tanti appuntamenti, vi è un ospite d’onore speciale: Elio Germano.

Germano

Alla Multisala Apollo, l’attore – recentemente insignito del David di Donatello come Miglior attore protagonista per la sua interpretazione nel film “Berlinguer – La grande ambizione” – ha riflettuto, con Marcello Sorgi (autore di “San Berlinguer: L’ultimo capo del popolo comunista”) e Giovanna Taviani (direttrice artistica del festival eoliano), sulla responsabilità morale delle parole, in rapporto alla figura storica di Berlinguer e al tema del Festival: “Nuove Parole – Nuove Immagini”.

Il potere delle immagini

Germano sottolinea subito il valore dell’immaginario cinematografico: “In tanti, più che mai nella nostra epoca, riescono a fruire con maggiore semplicità delle immagini che non delle parole. Spesso sono le immagini cinematografiche a spingere l’attenzione verso i testi, i documenti, le testimonianze. Dobbiamo, quindi, renderci conto di quanto sia importante il potere delle immagini, capire cosa voglia dire passare da una immagine a un’altra, cosa comunica un campo largo piuttosto che un primo piano, un corpo in movimento e non seduto, una scena prima di un’altra. Si tratta di uno strumento di comprensione del reale fondamentale”.

Il mettersi nei panni degli altri

“Il mio mestiere – continua Germano – consiste nel mettersi nei panni degli altri, ma questo, in realtà, non è altro che un gioco che da bambini sappiamo fare tutti. Poi lo dimentichiamo, quando, invece, dovremmo continuare a coltivarlo, prima di tutto a scuola. In questo nostro tempo, in cui vige imperante l’atomismo, la separazione gli uni dagli altri, ne abbiamo bisogno più che mai. Nell’esercizio a calarci nei panni degli altri possiamo trovare uno strumento di Pace, una soluzione per affrontare le dolorose tragedie che stiamo vivendo”.

È il sovrintendente Rosario Coppolino a consegnare all’attore il Premio SalinaDocFest – Fondazione Messina per la Cultura.
E, poi, si continua a discutere.

Germano

Il valore della collettività

Spiega, ancora, Germano: “Abbiamo perso il vero senso della politica, il cui nome deriva dal greco polis, a significare quell’idea di comunità, di cultura collettiva, alla cui dissoluzione sembra lavorare la nostra attualità. Ci hanno insegnato questo gioco menzognero, il quale racconta che la felicità verrebbe solo dalla vittoria sugli altri, costruendo un modello individualistico di competizione. La nostra esperienza, però, conferma il contrario: nella vita ciascuno di noi sperimenta che la felicità vera arriva dalla scoperta dell’altro, dall’incontro con l’altro. La propaganda martellante che riceviamo vuole cancellarlo, vuole dimenticare quante persone sono state in carcere, hanno perso la vita, per difendere questa collettività, fatta di uguali diritti come voleva la nostra costituzione. Ora c’è una inversione di massa, si parla di differenza, di confini, di chi è più degno di altri. Il lavaggio del cervello, attuato dal potenziale mediatico, è così forte da assalire il nostro immaginario e farci quasi vivere in tale dimensione virtuale capace di avere la meglio sulla realtà della nostra esperienza”.

Germano

Comunismo-Unione-Libertà

“Tre sono i termini – conclude Germano, con parole dal grande peso politico – il cui significato è stato stravolto di più nel corso della storia. La prima è comunismo: nasce dall’idea di bene comune, per cui qualsiasi realizzazione non può non passare dalla pluralità. È la forza che ha liberato l’Italia e ha lottato affinché questa libertà perdurasse, senza cedere alla vendetta e garantendo i diritti di tutti, anche di quelli che la contrastavano. Adesso, invece, sta a rappresentare lobby di potere, lobby economiche che proteggono se stesse. Accanto a comunismo, poi, la parola unità. Molto cara a Berlinguer, era una unità possibile solo nell’incontro tra punti di vista discordanti. Nelle assemblee, per esempio, dovevano essere i gruppi in disaccordo a redigere il comunicato finale, proprio per mantenere unità. E, infine, libertà. Libertà che nasceva dalla consapevolezza della dittatura, un comunismo delle libertà, il cui unico ma reciproco vincolo era la libertà dell’altro. L’unica cosa che non siamo liberi di fare è sfruttare un altro essere umano”.

A concludere questa intensa discussione, infine, la proiezione del film “Berlinguer – La grande ambizione” di Andrea Segre.

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