Il Comune punta su una SRR “territoriale”. A rischio un centinaio di dipendenti di Messinambiente e Ato3

Il Comune punta su una SRR “territoriale”. A rischio un centinaio di dipendenti di Messinambiente e Ato3

Francesca Stornante

Il Comune punta su una SRR “territoriale”. A rischio un centinaio di dipendenti di Messinambiente e Ato3

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mercoledì 30 Maggio 2012 - 15:36

L’amministrazione comunale ha inviato a Palermo la sua proposta per la costituzione di una “Società per azioni per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti” in ambito territoriale, prevedendo il reimpiego di 594 unità, ma…

lI destino dei dipendenti di Messinambiente e Ato3 si incrocia con quello della Società per azioni per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti (SRR). Nel bene e nel male. Nei giorni scorsi si è parlato di fusione della società d’ambito e di quella di via Dogali ma, in realtà, più che per la fusione delle due società, l’amministrazione comunale sta lavorando per garantire la trasmigrazione dei dipendenti di Messinambiente e Ato3 nella Srr, soggetto giuridico nuovo e con personalità giuridica propria, a cui per legge dovrà essere affidata la gestione integrata dei rifiuti.

Stamattina, il Comune ha inviato alla Regione, proprio in scadenza dei termini , fissati entro e non oltre il 31 maggio 2012, una proposta per costituire una Srr “territoriale” , usufruendo di quella possibilità recentemente concessa dalla legge regionale n. 26 del 9 maggio 2012 , che ha integrato e modificato la legge regionale n.9 del 2010. In base alla normativa del 2010, la gestione integrata dei rifiuti doveva essere affidata ad un SRR costituita, obbligatoriamente, dai comuni e dalle provincie regionali ricadenti nel territorio interessato, ma legge regionale del 9 maggio scorso, in ottemperanza a quanto disposto dal legislatore nazionale, ha invece concesso alla Regione il potere di individuare bacini territoriali di dimensione diversa da quella provinciale purché rispondano alle reali ed effettive necessità di efficienza, efficacia ed economicità del sistema regionale di gestione integrata del ciclo dei rifiuti.

La proposta inviata dal Comune al Dipartimento Regionale della Acque e dei Rifiuti, corredata delle informazioni e delle motivazioni espressamente richieste dalla legge, sarà valutata dall’amministrazione regionale, che dovrà predisporre entro il 30 giugno 2012 un piano di individuazione, approvato dalla Giunta Regionale, che sarà poi trasmesso alla Commissione legislativa competente dell’Ars per la formulazione del parere di competenza. Entro i 15 giorni successivi, l’esecutivo regionale individuerà gli specifici bacini territoriali di dimensione diversa da quella provinciale, che non potranno comunque superare il numero di otto.

Sullo sfondo di questo percorso burocratico – amministrativo si inserisce la questione occupazionale dei lavoratori di Messinambiente e Ato3, che sognano e a cui è stato promesso il riassorbimento nella nuova società che si occuperà della gestione rifiuti. Nella proposta redatta dal Comune e inviata a Palermo è espressamente previsto il reimpiego di 594 unità, di cui 540 sono quelli attualmente in servizio presso la società di via Dogali ed i restanti 54 impiegati nella società d’ambito territoriale. Tuttavia, nelle nuova Srr non ci sarà posto per tutti perché l’articolo 19 delle Disposizioni finali e transitorie della legge regionale n.9 del 2010 fissa paletti ben precisi e stabilisce che «l’ assunzione e/o gli inquadramenti hanno luogo a condizione che l’originario rapporto di lavoro dipendente o le progressioni di carriera siano state costituite o realizzate nel rispetto della normativa di riferimento o in forza di pronuncia giurisdizionale che abbia acquisito efficacia di cosa giudicata o a seguito di conciliazione giudiziale o extragiudiziale purché sottoscritta entro il 31 dicembre 2009». Nel caso di Messinambiente, sono ben 92 i lavoratori assunti in seguito ad una travagliata transazione con il Comune e a cui potrebbe essere sbarrata la strada per il passaggio alla nuova Srr. Ci sono, poi, gli avanzamenti di livello “sospetti” all’Ato3, da cui sono scaturite varie denunce alla Procura della Repubblica, presentate sia dalla Cgil che da alcuni consiglieri comunali.

Per un centinaio di lavoratori, dunque, la garanzia del posto di lavoro è tutt’altro che scontata. (Francesca Stornante)

Mercoledì, 30 maggio, 2012 – 17:36

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