I Promessi Sposi in salsa messinese: "Questo divorzio non s'ha da fare"

I Promessi Sposi in salsa messinese: “Questo divorzio non s’ha da fare”

Rosaria Brancato

I Promessi Sposi in salsa messinese: “Questo divorzio non s’ha da fare”

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domenica 05 Febbraio 2017 - 07:03

Ridiamoci su. Immaginiamo cosa sia potuto accadere in "quel ramo del Lago di Ganzirri" a 3 anni e mezzo dal matrimonio quando i coniugi di Palazzo Zanca decisero di separarsi

Quanto sta accadendo a Palazzo Zanca potrebbe essere raccontato con la fantasia, come se fosse la seconda parte dei Promessi Sposi di manzoniana memoria, riveduta e corretta. Da studenti abbiamo lasciato Renzo e Lucia felicemente convolati a nozze dopo aver superato traversie e tranelli. Immaginiamo i Promessi Sposi 2.0, uniti in matrimonio nel giugno del 2013 che però, 3 anni e mezzo dopo sono in crisi e come per tutte le coppie, finito l’amore, iniziano a volare i piatti.

I Promessi sposi decidono di separarsi perché non c’è più la fiducia tra loro, ma così come nel libro di Manzoni c’era don Rodrigo che vuol impedire le nozze, allo stesso modo a Palazzo Zanca c’è chi è contrario al divorzio e vuol far durare il matrimonio fino alla fine del libro, a pagina 2018. Uniti in matrimonio finché urna non li separi.

Nei Promessi Sposi in salsa messinese l’amministrazione, è termine femminile e le daremo il ruolo di Lucia, mentre il consiglio, termine maschile sarà Renzo.

Il loro è uno sposalizio assai bizzarro ma, tra alti e bassi, baruffe, dispettucci e piccole trasgressioni, il matrimonio è durato per 3 anni e mezzo. Quando però, dopo le feste di Natale i due annunciano l’imminente e probabile il divorzio, in “quel ramo del lago di Ganzirri” è panico. La città è in subbuglio e in tanti mormorano, come i Bravi di Manzoni nello spaventare a morte don Abbondio: “questo divorzio non s’ha da fare, né domani né il 15 febbraio, né mai”.

A Messina però dobbiamo distinguere i Bravi-Bravissimi, che sono i Bravi per antonomasia, i Bravi e Puri, ovvero i parenti di Lucia-Amministrazione, ed i Bravi-ma non troppo, che sono i parenti di Renzo-Consiglio comunale sovente dipinti come indegni o incivili. In questa occasione però, visto che la pensano come i Bravi-Bravissimi vengono considerati Bravi-all’occorrenza.

Un mattino mentre passeggiava per i corridoi di Palazzo Zanca, il buon don Abbondio-Le Donne, intento a ripassare la riforma Madìa, incappò dapprima nei Bravi-Bravissimi e poi nei Bravi-ma non troppo. Entrambi i gruppi furono chiari: “questo divorzio non s’ha da fare”. Per la verità neanche lui se la sentiva di rischiare di lasciare anzitempo la parrocchia. Don Abbondio-Le Donne non amava gli scontri, le prese di posizione nette. Sin dal giorno in cui era entrato in parrocchia aveva dovuto fare l’equilibrista perché aveva legami sia con i parenti della sposa, soprattutto con zio Guido, che con i parenti dello sposo, con il cugino Gianpiero.

“Perdindirindina- disse- ci mancherebbe pure un divorzio con la lite sugli alimenti”.

E provò ad evitarlo. Così come il prete di Manzoni usciva dal cilindro il latino per scoraggiare Renzo, allo stesso modo il nostro don Abbondio usava il burocratese per far votare al Consiglio anche gli atti più incomprensibili. Così fu anche stavolta.

Chiamò i capigruppo e disse: “Sapete voi quanti siano gl'impedimenti dirimenti al divorzio?” e Renzo-Consiglio: “Che vuol ch'io sappia d'impedimenti?” Subito pronto don Le Donne: “ Error, conditio, votum, cognatio, crimen, circolare sub comma 7 DLGS 23, ter, avvalorata dal parere della sub commissione della conferenza intediparimentale istituzionale quater LGSR numero 7, comma 5, sub comma 12”.

Ci cascarono tutti.

I POLLI DI RENZO- Anche nei Promessi Sposi in salsa messinese ci sono i 4 polli di Renzo, che sono in realtà 40. Come quei polli, messi a testa in giù e incuranti o all’oscuro della loro sorte, invece che far “quadrato” si beccano tra di loro. Come il tacchino di Natale di divorzio non ne vogliono sentire parlare e litigano senza guardare dove vanno a sbattere.

L’INNOMINATO- Nel libro di Manzoni è una figura oscura che incombe per impedire il matrimonio. Finisce col redimersi dopo un incontro con Fra Cristoforo, llibera Lucia e fa sposare i due promessi. Nel 2017 a Palazzo Zanca l’Innominato è rappresentato da quellicheceranoprima, figura divenuta mitologica grazie ai sermoni quotidiani di Lucia, dei parenti di Lucia e del Lucia fan club. Dopo 3 anni e mezzo di filastrocca sui poteri malefici di quellicheceranoprima non si capisce però come mai il Bene non abbia ancora trionfato sul Male e come, stando alle lettere di Lucia ed alle proteste di piazza siano ancora arzilli e in ottima salute. Evidentemente neanche l’esorcismo collettivo effettuato da Fra Cristoforo-Accorinti è riuscito nello sconfiggere il Male.

DON RODRIGO-GENOVESE- nel 2013 era contrario al matrimonio tra Lucia e Renzo perché pensava ad un’altra moglie per il Consiglio ma col passare del tempo aveva pensato che in fondo non quelle nozze non erano poi così malaccio, tanto valeva lasciarle fino alla fine del libro.

FRA CRISTOFORO-ACCORINTI- è il buono della storia, che sta al fianco dei deboli e degli ultimi. Il divorzio proprio non l vuole, perché è troppo buono e gli si spezza il cuore a vedere assessori e consiglieri costretti a lasciare il Palazzo. Dopo aver lanciato anatemi contro l’Innominato cambia idea e propone il Patto di fine mandato in modo da far convivere il Diavolo e l’acqua santa in armonia.

PIPPO-AZZECCAGARBUGLI- armato del manuale del perfetto finanziere setaccia bar, ostelli, bike-sharing alla ricerca di scontrini.Azzeccagarbugli-Trischitta dopo essere stato il primo fan di Lucia adesso è per il divorzio e va in cerca delle prove per dimostrare che lei fa la cresta sulla spesa.

L’ADDIO AI MONTI- Straziante l’addio di Luc-a Eller, accompagnato dal Nibbio-vigile urbano fuori dal suo ufficio del Comune. Su una barchetta della Flotta Comunale in mezzo allo Stretto resteranno indelebili le frasi pronunciate da Lucia-Eller con lo sguardo rivolto a Palazzo Zanca: “Addio ufficio che fu di Mantineo e forse porta un po’ sfiga, addio ufficio con il crocifisso alle pareti accanto al poster di Renzi, addio finestre dalle quali tante volte ho visto sorgere l’alba dopo una notte insonne sui conti”. Tra una lacrima e l’altra approfittando della commozione del Nibbio con un gesto rapido Eller si tuffò nelle acque e lesto tornò a riva: “#sietescarsini, non riuscirete a liberarvi di me”. Da quel giorno piantò una tenda coi colori del Pd proprio sotto la finestra del sindaco, dando ogni mattina il buongiorno all’intera famiglia con un post su facebook aggiornandoli sul suo stato d’animo.

In quei giorni intanto Renzo-Consiglio fu additato dalla quasi ex Lucia-Giunta come un monatto (portatore sano di vari reati o difetti). Durante una rivolta contro l’amministrazione di Milano fu denunciato dai parenti di Lucia che lo fecero arrestare.

LIETO FINE- Così come nel romanzo di Manzoni anche nel Promessi Sposi 2.0 c’è il lieto fine. L’Innominato, com’è noto, grazie all’intercessione di Fra Cristoforo si pente delle sue malefatte e libera Lucia. S’incontrano tutti, invece che al Lazzaretto nella Casa di Vincenzo dove è stato riaccolto anche Eller e perdonato, ma solo dopo aver abiurato la sua fede renziana. Tra gli applausi dei Bravi-Bravissimi e dei Bravi-all’occorrenza il coro è: “Questo divorzio non s’ha da fare”.

Renzo e Lucia tornano a vivere sotto lo stesso tetto di Palazzo Zanca, perché come tutte le coppie di lungo corso non saprebbero vivere in altro modo se non quello, litigando e facendo pace, abituati ai difetti ed ai pregi dell’uno e dell’altro.

E finì così, in quel ramo del lago di Ganzirri…..

(P.s- I Promessi Sposi in salsa messinese sono stati scritti anche grazie all’ispirazione della capogruppo Pd Antonella Russo, avvocato divorzista…..)

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. L’unica osservazione istintiva e perfino ovvia è la seguente: se il consiglio manda a casa oggi Renato lo…salva e gli schiude una fulgida “carriera” politica nazionale. Regalandogli l’alibi, la “scaciuni” per essere stato impedito dalle “correnti forti ed ostili” di portare al riparo la nave in tempesta Messina ed i suoi disperati naufraghi, proprio quando stava per attraccare al porto….

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  2. L’unica osservazione istintiva e perfino ovvia è la seguente: se il consiglio manda a casa oggi Renato lo…salva e gli schiude una fulgida “carriera” politica nazionale. Regalandogli l’alibi, la “scaciuni” per essere stato impedito dalle “correnti forti ed ostili” di portare al riparo la nave in tempesta Messina ed i suoi disperati naufraghi, proprio quando stava per attraccare al porto….

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  3. MANCA CARNEADE CHE SI PUO’ BENISSIMO PARAGONARE ALLA CITTA’ E AI CITTADINI

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  4. MANCA CARNEADE CHE SI PUO’ BENISSIMO PARAGONARE ALLA CITTA’ E AI CITTADINI

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  5. Ecco a che serve aver studiato i Promessi Sposi!

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  6. Ecco a che serve aver studiato i Promessi Sposi!

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