Capo Alì: "Le Istituzioni preposte alla sicurezza continuano tragicamente a giocare con la vita delle persone"

Capo Alì: “Le Istituzioni preposte alla sicurezza continuano tragicamente a giocare con la vita delle persone”

Giusy Briguglio

Capo Alì: “Le Istituzioni preposte alla sicurezza continuano tragicamente a giocare con la vita delle persone”

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giovedì 05 Novembre 2015 - 09:09

Intervengono sulla vicenda dell'ultima frana avvenuta martedì nel tardo pomeriggio Giacomo Di Leo, coordinatore provinciale del Partito Comunista dei Lavoratori, Giovanni Interdonato, per il Comitato No Frane della riviera jonica, Francesco Urdì per la CUB Messina e Nino Miceli, Presidente del Movimento “Aiutiamoci Noi”. Il Capo rimane intransitabile almeno per un’altra settimana, ma sui tempi di riapertura c’è molta incertezza. Bisogna infatti fare i conti anche con la situazione all’ingresso nord del paese di Alì Terme

Sopite, ma mai sparite, ritornano più forti di prime le proteste per la vergognosa condizione di Capo Alì. L’ultima frana si è verificata nel tardo pomeriggio di martedì: dalla montagna si sono distaccati grandi massi che hanno sfondato le reti e invaso la carreggiata. Mesi intensi e fortunati per la riviera jonica dove solo il caso ha impedito che si consumasse una tragedia. Dal costone roccioso, intanto, continuano a cadere “avvertimenti” e percorrere quel tratto della Statale 114 è diventato un incubo per gli automobilisti che, a ragione, temono il peggio anche di fronte a una leggera pioggerellina. La rabbia e l’indignazione dei cittadini del comprensorio non possono più essere contenute, sostenuti dalle organizzazioni e associazioni del territorio.

“Che fine ha fatto il monitoraggio di Capo Alì promesso dal Genio Civile all'ultimo tavolo tecnico in Prefettura?”. A chiederselo sono Giacomo Di Leo, coordinatore provinciale del Partito Comunista dei Lavoratori, Giovanni Interdonato, per il Comitato No Frane della riviera jonica, Francesco Urdì per la CUB Messina e Nino Miceli, Presidente del Movimento “Aiutiamoci Noi” che, dopo le ultime vicende, hanno promosso una raccolta firma per presentare un esposto alla Procura per denunciare la situazione di pericolo in atto.

“Le Istituzioni preposte alla sicurezza di questa strada continuano tragicamente a giocare con la vita delle persone – hanno dichiarato -. Come avevamo già previsto alcuni giorni fa, la riapertura di Capo Alì di per sé non ha risolto il problema, che è strutturale in quel tratto di strada. Le reti per l'ennesima volta si sono dimostrate rattoppi ridicoli”.

Servono interventi strutturali e definitivi: “Una galleria paramassi, chissà perché se ne parla sempre ma non si fa mai. Forse qualcuno o qualche istituzione ha bisogno di morti prima che di muoversi? Servono progetti a medio e lungo periodo, come la realizzazione di strade intervallive a monte della Statale 114, con spostamento a monte della ferrovia finalmente con il raddoppio”.

Ma al momento per Di Leo e colleghi la priorità è la messa in sicurezza della strada esistente e la costruzione di una rampa di accesso all’a18 Messina-Catania, situata tra Itala e Scaletta Zanclea, da utilizzare come via di fuga in caso di interruzione della viabilità sulla Statale.

Intanto il Capo rimane intransitabile almeno per un’altra settimana, ma sui tempi di riapertura c’è molta incertezza. Bisogna infatti fare i conti anche con la situazione all’ingresso nord del paese di Alì Terme dove martedì, in tarda mattinata, la collina di fronte all’ex stabilimento termale Granata-Cassibile minacciava di cedere e il transito sulla Statale era stato preventivamente interrotto. Un provvedimento che si è rivelato provvidenziale.

Giusy Briguglio

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