Mutui fantasma a Brolo, l'onorevole Laccoto esce dall'inchiesta

Mutui fantasma a Brolo, l’onorevole Laccoto esce dall’inchiesta

Alessandra Serio

Mutui fantasma a Brolo, l’onorevole Laccoto esce dall’inchiesta

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mercoledì 10 Febbraio 2016 - 17:10

Udienza preliminare a maggio per l'ex ragioniere Arasi e l'ex sindaco Messina, insieme ad altri 21 indagati accusati di peculato e associazione. Stralciata la posizione di 8 persone, compreso l'ex onorevole brolese.

Esce dall'inchiesta sui mutui "fantasma" contratti dal Comune di Brolo l'onorevole Giuseppe Laccoto.

Il GUP di Patti ha fissato al 4 maggio la data di apertura dell'udienza preliminare ed ha notificato l'atto a 23 persone coinvolte, sui 31 indagati iniziali. Dopo la chiusura delle indagini, cioè, anche alla luce degli interrogatori degli indagati e della documentazione acquisita, il Pm Francesca Bonazinga e Maria Milio hanno ritenuto necessario stralciare la posizione di 8 persone, per le quali si va probabilmente verso l'archiviazione.

Dovranno affrontare il vaglio preliminare, quindi, l’ex sindaco Salvatore Messina, l’ex Ragioniere capo del Comune Carmelo Arasi, la figlia Rossella, le contrattiste comunali Antonella Campo, Santa Caranna e Giuseppina Di Leo, i dipendenti comunali Costantino Maniaci, Rosaria Castrovinci, l'ex assessore Carmelo Gentile. Mario Messina, Ekena Lo Vercio, suocera dell'ex primo cittadino, e la moglie Enza Rifici; Francesca Mondello; gli ex presidenti della Tiger Brolo Giovanni Scaffidi e Antonino Masi, Vittorio Astone e Antonino Giuffrè, anche loro rappresentanti di due società sportive; Tina e Rosa Gatto, Giuseppe Indaimo, Dario Presti, Giuseppe e Domenico Caranna.

Va verso l'archiviazione la posizione del deputato Laccoto, inseme a Giovanna Princiotta, Paola Romano, l'ex segretaria comunale Carmela Caliò, l'ex presidente del consiglio comunale Maria Ricciardello e gli ex assessori Nunziatina Faustino Enzo Di Luca, Giuseppe Letizia. Parti offese sono il Comune di Brolo, la Cassa Depositi e Prestiti, sindaco, vice sindaco e presidente del consiglio comunale in carica, rispettivamente Irene Ricciardello, Gaetano Scaffidi Lallaro e Giuseppe Miraglia; infine Tiziana Vinci, ossia il revisore dei conti che all'epoca dei fatti denunciò le irregolarità alla Procura.

Associazione finalizzata alla truffa e al peculato, singoli episodi di falso e peculato le accuse, contestate a vario titolo. Il blitz che portò in carcere Arasi, figura centrale dell'inchiesta, e colpì anche l'ex sindaco Messina, scattò il 18 luglio del 2014. A più riprese, sia prima che dopo le misure cautelari, i carabinieri piombarono al comune della costa saracena per acquisire montagne di documentazioni contabili.

Nel mirino, le presunte irregolarità in alcune operazioni finanziarie targate Arasi, in particolare dei mutui accesi alla cassa depositi e prestiti su "pezze di appoggio" risultate fittizie.

(Alessandra Serio)

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