Città metropolitana, il sindaco di Valdina: "Aderire è una scelta di buonsenso"

Città metropolitana, il sindaco di Valdina: “Aderire è una scelta di buonsenso”

Città metropolitana, il sindaco di Valdina: “Aderire è una scelta di buonsenso”

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martedì 17 Giugno 2014 - 05:44

“Potremo tutelare meglio l'ambiente, ottimizzare le risorse e magari assorbire qualche precario. I campanilismi cadranno di fronte all'attenzione pubblica e mediatica che ricadrà sulle nostre scelte. Per chi resta fuori solo svantaggi” Così il sindaco di Valdina intervenendo al Forum di Tempostretto.

Se prevarrà il buonsenso, la Città Metropolitana sarà l'unica, grande opportunità per i piccoli comuni del territorio”. Gianfranco Picciotto, sindaco di Valdina, ha fiducia nelle potenzialità di sviluppo offerte dalla nuova Area Metropolitana a 51 comuni. “Per 40 anni abbiamo subìto le conseguenze dell'abbandono e dello sfruttamento. Il nuovo ente con molta probabilità avrà competenze – e deve averle, per essere efficace – in materia di sviluppo industriale, turismo, viabilità e, soprattutto, ambiente. Per un comune come Valdina, che paga tuttora le conseguenze degli scavi da parte delle industrie di laterizi, significherebbe poter usufruire magari di una riqualificazione come parco urbano, che garantisca la bonifica del territorio e la tutela della nostra salute”.

Alcuni sindaci hanno manifestato perplessità sulle possibilità di gestione della conflittualità tra un numero di soggetti istituzionali così alto; altri, la paura di diventare periferia di Messina. “Al contrario,sarà molto più facile gestire gli interessi di campanile in un ente che sarà oggetto di una forte attenzione pubblica e mediatica. Comunque, basterà il buonsenso. La giunta Accorinti sta cercando di proporre un cambio di mentalità, ma bisogna aprire la programmazione. Diventeremo periferia se non sapremo far bene le cose politicamente, altrimenti si rischia di riproporre un carrozzone come l'ATO”. E i Liberi Consorzi? “Sono inutili: praticamente poco più che gli attuali patti/consorzi tra comuni, ed è qui che ogni sindaco potrà fare il bello e il cattivo tempo senza negoziare. Chi resta fuori dalla Città Metropolitana avrà solo svantaggi”.

Ma come può la Città Metropolitana aiutare le attuali amministrazioni, e in particolare quelle in difficoltà? “Basterà fare due esempi pratici. Anzitutto ci sarà un'ottimizzazione delle risorse umane e materiali, poiché queste saranno in comune e consentiranno così una riduzione delle spese inutili. In secondo luogo, è l'unico spiraglio che può consentirci di risolvere il problema del precariato. Sappiamo tutti che le pubbliche amministrazioni sono state usate, in passato, come centri di assunzione clientelare; basti pensare che qui a Valdina abbiamo 51 dipendenti, a fronte di una capacità del comune di stabilizzarne 11 al massimo. La Città Metropolitana può offrire una soluzione al problema del precariato. Personalmente, penso che ci saranno anche altre opportunità, fondamentali per portare avanti progetti che avranno l'ultima possibilità di ottenere un finanziamento, magari europeo. Ma, se non saremo capaci di coordinarci politicamente, verremo fagocitati da Catania e Palermo”.

Un'ulteriore possibilità è l'Area Metropolitana dello Stretto. “Ma è un'ipotesi lontana. A mio parere è un problema tecnico prima che politico: le legislazioni di Messina e Reggio Calabria sono troppo diverse. E' un'idea suggestiva, ma al momento difficile da realizzare. La mia vera speranza è la Città Metropolitana”.

Giovanni Passalacqua

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