Petizione per salvare la pista ciclabile; il cilista tesserato: "Non è a norma ed è pericolosa""

Petizione per salvare la pista ciclabile; il cilista tesserato: “Non è a norma ed è pericolosa””

C. Caspa.

Petizione per salvare la pista ciclabile; il cilista tesserato: “Non è a norma ed è pericolosa””

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venerdì 25 Settembre 2015 - 13:18

Dibattito acceso sulla rivoluzione viaria che partirà l'1 ottobre e prevede il doppio senso di marcia sul lungomare per liberare la Statale 114 dal caos

Dibattito acceso sulla rivoluzione viaria a Furci, che porterà al doppio senso sul lungomare (con eliminazione della pista ciclabile) per liberare la Statale dal caos. Favorevoli e contrari si dividono. Da un paio di giorni è stata lanciata una petizione per salvare la pista ciclabile. Hanno firmato in 78, conta 370 like ed è stata condivisa 320 volte. A promuoverla è stata Cristina Maccarrone, una giovane professionista originaria di Furci ma a Milano da anni per lavoro: “Capisco i problemi di traffico – esordisce – ma vivendo a distanza vedo come Furci vada in direzione contraria rispetto al resto d'Italia. Furci – aggiunge – avrebbe dovuto fare da volano al resto della riviera jonica e approfittare di avere già una pista ciclabile per migliorarla, metterla davvero in sicurezza (in estate c'è chi ci passa con il motorino, chi ci parcheggia la macchina, chi ci cammina) anziché toglierla. Quando c'è qualcosa che va male, che fai: estirpi il problema? Per capire cosa pensano i cittadini basta guardare i commenti sulla petizione. Ma soprattutto mi chiedo: i cittadini ciclisti sono stati coinvolti in questa scelta?”.

Le repliche non mancano. “Da ciclista tesserato, e sottolineo questa mia qualità per distinguermi dal pedalatore occasionale della domenica che si lascia andare a dichiarazioni imprecise – esordisce Corrado Attennante, di professione avvocato – ho sempre evidenziato l'inutilità di quella corsia (la pista ciclabile) lunga appena 700 metri, che non ho mai percorso per la sua pericolosità, preferendo restare nella carreggiata. I motivi sono innumerevoli. Intanto – chiosa – il rischio continuo dei pedoni che attraversano senza guardare ritenendo quella pista una sorta di striscia di Gaza; passeggeri delle automobili parcheggiate accanto alla stessa ciclabile che senza pietà aprono lo sportello, senza curarsi di chi passa, con la certezza che da quel lato auto non ne circolano. Inoltre – inclaza Attennante – vanno citate le occupazioni da parte di auto mal parcheggiate, soste selvagge, moto, ciclomotori e venditori ambulanti. Per non parlare della frenesia di spostare la macchina in caso di chiusura della nazionale per processioni o eventi, con macchine che sono posteggiate a scacchiera occupando sia la pista ciclabile quanto la sede stradale. Ed ancora – prosegue – la pericolosità oggettiva di quella striscia che ha portato ai risultati drammatici che tutti conosciamo, proprio perché i bambini e le persone in genere usano attraversare quella no fly zone senza curarsi di guardare, nella consapevolezza (almeno teorica) che mezzi a motore non dovrebbero circolare.

A ciò si aggiunga che il doppio senso di circolazione sul lungomare con obbligo per i mezzi pesanti – sostiene Attennante – eliminerebbe definitivamente l'annoso problema degli intasamenti sulla nazionale (dovuti comunque alla maleducazione e non curanza delle persone che fregandosene, parcheggiano alla meno peggio pur di fare i propri comodi. Chi afferma il contrario certamente abita altrove. Io ho lo studio proprio sulla Statale – rimarca il ciclista – e posso garantirvi che è insostenibile e snervante. Allora paladini della pedalata, sportivi del divano, svegliatevi presto la mattina e venite con me, vi farò scoprire percorsi ciclabili favolosi lontano dal traffico e dai pericoli. Non sono certo 700 metri di corsia non a norma a rendere sostenibile un paese quale il nostro stracarico di ben altri problemi”.

C. Caspa.

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