Saracinesche dei negozi abbassate per tutta la durata delle esequie. Mons. Tavilla: "Comunità sconvolta dalla tragedia". L'ultimo applauso davanti al municipio (era dipendente comunale)
Furci si è fermata oggi pomeriggio per l’ultimo saluto a Giuseppe Campione. Le saracinesche dei negozi sono rimaste abbassate durante le esequie così come ordinato dal sindaco, Sebastiano Foti, attraverso l’indizione del lutto cittadino. L’intero paese si è stretto attorno alla bara del 48enne rimasto vittima di un incidente stradale domenica a mezzogiorno lungo la strada che conduce a Linguaglossa, dove era giunto insieme a due amici nel corso di una escursione in moto. Erano fermi in uno spiazzo adiacente l’arteria quando Giuseppe è stato centrato da un’auto.
“La morte del nostro fratello Giuseppe – ha esordito il parroco, mons. Giò Tavilla nell’omelia – ha sconvolto la vita della nostra cittadina di Furci. Ha segnato con la forza di un macigno la vita della famiglia di Giuseppe: la mamma Cosima con i fratelli Carmela e Rosario, i nipoti tutti, ma soprattutto la moglie Enza e i due figli di 10 e 7 anni, luce degli occhi del loro papà”. Il sacerdote ha poi ricordato che era “in servizio presso il Comune, che oggi lo onora proclamando il lutto cittadino, era dedito alla sua famiglia. Amante del mare, riservato, persona di poche parole, nel suo tratto umano si conquistava la simpatia di amici e conoscenti, tanto da essere indicato come esempio eccellente di mitezza e di bontà. Un’immagine che segna il ricordo di tanti – prosegue il parroco – era il suo andare in bici portando i suoi figli sul lungomare e alla villa. Domenica esce per la sua consueta passeggiata e in quella mattina si conclude la sua vita terrena nel tragico incidente che lo restituisce ai suoi cari esamine. Mentre Giuseppe si preparava a fare rientro a casa, intraprende un altro viaggio: il ritorno alla casa del Padre”.
La chiesa dedicata alla Vergine del Rosario è gremita. Nelle prime file ci sono anche i compagni di scuola dei figli. Troppo piccolo quel sacro luogo per accogliere la moltitudine di gente. Non tutti riescono ad entrare. Molti rimangono in piazza S. Cuore ad attendere il feretro, accolto da un lungo e scrosciante applauso. Un’ultima sosta davanti al municipio. Una grande folla, avvolta in un silenzio surreale, lo ha poi accompagnato sino al cimitero.
Carmelo Caspanello
