Femminicidio Lorena Quaranta a un passo dalla sentenza. Il difensore: "De Pace non sta bene"

Femminicidio Lorena Quaranta a un passo dalla sentenza. Il difensore: “De Pace non sta bene”

Alessandra Serio

Femminicidio Lorena Quaranta a un passo dalla sentenza. Il difensore: “De Pace non sta bene”

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giovedì 30 Giugno 2022 - 07:30

L'avvocato Silvestro invoca la semi infermità per il ragazzo accusato di aver strangolato la compagna a Furci

MESSINA – E’ attesa a metà luglio la sentenza il processo per il femminicidio di Lorena Quaranta, la giovane uccisa dal compagno Antonio De Pace nella loro abitazione di Furci Siculo, il 31 marzo 2020. La Corte d’Assise ha fissato al prossimo 14 luglio l’ultima udienza, per dare modo all’Accusa di contro replicare e chiudere le ultime interlocuzioni con gli avvocati impegnati, poi quel giorno stesso potrebbe ritirarsi in camera di consiglio ed uscire col verdetto per il ragazzo.

Sul tavolo c’è la richiesta della Procura di condannarlo all’ergastolo senza riconoscergli alcuna attenuante, né la semi infermità mentale invocata dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Salvatore Silvestro.

Il legale ha concluso proprio oggi la sua discussione, tornando sulle condizioni del giovane vibonese, L’avvocato Silvestro ha più volte insistito, durante il processo e ieri nella sua discussione, sulle condizioni psichiche del ragazzo al momento del delitto, ed ha invocato le attenuanti generiche.

De Pace è trincerato dal silenzio da quella mattina, quando lui stesso ha chiamato i carabinieri e chiesto aiuto per la giovane compagna, ormai senza vita. Una lunga giornata in caserma, quel giorno, durante la quale tra una domanda e uno sguardo attonito il ragazzo ha accennato a una sua paura legata al contagio da covid 19, al terrore di essere stato contagiato proprio dalla sua compagna. Una tesi che gli investigatori hanno subito rigettato, visto che l’infermiere è risultato negativo al test. Poi più nulla, neanche una parola, né alle udienze né ai confronti coi magistrati e col suo stesso legale.

L’infermiere era in servizio al Policlinico di Messina ed è qui che ha conosciuto la giovane di Favara, impegnata nella specializzazione per la professione medica. Insieme, avevano scelto l’appartamento di Furci per cominciare la convivenza mentre lei continuava il suo percorso. Un inizio di vita insieme, spezzato da una notte di follìa omicida.

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