Il mondo animalista si mobilita e chiede rispetto

Il mondo animalista si mobilita e chiede rispetto

Emma De Maria

Il mondo animalista si mobilita e chiede rispetto

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domenica 24 Marzo 2013 - 07:54

A far luce sulle ragioni sociali che hanno determinato la nascita e l’acuirsi di un fenomeno Fabrizio Saffioti e Luana Siracusano, medici veterinari volontari, Elisabetta Tedesco, guardia zoofila e le volontarie Giada Fiorentino ed Aurora Morfino.

Squarciare il velo dell’indifferenza ed accendere i riflettori intorno ad una realtà scomoda ed emarginata: il randagismo felino.

Il mondo animalista si mobilita e, in occasione dell’incontro promosso dall’associazione Un Gatto per Amico onlus, lancia un appello alla cittadinanza: “Impariamo a convivere ed a rispettarci reciprocamente”.

A far luce sulle ragioni sociali che hanno determinato la nascita e l’acuirsi di un fenomeno, che sul territorio della città e della provincia di Messina mostra tutta la propria crudeltà ed efferatezza, Fabrizio Saffioti e Luana Siracusano, medici veterinari volontari, Elisabetta Tedesco, guardia zoofila e le volontarie Giada Fiorentino ed Aurora Morfino.

Ed un primo dato emerge subito con chiarezza: l’enorme divario, rispetto alla gestione del randagismo nel suo complesso, che esiste tra centro-nord e Mezzogiorno.

Sulle nostre strade infatti ogni giorno vengono abbandonati cuccioli appena nati, gatte e cagne gravide, animali anziani o malati.

“Esistono tantissime realtà in Italia nelle quali il fenomeno del randagismo è pressoché sconosciuto – spiega il dottore Fabrizio Saffioti – penso ad esempio alla Toscana, dove è radicata una coscienza civile che considera l’abbandono un gesto vile che va perseguito e dove esistono idonee ed adeguate strutture in grado di accogliere i quattro zampe in dfficoltà.

Qui la risposta della collettività e delle istituzioni locali è ferma ed unanime – aggiunge il veterinario – tanto nella condanna del gesto quanto nell’applicazione delle sanzioni penali. La realtà che osserviamo nel nostro quotidiano – ricorda Saffioti – non rappresenta la regola, ma una tragica eccezione”.

La prevenzione dei reati nei confronti degli animali e la centralità del lavoro svolto dalle Guardie Zoofile sono oggetto dell’intervento di Elisabetta Tedesco, componete della II sezione territoriale di Messina: “Sorvegliare, individuare gli autori di maltrattamenti e far rispettare le leggi a tutela dei diritti sugli animali: queste le nostre mansioni.

Per comprendere sino in fondo la natura del randagismo felino è necessario partire da un antefatto – spiega – il gatto è territorio. La normativa sui diritti degli animali – ricorda l’esperta – stabilisce chiaramente come i felini, qualunque sia il luogo nel quale risiedano, non possono essere prelevati dal territorio per essere condotti altrove.

Gli esemplari vengono censiti e registrati in appositi elenchi, un censimento – sottolinea la Tedesco – attraverso il quale è possibile monitorare la popolazione felina presente in una determinata porzione di territorio e ravvisare eventuali diminuzioni legate ad eventi non naturali, prodotti cioè dalla mano dell’uomo. Impedire a privati cittadini di sfamare gli esemplari di colonia è una forma di maltrattamento – ricorda infine la Tedesco – coloro che amano gli animali e liberamente se ne prendono cura – conclude – devono essere rispettati”.

Le conseguenze sanitarie del randagismo sono fotografate invece nell’intervento di Luana Siracusano: “Sono tantissimi i gatti di strada che ogni giorno, attraverso l’intervento delle associazioni, arrivano nel mio ambulatorio con traumi gravissimi: lesioni procurate dalla barbarie e dalla codardia dell’uomo. I felini vittime di abusi e maltrattamenti riportano gravi handicap, come la perdita della vista o di un arto – spiega la veterinaria – e pertanto è assolutamente da escludere un loro possibile ritorno su strada, in un ambiente nel quale gli stessi incivili ripeterebbero il maltrattamento.

La soluzione, in condizioni ideali – prosegue il medico veterinario – sarebbe quella di inserire i felini in un territorio nel quale siano presenti gatti di colonia; si tratta però di una soluzione tampone spesso impraticabile, perché i piccoli felini sono animali territoriali e difficilmente si adattano in un nuovo ambiente”.

Valida alternativa, già praticata in moltissime realtà italiane, sarebbe dunque la creazione di apposite oasi, aree delimitate e ricche di spazi verdi all’interno delle quali il gatto potrebbe riappropriarsi della propria naturale dimensione.

La centralità del volontariato ed il ruolo delle associazioni sono illustrati nell’intervento di Aurora Morfino: “La nostra associazione, come le tante realtà associative che si occupano di randagi – spiega la volontaria – opera in una realtà difficile nella quale regnano ancora inciviltà, pregiudizio ed ignoranza. Un contesto all’interno del quale il randagismo felino rappresenta una realtà silente, spesso volutamente ignorata.

Portiamo avanti questa attività autotassandoci, senza contributi o finanziamenti – spiega – ma il nostro impegno, nonostante le difficoltà con le quali ogni giorno siamo costrette a misurarci, prosegue a tutela delle colonie presenti sul territorio, nei condomini ed a supporto di quei cittadini che, civilmente, si occupano dei piccoli felini”.

“Chiunque assista o sia direttamente coinvolto in un incidente a seguito del quale risulti ferito uno o più animali – spiega in conclusione Giada Fiorentino – ha l’obbligo di fermarsi e prestare primo soccorso.

Le modifiche apportate al Codice della Strada hanno di recente introdotto il diritto-dovere di soccorrere gli animali feriti equiparando la mancata omissione tra persone ed animali: “Chiunque trovi un animale ferito ne diviene detentore provvisorio – spiega la volontaria – ed ha l’obbligo di denunciare l’avvenuto sinistro e condurre l’animale ferito presso il più vicino ambulatorio veterinario”.

Dal 28 al 31 marzo dalle ore 16,00 alle 22,00 l’associazione Un Gatto per Amico sarà a Piazza Cairoli.

(Emma De Maria)

4 commenti

  1. Egregi animalisti,
    siete a conoscenza che qualche giorno fa a Milano bande extracomunitarie sudamericane chiamate latinos molto pericolose trasportavano droga a mezzo di cani, che questi animali venivano sistematicamente uccisi e squartati per prendere la droga che non potevano essere intercettati o scoperti.
    Dove sono coloro che partecipano alle grandi manifestazioni o assalti nei centri di ricerca medica o allevamenti per leberare gli animali da pelliccia organizzano manifestazioni o chiedono condanne severissime per questi soggetti con contestuale richiesta di aumentare le pene detentive previste negli articoli del codice penale? non ho visto nè sentito alcna manifestazione di protesta sia nelle televisione di stato o private. forse perchè si tratta di extracomunitari che non possono essere criticati considerata la follia politica che attanaglia l’italia di accoglienza buonismo o tolleranza. non faccio politica. situazione di fatto. sono d’accordo con voi quando siete parti civili contro soggetti che ammazzano animali.

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  2. “Chiunque trovi un animale ferito ne diviene detentore provvisorio – spiega la volontaria – ed ha l’obbligo di denunciare l’avvenuto sinistro e condurre l’animale ferito presso il più vicino ambulatorio veterinario”.

    Certo come no? Circa 10 anni fa o più mi è capitato di soccorrere un povero cagnolino al centro della città, tamponato violentemente da un conducente di una fiat uno, l’urto è stato violentissimo ma cosa più grave non a nemmeno rallentato e a continuato la sua corsa senza fermarsi, io ero dietro di lui con la mia automobile e subito mi son fermato a soccorrere quella creatura moribonda, bene fin qui ci siamo, ma quando urgentemente mi son recato all’ambulatorio veterinario più vicino, il caro dottore mi disse che doveva fare una radiografia per accertarsi che non ci siamo fratture ossee, bene li quasi quasi mi ero pentito del gesto amorevole che avevo fatto perchè mi chiese subito l’onere di ben 80 mila lire per le due lastre fatte al cagniolino!!! Adesso con 40 euro con tutta questa crisi economica faccio la spesa alimentare per l settimana!!! Ma mi domando senza offesa per Voi ma…..pubblicate ciò per un Vs profitto? O non siete, o non potete essere in grado di creare un centro per accogliere queste splendite creature quando accadono situazioni come queste? Da come capisco tutto questo articolo mi sembra esclusivamente diretto ad un scopo di lucro e nient’altro!!! Bisogna trasmettere sensibilità e cuore a noi lettori per i Ns cari amici e fedeli animali tramite un articolo come questo mi sembra tutto inutile!!

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  3. Annalisa De Luca Cardillo 25 Marzo 2013 22:54

    Certo che ne siamo a conoscenza ma secondo lei dobbiamo protestare verso gli extracomunitari tutti?
    Non le sembra un discorso abbastanza razzista il suo?
    Di manifestazioni ne organizziamo tante… peccato che i giornali e le tv nazionali non ci danno molta importanza.
    Perché non organizza lei qualcosa visto che siamo incapaci?

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  4. Annalisa De Luca Cardillo 26 Marzo 2013 14:35

    Caro Persuaso2000, ha ragione!
    Se un normale cittadino recupera un animale ferito non sa cosa fare e la maggior parte delle volte deve pagare i veterinari di tasca sua.
    C’è poca informazione.
    Oggi se si investe un animale si ha l’obbligo di soccorrerlo per legge e chi assiste ad incidenti deve prelevare subito il num di targa della macchina.
    Il cittadino che soccorre deve chiamare subito la polizia municipale e questa deve avvertire l’ASP veterinaria e tutti devono fare la loro parte… se non intervengono o dicono che non è compito loro ricordateglielo dicendo: è compito vostro per legge e se non intervenite vi denuncio per omissione d’atti d’ufficio.
    Se la prende con i volontari… i volontari non percepiscono nessun contributo dalle istituzioni e si autotassano… Anche per le associazioni messinesi è così. Non credete alle dicerie che il comune finanzia… è una balla!

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