Storia di Pietro e degli altri: il Natale a metà dei papà separati

Storia di Pietro e degli altri: il Natale a metà dei papà separati

Rosaria Brancato

Storia di Pietro e degli altri: il Natale a metà dei papà separati

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martedì 25 Dicembre 2018 - 09:22
Genitori per sempre

C’ è Pietro (tutti i nomi di questo articolo sono di fantasia), che non trascorre il Natale con la figlioletta perché il giudice nel provvedimento ha dimenticato di disciplinare con chi deve stare nelle vacanze. Lo scorso anno ha passato la vigilia del Natale dalla polizia fin quando non è riuscito a poter stare un paio d’ore con lei senza essere accusato di sottrazione di minore.

Ci sono Guido, Marco, Alfonso, Angelo, che sono abituati ai messaggi delle ex mogli alla vigilia di Natale “ha la febbre, ha la tosse, sta poco bene” e sanno che anche quest’anno non potranno vedere la gioia dei loro figli mentre scartano i pacchi. C’è Francesco, che a dicembre ha visto la bimba solo 2 giorni e la vedrà il 29, per le feste di fine anno. C’è Maurizio che dopo aver comprato le scarpe nuove alla figlioletta le ha riviste in vendita su facebook e non una volta le ha visto indossare i vestitini comprati per lei ma sempre senza di lei, perché il mantenimento diretto, previsto dall’attuale normativa, è una bugia giuridica rimasta inapplicata.

Le storie di Natale per i padri separati sono tutte tristemente uguali, soprattutto se il bambino è piccolo. Basta cambiare il nome e il cognome, gli orari, lo specifico tipo di calvario di denunce che hanno avuto e dal quale sono stati scagionati col tempo, ma sono uguali. Nel frattempo quei mesi, quegli anni, sono giorni trascorsi lontano dai loro figli. Non sono storie di mariti violenti, pazzi, mostri. Sono storie di tutti i giorni, di lavoratori onesti, di padri normali, che hanno un buco nel cuore “Non ho mai avuto il piacere di accompagnare mio figlio all’asilo, di leggergli una favola prima di dormire. Di sapere dalla maestra come va a scuola”.

Se sono piccoli il tempo con loro si misura ad ore: 3 ore a settimana, poi, se sei fortunato 7 ore a settimana, poi, col passare degli anni puoi aspirare a dormire con il figlio due notti al mese (nei sabati alternati). Sempre che l’ex non faccia una denuncia preventiva dicendo che il bimbo non è pronto a dormire col padre, oppure te lo faccia trovare col certificato del pediatra che attesta una malattia. Come accaduto a Paolo: nel certificato del pediatra una volta c’era persino scritto “ha la febbre, necessita di cure materne” E quando ha chiesto spiegazioni si è visto rispondere dal pediatra: “si abitui, sarà così fin quando non avrà 6 anni”.

Così si va via con una ferita del cuore. Dietro di loro si chiudono le porte di quella che una volta era l’abitazione comune e dietro le tende c’è un minore, che quasi sempre sta benissimo.

E’ un fatto culturale. E alla fine sembrano pazzi questi padri che chiedono riconosciuto il diritto alla normalità, il diritto ad essere genitore.

Paolo, Francesco, Giovanni, Angelo, sono storie messinesi ed in questa vigilia di Natale 2018 hanno invitato Michele Mangiacotti ed i suoi due figli a trascorrere le vacanze in riva allo Stretto. Michele ha 37 anni, è di Castenaso (Bologna), autista e magazziniere, ha due figli, separato dal 2014. All’inizio è dura, ma riesce a trovare una casa e a pagare affitto, bollette, alimenti. Col tempo non ce la fa più. Nel 2017 l’ufficiale giudiziario gli pignora il quinto dello stipendio e non riesce più a pagare l’affitto. Il 15 giugno 2018 viene sfrattato e dal 22 giugno dorme in auto Aspetto la sera dopo il lavoro e mi nascondo in un luogo appartato. Ma ora arriva l'inverno. Chiedo solamente un aiuto”.

Michele ha ringraziato i papà dell’associazione Genitori per sempre di Messina, ma ha difficoltà anche per raggiungere la Sicilia e non potrà venire.

Alla vigilia del 24 incontro alcuni dei papà separati dell’associazione Genitori per sempre di Messina. Mi raccontano sprazzi di storie, mi colpiscono soprattutto i dettagli, che si somigliano tutti. Gran parte delle ex lavora in nero, molte si sono giustamente rifatte una vita ma non lo ufficializzano per continuare a mantenere l’assegno. Quasi tutte usano i figli come arma contro gli ex mariti ed ex compagni che per timore di perdere quei brandelli di tempo concessi accettano qualsiasi cosa. Del resto quando presentano in Tribunale segnalazioni di mancati assolvimenti degli obblighi sanno che passeranno mesi e mesi prima che vengano esaminate. Nel frattempo il Natale, il compleanno, così come le febbre, sono passati…..

I telefoni cellulari dei papà sono UGUALI. Insieme alle foto dei bimbi, in archivio hanno chi 400 ore, chi 100 ore, chi 200 ore di registrazioni, sia filmate che audio. Vivono nel terrore delle denunce “Quando vado a prendere mio figlio mi faccio accompagnare, registro tutto”.

Hanno timore di denunce di vario tipo. Alcuni sono stati accusati di pedofilia e ne sono usciti assolti, con le ossa a pezzi, soltanto dopo. La compagna di Francesco un giorno gli ha detto che voleva lasciarlo. Mentre ancora era in casa l’ha denunciato per rapina e stalker. E’ stato completamente scagionato, ma la denuncia che lui ha presentato per calunnia nei confronti della donna che lo ha accusato è stata archiviata. Ma almeno vede il bambino e per lui conta solo questo.

I bambini nel frattempo diventano spugne, assorbono tutto e hanno sintomi evidenti.

Quando lei mi ha buttato fuori di casa non ho visto mia figlia per 24 giorni. Quando l’ho rivista l’ho fatta salire sulle mie spalle, aveva 2 anni. Ha iniziato a prendermi a pugni sulla testa gridando sei un bastardo. Non sono parole di una bambina”.

Si chiama PAS, è alienazione genitoriale e si verifica quando un minore diventa una pistola puntata da un ex coniuge contro un altro, quando il rancore è tale che arrivi ad usare tuo figlio per annientare l’altro.

Mi dice che non vuole dormire con me per non far soffrire la mamma”.

Mamma mi ha detto che se dormo con te mi sveglio e piango perché voglio tornare da lei”.

Giuseppe sua figlia l’ha vista quando era piccola 5 ore a settimana in casa della madre, poi 7 ore. Adesso che ha 3 anni la vede due giorni a settimana, 1 solo pasto insieme, nessun pernotto. La felicità per lui è arrivata quando il giudice gli ha detto che da gennaio potrà dormire con lei due notti al mese. Ma la madre ha fatto ricorso preventivo. Sa già che il fatto turberà la bambina. E’ una veggente…..

Ma sono fortunato, finora non ho avuto notizie di false accuse nei miei confronti e la nostra vicenda non ha avuto alcun risvolto penale. Ho superato anzi una verifica delle capacità genitoriali disposta dal giudice con i servizi sociali e la psicologa Asl. Sono uscito perfettamente idoneo”.

Sono piccole storie ordinarie di padri normali, del loro Natale a metà.

E’ quel che resta di amori che dovevano durare per sempre ma si sono trasformati nel sentimento più forte: l’odio.

L’associazione Genitori per sempre di Messina è aperta a padri e madri separate. Ha una pagina facebook e questo è il link per chi volesse mettersi in contatto

https://www.facebook.com/associazionegenitoripersempremessina/?epa=SEARCH_BOX

L’associazione sta organizzando iniziative a sostegno del ddl Pillon che prevede il mantenimento diretto e tempi paritari. “A Messina abbiamo fatto appello al sindaco De Luca, che ha firmato la petizione. Vorremmo il registro della bigenitoralità che già esiste in tanti Comuni e consente ad entrambi i genitori di ricevere comunicazioni della scuola, di esercitare quel ruolo di padri e madri che tutti hanno, relativamente alla crescita del figlio”.

Si smette di essere marito e moglie. Non si smette mai di essere genitori.

Rosaria Brancato

0 commenti

  1. Cara Rosaria devo purtroppo commentare i tuoi due articoli sui padri separati, che da quanto leggo sono solo il frutto di racconti, spesso fantasiosi, di chi si professa “un povero padre separato”, anche perché oggi va di moda. Partendo dal presupposto che bisogna tutelare i minori, che non possono essere considerati degli oggetti da spostare da un domicilio all’altro a nostro piacimento, bisogna sottolineare alcune inesattezze descritte nei tuoi articoli. Ormai da anni esiste l’affido condiviso, che presuppone almeno tre ore per tre giorni a settimana, un fine settimana alternato, 5 giorni a Natale e 3 a Pasqua, e 15 giorni in estate. La PAS non esiste. E esistono milioni di donne separate che vivono situazioni peggiori e senza aiuti

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  2. brava!

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