Femminicidio di Furci, Lorena torna a casa: lenzuola bianche a Favara

Femminicidio di Furci, Lorena torna a casa: lenzuola bianche a Favara

Alessandra Serio

Femminicidio di Furci, Lorena torna a casa: lenzuola bianche a Favara

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venerdì 03 Aprile 2020 - 19:00

Lenzuola bianche a Favara per il rientro della salma di Lorena Quaranta. Lutto anche a Furci Siculo e Dessà, paese d'origine del colpevole di femminicidio

La salma di Lorena Quaranta, uccisa dal convivente Antonio De Pace a Furci Siculo martedì scorso, è arrivata a Favara nel pomeriggio. La cittadina agrigentina ha accolto il feretro stendendo lenzuola bianche a tutti i balconi. Bianche come il suo camice.

Ad accogliere Lorena ormai senza vita c’erano poco più di una decina di persone, a causa delle restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria: la famiglia, il parroco che le ha dato l’estrema unzione e il sindaco Anna Alba.

Il gruppetto ha atteso la salma nel cimitero di Piana Traversa, dove verrà seppellita. La cittadina ha accolto in un rigoroso silenzio il passaggio del corteo funebre, lanciando fiori e drappi bianchi sull’auto che trasportava il corpo della studentessa ventisettenne di Medicina.

Anche a Furci Siculo, come a Favara, è stato osservato il lutto cittadino proclamato dal sindaco Matteo Francilia. E anche a Dasà, il comune del vibonese da cui proviene il femminicida, oggi i balconi erano adornati di lenzuola bianche.

Nei giorni scorsi il sindaco Raffaele Scaturchio, telefonando al primo cittadino favarese, aveva espresso le condoglianze alla famiglia di Lorena e all’intera cittadina a nome di tutta la comunità del centro che sorge nella zona delle Preserre.

Nella giornata dell’ultimo addio a Lorena, l’associazione Insieme a Marianna ha annunciato che chiederà di costituirsi parte civile al processo contro Antonio De Pace, accanto alla famiglia.

La sigla si occupa della violenza alle donne ed è intitolata a Marianna Manduca, uccisa dal marito malgrado lo avesse denunciato 12 volte.

La causa tra i figli della donna e lo Stato per il riconoscimento dei danni dovuti all’inerzia dei magistrati è stata discussa a Messina.

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