L'Accusa chiede l'ergastolo per Antonio De Pace, accusato dell'omicidio di Lorena Quaranta. Ed esplode lo strazio della mamma della ragazza.
MESSINA – Ergastolo. Non fa sconti di alcun genere l’Accusa del processo ad Antonio De Pace, accusato dell’omicidio della compagna Lorena Quaranta. “Questo è un femminicidio che merita l’ergastolo, non è possibile riconoscere alcuna attenuante all’imputato, che al momento del delitto era pienamente capace di intendere e di volere, come hanno dimostrato le perizie psichiatriche”, ha detto in sostanza il PM Roberto Conte, titolare del caso sin dall’inizio. Il pubblico ministero ha anzi insistito sulle aggravanti dei futili motivi, ha ricordato le “tracce” della premeditazione, trovate dagli investigatori nei messaggi dell’infermiere con i propri familiari. Il magistrato ha condotto la sua requisitoria al termine di una lunga parentesi, in udienza, dedicata proprio alla perizia sulla parziale infermità di mente, invocata dalla difesa di De Pace anche oggi.
De Pace incapace di intendere e di volere?
Ha deposto infatti il dottor Domenico Micale, consulente nominato dall’avvocato Giuseppe Barba, che assiste la famiglia di Lorena. Il medico ha confermato il dossier del dottor Ferracuti, consulente della Procura: anche per lui l’infermiere calabrese era perfettamente lucido, la notte in cui ha strangolato la specializzanda del Policlinico che viveva con lui.
Il difensore del ragazzo ha comunque insistito: di tracce di disturbi, hanno spiegato gli avvocati Ilaria Intelisano e Salvatore Silvestro ce ne sono diverse; ha quindi prodotto il certificato medico di una parente del ragazzo, che documenta l’instabilità mentale.
Poco prima delle 15 il processo è stato aggiornata all’inizio di giugno per dare la parola alle parti civili, tra le quali il centro antiviolenza Al tuo fianco, presieduto dall’avvocato Cettina La Torre e che sorge proprio a pochi metri dalla villetta dove è morta Lorena. Poi, il 29 giugno saranno ascoltati i difensori di De Pace e probabilmente quello stesso giorno arriverà il verdetto della Corte d’Assise.
La madre di Lorena esplode: “Perché me l’hai ammazzata?”
Hanno seguito le indagini prima e il processo dopo con un atteggiamento molto più che composto. Oggi, alla fine dell’udienza cruciale, non ce l’hanno fatta più: mentre gli agenti penitenziari portavano via Antonio De Pace, accusato dell’omicidio di Lorena Quaranta, la mamma della ragazza ha lasciato posto dove era seduta, nella grande aula della corte d’Assise di Palazzo Piacentini, ed ha raggiunto le gabbie: si è aggrappata alle inferriate ed ha gridato al ragazzo tutto il suo strazio: “Perché, perché me l’hai ammazzata?”
L’aula era quasi vuota, la corte era uscita, Antonio ha fatto appena in tempo a girarsi, uscendo dal retro delle celle. Ed è rimasto, come sempre, in silenzio, lo stesso silenzio dietro cui si è trincerato da subito dopo l’arrivo dei Carabinieri, nella villetta di Furci dove viveva insieme a Lorena, e che non ha mai infranto in questi lunghi mesi.