Atm. Perdite per 3,6 milioni e patrimonio netto negativo per 35,5 milioni

Atm. Perdite per 3,6 milioni e patrimonio netto negativo per 35,5 milioni

Danila La Torre

Atm. Perdite per 3,6 milioni e patrimonio netto negativo per 35,5 milioni

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giovedì 10 Gennaio 2019 - 10:00
GESTIONE FOTI

Perdite d’esercizio per 3, 6 milioni di euro (per l’esattezza 3.607.101) e un patrimonio netto al 31 dicembre 2017 che riporta un saldo negativo pari a 35, 5 milioni di euro (per l’esattezza 35.523.393). Sono i numeri più significativi ed allarmanti del bilancio 2017 dell’Atm (che si riferisce alla gestione Foti), approvato dal Cda e già passato ai raggi X del Collegio dei revisori dei conti interno.

E proprio l’organo tecnico, presieduto da Felice Genovese e composto da Consuelo Maisano e Pietro Picciolo, scatta nella sua relazione una fotografia dalle tinte scure e non risparmia reprimende a chi ha amministrato l’azienda trasporti negli ultimi 10 anni ed anche al socio unico Comune. Tutti sapevano quanto drammatica fosse la situazione dell’Atm, ma nessuno ha fatto niente per arginare una crisi la cui evidenza è tutta nei numeri.

«La grave situazione dell'Azienda Trasporti Messina – scrivono nella relazione – andava affrontata e attenzionata con determinazione da parte di tutti i soggetti istituzionali interessati nel momento in cui cominciava a manifestarsi la preoccupazione di non poter rispettare gli impegni contrattuali. Nonostante le reiterate segnalazioni e i continui inviti del Collegio dei Revisori, non sono stati mai programmati quei provvedimenti in grado di incidere positivamente sul risultato economico/finanziario della gestione al fine di invertire quel trend negativo che ha creato serie incertezze sulla continuità aziendale costringendo l'Azienda ad operare in costante affanno ed all'inseguimento della necessaria liquidità per soddisfare gli impegni di spesa. Il servizio di trasporto pubblico erogato negli ultimi esercizi in assenza di un'adeguata stabilità finanziaria ha alimentato notevolmente la massa debitoria».

Secondo i revisori dei conti , la situazione patrimoniale al 31 dicembre 2017, che come detto riporta un saldo negativo pari ad € 35.523.393, è la prova della gravissima crisi dell’Atm, in quanto «conferma aspetti strutturalmente critici degli equilibri aziendali, in ragione certamente del continuo protrarsi della crisi di liquidità già più volte rilevata e comunicata al Socio, che da oltre un decennio a questa parte, è andata, anno dopo anno, sempre più ad aggravarsi e che ha costretto l'azienda ad operare in difficilissime condizioni con consequenziale insorgere di notevoli oneri impropri aggiuntivi, che sono stati anche causa del risultato economico negativo dal quale discende l'impossibilità di continuare ad operare in continuità aziendale».

Dall’analisi dei revisori dei conti , che in un tabella riportano la movimentazione del Patrimonio netto dal 2004, «emerge – scrivono testualmente – che il Patrimonio Netto espone un saldo negativo già a partire dall'esercizio chiuso al 31.12.2007. Da ciò ne discende che l'azienda ha operato nel corso di questi anni con mezzi propri finanziariamente inesistenti. La mancata immissione di risorse finanziarie a copertura delle perdite realizzate quantificate al 31.12.2017 in € 54.318.472 , ha determinato una totale compressione delle disponibilità monetarie correnti».

I revisori ricordano di aver più volte lanciato il grido d’allarme, rimasto tuttavia inascoltato: «Come già denunciato dal Collegio dei Revisori in innumerevoli verbali trasmessi agli Organi Responsabili dell'Azienda Trasporti ed al Socio Comune di Messina, la gravissima situazione economico-finanziaria dell’ ATM iniziata nel lontano Novembre del 2007 con rovinose ripercussioni sulla erogazione del servizio di trasporto pubblico, ha costituito un fenomeno di dissesto gestionale amministrativo con effetti recessivi che hanno via via depotenziato e frantumato una struttura potenzialmente rilevante. Tali scelte, operate da chi aveva il potere decisionale sulla partecipata unitamente al mancato controllo ed intervento dell'Ente proprietario, hanno contribuito a determinare lo stato di dissesto in cui versa oggi l’ATM».

«L'intensa fase di controllo, di proposte, di denunce e di indirizzo svolta dal Collegio dei Revisori dell'Azienda Trasporti Messina non ha trovato riscontro nelle sedi competenti al punto che non c'è più il sospetto ma la certezza che tutta questa attività sia stata volutamente sempre sistematicamente ignorata».

Il Collegio dei Revisori fa presente che il Comune di Messina ha l'obbligo non solo di verificare i risultati di gestione ma di approvare gli atti fondamentali e di provvedere alla eventuale copertura dei costi sociali, in altri termini inserire i risultati di gestione dell' Azienda Trasporti Messina nel proprio bilancio.

A tal proposito, i Revisori prendono atto che, il Consiglio Comunale, con delibera n. 85/C del 23 novembre scorso , ha approvato la rimodulazione del piano di riequilibrio ventennale del Comune di Messina nel quale è stato previsto un impegno per l'integrale copertura delle perdite pregresse dell'Azienda Trasporti Messina al 31 dicembre 2013 pari ad € 51.450.010 ed un ulteriore impegno pari ad € 29.346.964.

Genovese e colleghi plaudono anche alla messa in liquidazione dell’Atm, che viene giudicata come una «presa di coscienza dello stato dei fatti da parte dell'Ente proprietario e del Consiglio Comunale ». In altre parole, la ritengono la strada più sensata da seguire.

Danila La Torre

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