Emergenza abitativa, la protesta in stile "La casa di carta" al Comune

Emergenza abitativa, la protesta in stile “La casa di carta” al Comune

Giuseppe Fontana

Emergenza abitativa, la protesta in stile “La casa di carta” al Comune

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lunedì 15 Gennaio 2024 - 13:00

Unione Inquilini e Casa del Popolo hanno organizzato un sit-in e un flash mob a Palazzo Zanca per il "diritto alla casa": "Chiediamo risposte chiare"

MESSINA – Con le maschere di Salvador Dalì rese celebri dalla serie tv la Casa di Carta, intonando “Bella Ciao” e cori di vario tipo, i gruppi di Unione Inquilini e Casa del Popolo hanno manifestato, prima a Piazza Unione Europa, e poi all’interno di Palazzo Zanca, nell’anticamera dell’ufficio del sindaco Federico Basile, per il “diritto alla casa”. Colorati di rosso, decisi ma pacifici, i manifestanti si sono introdotti all’interno del municipio e hanno atteso un incontro, spiegando i motivi che li hanno spinti a organizzare il flash mob e il sit-in.

Antonio Currò: “Vogliamo ribellarci”

Antonio Currò, di Unione Inquilini, ha raccontato: “Siamo tornati in piazza come un paio di anni fa con lo stesso flash mob, scimmiottando positivamente la serie televisiva la Casa di carta, perché molti messinesi abitano in un casa di carta, pur non essendo questo il senso del telefilm. Il senso è quello di una ribellione contro le istituzioni e questo vogliamo fare oggi”.

Currò poi ha parlato di tre episodi in particolare: “Il primo è quello degli alloggi di transito, con famiglie spostate un’altra volta in B&B con servizi scarsi, se non indecenti. Li hanno fatti tornare dopo l’intervento della prefetta, ma resta il problema della precarietà e della temporaneità: le cose temporanee diventano poi definitive a Messina. Noi vorremmo che si facesse un’assegnazione in deroga, oppure che in qualche maniera si passasse a operazioni di social housing, prendendo in affitto alcune case per darle alle famiglie, gratuitamente in un primo momento o a canone sociale”.

“Poi c’è il caso di Zafferia – ha proseguito – con case a mollo nell’acqua, con le fondamenta costruite in una falda acquifera. Queste famiglie hanno muffe e danni alle case, ascensori chiusi per il rischio di restare folgorati. Lo abbiamo segnalato più volte. E infine c’è il caso di sette anni fa dell’occupazione degli alloggi del rione ferrovieri di via Padova. Per disperazione queste famiglie hanno occupato queste case, hanno riaperto, ristrutturato, sistemato gli spazi comuni e reso vivibili questi condomini. Chiediamo al sindaco di avviare trattative con le Ferrovie per acquisire questi alloggi e utilizzare i 23 milioni annunciati dal direttore generale Salvo Puccio arrivati con la modifica del Pinqua, i progetti per la qualità dell’abitare”.

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