Al teatro Annibale il G. T. Angelo Maio in "'Pì Cunvinienza"

Al teatro Annibale il G. T. Angelo Maio in “‘Pì Cunvinienza”

Laura Giacobbe

Al teatro Annibale il G. T. Angelo Maio in “‘Pì Cunvinienza”

lunedì 18 Novembre 2013 - 21:11

Un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di teatro popolare, quello con Espressione Teatro, che per la stagione 2013/'14 presenta al pubblico un cartellone altamente accattivante.

Ultima replica, ieri, domenica 17 Novembre, della brillante commedia in due atti “’P’ì Cunvinienza”, in scena al teatro Annibale Maria di Francia per quattro sere consecutive, con la regia di Giovanni De Francesco. Lo spettacolo si colloca nell’ambito della la rassegna Espressione Teatro, fiore all’occhiello del G. T. A Maio e giunta ormai alla trentesima edizione.
Un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di teatro popolare, quello con Espressione Teatro, che per la stagione 2013/’14 presenta al pubblico un cartellone altamente accattivante: classici del calibro di “Mastro Don Gesualdo”, “Il malato immaginario” o “Anfitrione”, che ha aperto con successo la stagione nelle tre date di Ottobre; uno scoppiettante Enrico Guarneri, presente in ben tre dei dieci spettacoli in programma e molto altro ancora.

“’P’ì Cunvinienza”, racconta la simpatica vicenda di Lillo e Lilla Paradiso, magnificamente interpretati da Pietro Barbaro e Maria Saccà. Brav’uomo, generoso ed onesto l’uno, donna di casa oculata fino all’eccesso l’altra, alla morte di una terza sorella acquisiscono la custodia dei due nipotini, che allevano con grande affetto. Vivendo con semplicità e parsimonia, negli anni riescono anche a raccogliere una piccola fortuna, che custodiscono gelosamente. A turbare l’armonia familiare, da Roma giunge la notizia che il nipote maggiore, che vi si trova per motivi di studio, si trova nei guai per una “cos’i’ fimmina”, ossia per una questione di cuore. Innamoratosi di una ragazza ricca, i parenti di lei, di nobile casato, ne ostacolano l’unione. In casa scoppia un parapiglia. Bisogna partire immediatamente per Roma e, per amore del nipote, gli affezionati zii non esitano a sacrificare i sudati risparmi. Cominciano, a questo punto, una serie di esilaranti situazioni, che vedranno i due alle prese con gli eleganti modi di vivere della capitale, completamente diversi dal semplice stile di vita della campagna sicula. Dovranno confrontarsi con le prepotenze e l’alterigia dei familiari della ragazza, ma con il buonsenso e la pazienza riusciranno in fine a conquistarne l’arido cuore ed due innamorati potranno essere liberi di stare insieme. Il tutto dunque si risolve per il meglio, con il trionfo della giustizia e la dimostrazione che la vera ricchezza risiede nella bontà d’animo e nell’affetto delle persone care.
Questo il potere del teatro popolare: la capacità di portarci indietro nel tempo e farci rivivere quelle epoche lontane in cui onestà e moderazione erano alla base del vivere civile, in cui un uomo onesto si faceva vanto della propria onestà, di lavorare per guadagnarsi il pane, di difendere la propria famiglia, di aiutare chi lo chiedeva senza pensare ad un tornaconto e di confidare sempre nella Provvidenza, di fronte alle piccole o alle grandi difficoltà. Dal 1980 il Gruppo Teatrale Angelo Maio lavora con passione per dare lustro a questo genere, puntando proprio sulla convinzione che, oltre a divertire, il teatro popolare possa ancora farci proficuamente riflettere sulle nostre vite e magari offrirci un piccolo insegnamento per guardare al mondo con occhio nuovo.

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