I sindaci dell'Ato2 rispondono alla Regione: "Gli incapaci non siamo certo noi"

I sindaci dell’Ato2 rispondono alla Regione: “Gli incapaci non siamo certo noi”

Francesca Stornante

I sindaci dell’Ato2 rispondono alla Regione: “Gli incapaci non siamo certo noi”

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martedì 12 Febbraio 2013 - 20:23

Dopo la dura nota di pochi giorni fa del Dirigente Regionale Lupo, i sindaci che fanno parte dell'Ato2, accusati di essere i principali responsabili della drammatica situazione rifiuti, rispondo con un documento in cui ribattono punto su punto tutti gli attacchi. Chiesto un tavolo regionale.

Un documento durissimo, una risposta lunga e articolata che spiega nel dettaglio molti passaggi chiave dell’infinita emergenza rifiuti in cui ciclicamente cadono i comuni tirrenici che fanno parte dell’Ato2. In calce la firma di 24 sindaci che si sono riuniti in assemblea per discutere del delicatissimo momento che la provincia sta dal punto di vista igienico-ambientale, ma soprattutto per fare quadrato e prendere posizione contro la recente nota del Dirigente del Dipartimento regionale Rifiuti Marco Lupo che nei giorni scorsi ha duramente attaccato i Comuni imputando loro le maggiori responsabilità di questa situazione. A convocare i colleghi del comprensorio il sindaco di Furnari Mario Foti pronto a dare battaglia sulla vicenda rifiuti. Insieme a lui i primi cittadini di Brolo, Librizzi, Oliveri, Novara di Sicilia, Tripi, Villafranca Tirrena, Rodì Milici, Basicò, Castroreale, Monforte S. Giorgio, Montagnareale, Piraino, Torregrotta, Falcone, Terme Vigliatore, Montalbano Elicona, Valdina, Roccavaldina, S. Filippo del Mela, Barcellona P.G., San Piero Patti, Venetico, Rometta.

I sindaci non ci stanno ad essere giudicati “incapaci di garantire una corretta e regolare gestione del ciclo dei rifiuti e, quindi, di assolvere ad una delle funzioni fondamentali assegnate dalla Costituzione agli enti locali” così come scritto nella nota dal Dirigente Lupo. E iniziano l’analisi spiegando che “la situazione emergenziale che da anni affligge i Comuni dell’ATO ME2 si origina da cause ben note che hanno portato alla maturazione di un debito derivante da reiterati bilanci deficitarii e fallimentari, debito per il quale sono ravvisabili precise inadempienze e responsabilità da parte dei vari Governi regionali nel frattempo succedutisi, degli amministratori e dei commissari straordinari della Società d’Ambito e degli inerti commissari ad acta inviati presso la stessa, dei funzionari e dei dirigenti dei vari assessorati i quali, per la loro parte, hanno consentito, per anni ed in modo cronico e continuativo, la drammatica emergenza rifiuti che ha determinato nella Regione Siciliana un enorme debito oggi giunto alle note e drammatiche situazioni di allarme sociale che vedono, da quasi un anno, i lavoratori del settori privi del legittimo compenso maturato”.

Le amministrazioni locali scaricano tutte le responsabilità attribuite dalla Regione intanto perché “sono state da sempre espropriate di ogni potere decisionale e costrette a subire gli interessi poco chiari di quel business che, come risulta anche dalle Commissione parlamentari di inchiesta, si nasconde intorno al ciclo dei rifiuti”. I sindaci contestano la mancata riscossione da parte dell’ATO ME2 delle quote della tariffa, circostanza che ha maturato un debito esorbitante nei confronti delle ditte creditrici nelle quali si annidavano, peraltro, vistosi conflitti di interesse, sia sotto l’aspetto della gestione dei rifiuti che sotto il profilo della riscossione dei crediti. Poi la stipula del relativo contratto di appalto per un importo di 50 milioni di euro con la Dusty s.r.l. per l’affidamento del servizio di gestione integrata di rifiuti avvenuta, spiegano, in mancanza dei presupposti di legge ed in violazione delle norme vigenti, come reiteratamente denunciato dal Comune di Brolo, nel silenzio delle competenti istituzioni regionali. S aggiunge la mancata approvazione da parte dell’ATO ME2 dei bilanci dal 2009, dunque impossibilità di riconoscere crediti. E poi l’assoluto silenzio di fronte alle tante richieste di convocazione delle assemblee dei comuni soci per trattare per tempo le varie problematiche per evitare di arrivare a questo punto di non ritorno. In un passaggio ricordano la situazione in cui sono costretti a lavorare gli operatori con ben 12 mesi di ritardo sugli stipendi e in condizioni igienico-sanitarie spesso ai limiti della decenza. Ma il problema non può essere risolto, continuano a spiegare, con la sottoscrizione di accordi contenenti “pattuizioni leonine” a danno dei propri bilanci, quando sussistono forti dubbi sulla entità degli importi affettivamente dovuti, sulla correttezza delle tariffe applicate, sulla natura e qualità dei servizi svolti, sulla legittimità delle autorizzazioni regionali da parte di chi gestisce l’invaso della discarica. Così come ci tengono a precisare che il ricorso alle ordinanze cosiddette di emergenza (art. 191) aspramente contestate da Lupo sono state necessarie proprio per fronteggiare situazioni insostenibili in mancanza di un piano serio per la gestione dei rifiuti.

Una la richiesta indirizzata al Presidente Crocetta. L’immediata convocazione di un tavolo politico-tecnico con il governatore e con l’Assessore Regionale dell’Energie e dei Servizi di Pubblica Utilità per trovare una adeguata soluzione sulla scorta di un percorso condiviso e negoziato con i sindaci e le altre parti e non, per contro sia frutto di una disinformata scelta verticistica che, come avvenuto nel passato, ha fatto dell’emergenza rifiuti una triste ed irrisolta “normalità” siciliana.

Intanto però i Comuni di Villafranca, Saponara, Rometta, Venetico, Valdina, Spadafora e Roccavaldina hanno deciso di mettere le mani in tasca e anticipare delle somme per il pagamento diretto dei lavoratori. In questo modo il servizio di raccolta dovrebbe riprendere in queste ore dopo giorni di stop della raccolta che hanno letteralmente messo in ginocchio i Comuni invasi da tonnellate di immondizia. (Francesca Stornante)

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