Esplosione a Barcellona: s'indaga per strage. I nomi. Si teme sesta vittima

Esplosione a Barcellona: s’indaga per strage. I nomi. Si teme sesta vittima

Alessandra Serio

Esplosione a Barcellona: s’indaga per strage. I nomi. Si teme sesta vittima

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giovedì 21 Novembre 2019 - 09:38

Prime ipotesi sulle cause dell'esplosione, si indaga sui lavori di messa in sicurezza della fabbrica. Oggi il riconoscimento delle vittime.

E’ ancora un via vai di mezzi a Femminamorta, intorno le casematte dell’azienda Costa dove ieri pomeriggio poco dopo le 16.45 è avvenuta la tragica esplosione che ha causato una vera e propria strage. Nella notte, insieme ai Vigili del Fuoco hanno lavorato anche i genieri per mettere in sicurezza il resto degli edifici e rendere inoffensivo il materiale esplodente che c’era ancora nei fabbricati. E stamane sia i pompieri che gli uomini del Genio sono ancora all’opera. S‘indaga per omicidio plurimo e violazioni di sicurezza.

Intanto in Procura a Barcellona il procuratore capo Emanuele Crescenti ha convocato una riunione con tutte le forze a lavoro per ricostruire esattamente cosa è accaduto, e avviare i prossimi accertamenti. Il fascicolo ipotizza la strage colposa e il primo passo è anche quello più doloroso, stamane. Ai pochi resti ritrovati tra le macerie, i corpi senza vita e carbonizzati di chi non ce l’ha fatta, c’è da dare un nome. Toccherà quindi ai familiari effettuare il riconoscimento dei loro cari che non ci sono più.

Insieme a Venera Mazzeo, la moglie 71enne del titolare, sono già stati individuati i resti di Vito Mazzeo, 23 anni, e Giovanni Testaverde, 34, originario di Merì. Quando è accorso al Pronto soccorso di Milazzo, l’anziano padre è svenuto per il dolore. E’ morto anche Fortunato Porcino, 31 anni.

Riconosciuto anche Moahmed Taeher Mannai, 39 anni. Il tunisino era stato estratto miracolosamente vivo dalle macerie, oltre due ore dopo l’esplosione. Le sue condizioni erano comunque gravissime, e la corsa in ospedale non è bastata: non ce l’ha fatta ed è morto poco dopo l’arrivo al Fogliani di Milazzo. L’uomo era arrivato a Barcellona da qualche anno, aveva cominciato a lavorare e voleva costruirsi una nuova vita con la propria famiglia, che ora vuole sapere cosa è accaduto, ieri pomeriggio.

Il bilancio ufficiale al momento è di cinque vittime, ma all’appello manca ancora un altro disperso, quindi è probabile che il numero delle persone uccise dall’esplosione fatale salga ancora.

Si è salvato invece, il figlio di Venera e Vito Costa. Antonio Costa è stato trasferito nella tarda serata di ieri da Milazzo all’ospedale di Palermo perché le sue condizioni si sono aggravate. Sembra stare meglio Antonino Bagnato, della ditta che stava eseguendo i lavori di adeguamento dell’impresa.

Proprio i lavori di messa in sicurezza sono al centro degli accertamenti della magistratura. La prima ipotesi, avvalorata dalle testimonianze raccolte a caldo e dai rilievi dei Vigili del Fuoco, parla di una scintilla partita da una saldatrice all’opera sui cancelli in ferro. Le scintille avrebbero raggiunto la polvere pirica che è esplosa. Il primo impatto ha causato un’onda d’urto molto forte che ha danneggiato gli altri casotti, e probabilmente causato almeno un’altra esplosione.

I due boati in sequenza, fortissimi, sono stati sentiti a molti chilometri di distanza, sia alle porte di Milazzo da un lato che al centro di Barcellona e Terme Vigliatore dell’altro.

L’impresa nei giorni scorsi era stata controllata dall’ispettorato che aveva chiesto l’adeguamento dei locali. Proprio per questo, ieri, la ditta Bagnato lavorava all’interno delle case matte. Il dossier di questo sopralluogo sarà acquisito dagli investigatori.

Circa 20 anni fa la stessa impresa aveva subito una esplosione molto potente. Fortunatamente in quel caso l’incidente non aveva causato vittime.

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