Ganzirri e Torre Faro candidate al Registro della Pesca e dei Borghi Marinari

Ganzirri e Torre Faro candidate al Registro della Pesca e dei Borghi Marinari

Marco Ipsale

Ganzirri e Torre Faro candidate al Registro della Pesca e dei Borghi Marinari

lunedì 23 Giugno 2025 - 14:45

Due gioielli messinesi puntano al riconoscimento d'Eccellenza

Ganzirri e Torre Faro sono state ufficialmente candidate per l’iscrizione nel Registro delle Identità della Pesca Mediterranea e dei Borghi Marinari (Reimar). Un’iniziativa che mira a riconoscere e preservare il patrimonio storico, culturale e tradizionale legato al mare. Le delibere comunali di indirizzo sono state approvate il 19 giugno 2025.

Ganzirri

Conosciuto come “il Borgo delle Feluche”, Ganzirri vanta una storia profonda, plasmata dalla sua vicinanza allo Stretto e al Lago Grande. La sua struttura urbanistica, con abitazioni “a nastro” affacciate direttamente sulla spiaggia e sulla via interna, è una testimonianza vivente dell’adattamento della comunità al suo ambiente marino. Già nel 1840, Giuseppe La Farina descriveva la singolarità dei “pantani” (i laghi) e la funzione protettiva delle prime file di case.

Il borgo custodisce un ricco patrimonio architettonico e paesaggistico, tra cui una torre saracena e un canale coperto che collega il lago al Mar Ionio, un’opera definita “novella” già nell’Ottocento. Il forte legame della comunità con la pesca si manifesta nel culto di San Nicola, patrono dei pescatori, e nella piccola Cappella Arena, un tempo “Chiesetta dei Pescatori”, che ospita gli ex voto a testimonianza della loro fede e delle sfide del mare.

Ganzirri è celebre per le sue feluche, le storiche imbarcazioni utilizzate per la pesca artigianale al pesce spada. L’intera costa funge da approdo naturale, dove le barche vengono ancora tirate in secca sull’arenile, creando uno scenario suggestivo che riporta indietro nel tempo. La tradizione della pesca è documentata da secoli, con la presenza di maestri nassaroli e l’ultimo maestro d’ascia siciliano delle feluche residente nel borgo. Elementi immateriali come la “cardata da cruci” (un rito praticato sul pesce spada appena pescato) e i detti popolari legati alla pesca arricchiscono l’identità culturale.

La gastronomia locale è dominata dal pesce spada, protagonista di piatti tradizionali come le “braciole alla messinese” e la “caponata di pesce spada”. Ganzirri è anche luogo di pellegrinaggi, come quello annuale alla Madonna della Montagna di Polsi, che culmina con una suggestiva processione a mare. Recentemente, la rievocazione scenica della “Xiphias. Historica Caccia al pescespada” nel Lago Grande ha offerto ai visitatori un’esperienza immersiva unica, riproponendo le antiche tecniche di pesca e le “Banniate” dei pescatori. Il borgo si propone come un vero e proprio ecomuseo diffuso, raccontando la sua storia attraverso ciò che è rimasto immutato nel tempo.

Torre Faro

Anche Torre Faro, il “Borgo dei Due Mari”, si presenta come candidato al riconoscimento Reimar. La sua posizione, dove le acque del Mar Ionio e del Tirreno si incontrano, ha influenzato profondamente la sua struttura e la vita dei suoi abitanti. Anche qui, le case “a nastro” e la pratica di riporre le barche direttamente sull’arenile testimoniano un legame indissolubile con il mare.

Il borgo vanta un patrimonio architettonico di notevole rilevanza, incluse le mura di una darsena romana, una torre antica restaurata dagli inglesi (descritta da La Farina come “faro” per i naviganti) e il basamento di un tempio romano, identificato come il primo faro del Mediterraneo. La storia di Garibaldi, che sostò qui con le camice rosse in attesa di attraversare lo Stretto, aggiunge un ulteriore strato di fascino storico.

Torre Faro è intrinsecamente legata al mito di Cariddi, il mostro omerico che rappresentava i pericolosi gorghi dello Stretto, e alla leggenda di Colapesce, un racconto locale che affonda le radici in questo tratto di costa. Queste narrazioni, tramandate di generazione in generazione, sottolineano la profonda connessione del borgo con le forze della natura.

La tradizione della pesca al pesce spada con le feluche è altrettanto viva a Torre Faro, con famiglie di pescatori che continuano a praticare questa tecnica unica al mondo. Anche qui, la gastronomia è incentrata sul pescato locale, e le piazze sulla spiaggia sono punti di ritrovo dove i pescatori condividono le loro esperienze e osservazioni sul mare.

Le celebrazioni religiose, come il culto della Madonna della Lettera, patrona di Messina, si fondono con le attività marinare, con rosari in spiaggia e preghiere in barca. Fino a pochi anni fa, era usanza accendere falò in spiaggia per San Giovanni Battista, un rito ancestrale condiviso con la sponda calabra. Il borgo ospita anche la scultura di una barca palamitara, la “Ninetta”, affondata tragicamente, a perenne memoria dei pericoli e dei sacrifici del mare. Il Parco Horcynus Orca con il suo Museo Macho e la sala immersiva sulla fauna marina arricchiscono l’offerta culturale del territorio.

L’obiettivo è quello di aprire nuove opportunità per la promozione turistica sostenibile e la conservazione di un patrimonio che è parte integrante dell’identità siciliana e mediterranea.

2 commenti

  1. In mezzo ai due gioielli (Ganzirri e Torre Faro):qualcuno ha pensato e deciso x gli altri cioè la popolazione che ci vive, di realizzare un ecomostro che farà solo scempio di quei splendidi luoghi.

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  2. I falò sulla spiaggia li ha proibiti De Luca, la tradizione non si è persa da sola. Inoltre come si può parlare di borgo marinaro, quando ai pescatori viene proibito di tenere una barca, dove decine di generazioni lo hanno sempre fatto. Queste veline “governative” fanno pena

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