Galeani entusiasma il pubblico del Palacultura con Piazzolla e Gershwin

Galeani entusiasma il pubblico del Palacultura con Piazzolla e Gershwin

giovanni francio

Galeani entusiasma il pubblico del Palacultura con Piazzolla e Gershwin

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giovedì 14 Aprile 2022 - 06:40

Mario Galeani, pianista di origini messinesi, allievo del grande Aldo Ciccolini, si è esibito domenica u.s. al Palacultura, per la stagione musicale della Filarmonica Laudamo, proponendo un programma accattivante, dal titolo: “Piazzolla e Gershwin: fascinazioni latino-americane”.

Due autori così simili e così diversi, si potrebbe dire: il primo che fa propri i ritmi del Tango elevandoli ad arte suprema, il secondo le cui composizioni sono connotate da elementi musicali e ritmici tratti dal Jazz. Entrambi – espressione della grande musica del novecento – sono ormai divenuti dei “classici”, e per questo la loro musica è molto frequentata nelle sale da concerto di tutto il mondo.

Nella prima parte del concerto Galeani ha eseguito delle versioni per pianoforte di alcuni fra i più celebri brani di Astor Piazzolla. Ricordiamo fra questi “Oblivion”,famosissimo, dalla vena nostalgica e malinconica tipicamente sudamericana, che Piazzolla compose su commissione di Antonioni per il suo film Enrico IV.È stata poi la volta di “Adios Nonino”, sicuramente uno dei brani più belli, oltre che celebri, del compositore argentino, ove è racchiusa tutta la sua poetica. Il brano, composto in ricordo del padre appena morto, presenta infatti due temi contrastanti, uno fortemente ritmato, un tango dal sapore drammatico, un altro di un’infinita e commovente malinconia.

Infine il brano più celebre di Piazzolla, “Libertango”, dal ritmo irresistibile.

La seconda parte del concerto è stata dedicata interamente a George Gershwin.

Anche del compositore americano sono stati eseguiti alcuni fra i brani più celebri.

La musica di Gershwin, probabilmente, come ha scritto il Manzoni, costituisce “Il massimo prodotto che la cultura musicale degli Stati Uniti abbia dato fino ad oggi”. Essa risulta sempre suggestiva e amabile all’ascolto, per la sua prodigiosa capacità di fondere, in un connubio naturale e sorprendente, la musica colta europea e la musica ritmica (jazz, blues) dei neri d’America.

In realtà altri musicisti prima di lui si erano avventurati in ambiti jazzistici nella loro produzione musicale: si pensi ad es. all’”Ebony Concerto” di Igor Stravinsky; forse il primo a sperimentare in tal senso fu però Claude Debussy, con due squisiti brani scritti per pianoforte: “Golliwogg’s cake-walk” dai “Children’s corner” e “The little nigar”. Si trattava però di esperimenti isolati, mentre in Gershwin il connubio classic/jazz diventa elemento connotante di tutta la sua poetica musicale.

Fra i brani eseguiti ricordiamo i Preludi per pianoforte n. 1, 2 e 3, ove si avvertono evidenti le influenze di Rachmaninov; il famosissimo “The man i love” di George Gershwin, e il celeberrimo “I Got Rhythm” una trascrizione per pianoforte, dello stesso Gershwin, della celebre canzone popolare, uno dei brani più famosi dell’autore di “Porgy and Bess”.

Eccellente la performance di Mario Galeani, perfettamente a suo agio sia nei ritmi latini del tango di Piazzolla, che in quelli jazzistici di Gershwin, un’esecuzione che ci ha coinvolto piacevolmente in quelle fascinazioni latino-americane, titolo del concerto quanto mai appropriato.

Ancora Piazzolla e Gershwin come bis, per concludere un concerto molto apprezzato dal numeroso pubblico del Palacultura.

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