Europee: Genovese sceglie la Lega, F.I. è divisa, il Pd azzoppato

Europee: Genovese sceglie la Lega, F.I. è divisa, il Pd azzoppato

Rosaria Brancato

Europee: Genovese sceglie la Lega, F.I. è divisa, il Pd azzoppato

martedì 07 Maggio 2019 - 07:00

A 20 giorni dalle urne vediamo gli ultimi movimenti nei partiti. Le elezioni cambieranno molti scenari

Più che negli anni scorsi le Europee avranno conseguenze negli equilibri politici nazionali. La tenuta del governo giallo verde, al di là delle dichiarazioni di facciata, dipende dall’esito delle urne ed anche in Sicilia, dove Musumeci ha scelto di non impegnare ufficialmente Diventerà Bellissima con nessuna lista, il dopo Europee avrà conseguenze sull’ormai prossimo e inevitabile rimpasto. Allo stesso modo a Messina, con De Luca che ha schierato l’assessore Musolino nella lista di Forza Italia e sta ottenendo il sostegno dell’Udc, di Sicilia Futura e di consiglieri comunali del centro destra, si assisterà ad un sicuro rimpasto ed ampiamento della giunta (in adeguamento alla recente normativa).

Ma vediamo gli ultimi movimenti a 20 giorni dalle elezioni.

GENOVESE SCEGLIE LA LEGA– I riflettori sono accesi sulla Sicilia per verificare fino a che punto Salvini riuscirà a far lievitare i consensi. Le Europee peraltro avverranno a ridosso della conclusione dei ballottaggi che vedono a Gela ed a Mazara del Vallo due leghisti contendersi la poltrona di sindaco. Che il matrimonio tra Genovese e Forza Italia sia concluso è noto da tempo, ma sulle indicazioni di voto alle Europee dell’ex segretario regionale del Pd, c’era incertezza. Alla fine, anche se non ci sono dichiarazioni ufficiali, la scelta è ricaduta su Angelo Attaguile, l’ex parlamentare catanese è tra i pionieri della Lega ma moderato quanto basta per attrarre anche voti più centristi. Con Attaguile Genovese ha un rapporto di vecchia data ed anche se non ci sono dichiarazioni di voto ufficiali è su di lui che è caduta la scelta dell’ex sindaco di Messina. Nel giro di pochi giorni i fedelissimi genovesiani anche in Consiglio comunale hanno annunciato il voto per la Lega. Dopo il 26 all’Ars si formeranno quasi sicuramente nuovi gruppi in base all’esito elettorale e tra questi anche una sorta di “cuscinetto” del quale faranno parte Luigi Genovese ed i delusi di Forza Italia irritati per le aperture al Pd renziano da parte di Gianfranco Miccichè. Resta da capire come commenterà Lo Monte l’arrivo di Genovese che ha preso di mira in occasione delle Comunali 2018, sebbene Lo Monte come di consueto sia sparito dai radar messinesi dopo le Politiche.

FORZA ITALIA DIVISA– La testa del commissario regionale nonché presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè la vogliono in tanti. Un partito già debole a livello nazionale rischia ulteriori scossoni dopo il 26. La formazione della lista, con sostanziosi ingressi di esterni (come Saverio Romano e Dafne Musolino) e clamorose esclusioni (l’uscente Giovanni La Via) ha causato fibrillazioni e rancori. Il gruppo degli ex An, con il sindaco di Catania Salvo Pogliese, ha fatto le valigie, guardando ad altri lidi. Una parte di ex An voterà Lega, un’altra Fratelli d’Italia che nel frattempo ha festeggiato l’ingresso di uno dei big siciliani come Raffaele Stancanelli (che entrando in lista è andato contro la posizione ufficiale di Diventerà Bellissima, consumando così la rottura con Musumeci). Le Europee saranno quindi una vera e propria conta in Forza Italia tra i fedelissimi di Miccichè e quanti sostengono la sua linea di apertura al centro (ed al Pd renziano) e chi invece pensa ad un centro destra a trazione leghista. A trarne vantaggio saranno i candidati esterni della lista, come Saverio Romano (che incassa il sostegno di La Via) e Dafne Musolino (sostenuta da Udc, Sicilia Futura e parte di autonomisti).

PD AZZOPPATO– Anche i Dem sono alle prese con frizioni interne dopo l’avvio del nuovo corso con la segreteria nazionale di Zingaretti. La scarsa attenzione per Messina ha portato alla rottura del patto federativo tra Pd e Sicilia Futura che aveva fatto lievitare i consensi nelle ultime tornate elettorali, ma anche a Catania ed a Palermo i malumori dei renziani si faranno sentire nelle urne. Se nel Pd c’è chi la pensa come Miccichè su un’alleanza al centro e c’è anche chi potrebbe lasciare il gruppo all’Ars per nuovi lidi, c’è anche chi la resa dei conti la gioca tutta in casa per il controllo del partito. Nel mirino c’è la segreteria regionale di Davide Faraone (di fatto eletto senza primarie e tra non poche polemiche). La corsa per le Europee è a 3 con i renziani che, non avendo in lista un esponente della corrente, hanno puntato sulla capolista ed uscente Caterina Chinnici. L’area Orlando ed il gruppo Cracolici scommettono sull’altra eurodeputata uscente, la giornalista Michela Giuffrida. Il “terzo incomodo” che darà filo da torcere alle due eurodeputate è Pietro Bartolo, il medico dei migranti sostenuto da Raciti e a Messina dal gruppo Navarra-De Domenico. Anche nel Pd, che difficilmente potrà ripetere il risultato del 2014 (con 3 eurodeputati eletti nella circoscrizione), le urne del 26 maggio rappresenteranno un modo per pesare le diverse correnti e per vere e proprie rese dei conti.

Chiuse le urne infatti si apriranno nuove stagioni.

Rosaria Brancato

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