Il ruolo del chimico, l’applicazione della normativa e le insidie dell’ecomafia

Il ruolo del chimico, l’applicazione della normativa e le insidie dell’ecomafia

Emma De Maria

Il ruolo del chimico, l’applicazione della normativa e le insidie dell’ecomafia

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mercoledì 12 Dicembre 2012 - 20:35

Intorno al pianeta rifiuti non si annidano solo i pericoli legati ad una cattiva gestione dello smaltimento, il pericolo più grande che può celarsi dietro ai rifiuti è legato alla presenza delle ecomafie.

Un percorso complesso e articolato, all’interno del quale centrale diviene la figura del chimico. Professionalità dalla quale dipende non solo la corretta applicazione della normativa in materia di smaltimento dei prodotti di scarto, ma anche la possibilità per il rifiuto di poter essere “riciclato” come materia prima o fonte energetica.

“Rifiuti: il ruolo del chimico tra autorizzazioni, controlli e sanzioni” è stato questo il tema del convegno, svoltosi questo pomeriggio presso la Sala della Consulta della Camera di Commercio, organizzato dall’Ordine provinciale dei Chimici di Messina.

L’esponenziale crescita di problemi e tematiche legate ad una corretta gestione e smaltimento dei rifiuti sono, per il professor Francesco Salvo, Presidente del Consiglio nazionale dei Chimici, il prodotto finale di un società consumistica che non può più nascondere le polvere sotto il tappeto: “Il fenomeno rifiuti ha fatto la propria comparsa nella seconda metà del 900. Crescita demografica, processo di industrializzazione insieme a sviluppo economico e tecnologico hanno determinato una crescita macroscopica dei prodotti di scarto frutto delle attività umane”.

Se dunque, da una parte la produzione di rifiuti appare inevitabilmente destinata ad aumentare, dall’altra non si assiste ad una parallela crescita dei processi di differenziazione e ad una effettiva regolamentazione delle discariche sul territorio: “Molti prodotti di scarto finiscono spesso all’interno di discariche incontrollate – denuncia Salvo – dove i rifiuti vengono sommariamente inceneriti e mai riciclati”.

Il Mezzogiorno si rivela ancora una volta fanalino di coda quando di parla di differenziata: -18% nel sud e nelle isole contro +50% nel nord-est del paese.

Tipologia di rifiuti, necessità per il chimico di accertarne con scrupolo la matrice e le responsabilità in capo al gestore della discarica sono stati al centro dell’intervento di Bartolo Capone : “Nel processo di campionamento del prodotto, finalizzato a distinguere la natura inerte, pericolosa o non pericolosa del rifiuto giunto in discarica per essere smaltito in sicurezza, bisogna risalire alle caratteristiche originarie con cui questo è stato assemblato – spiega l’esperto – certificazione che per legge spetta al produttore. La corrispondenza tra questa e caratterizzazione di base effettuata dal chimico spetta al gestore della discarica che dovrà smaltire il rifiuto”.

Intorno al pianeta rifiuti, però ,non si annidano solo i pericoli legati ad una cattiva gestione della smaltimento o della raccolta porta a porta, il pericolo più grande che può celarsi dietro lo smaltimento dei rifiuti , dove può celarsi alla presenza delle ecomafie.

E sulle difficoltà di individuare illeciti ambientali, connessi al processo di smaltimento dei rifiuti, si sofferma il dott. Tiziano Granata esperto di ecomafia di Legambiente: “Esiste una microcriminalità ambientale che si sostanzia, ad esempio, nel comportamento di un gommista che getta l’olio motore in un terreno nel quale pascolano regolarmente capi di bestiame o in un torrente – spiega – ed esiste una macrocriminalità o ecomafia che si nutre e sostanzia le proprie attività illecite, come accade in Campania, attraverso reati legati al ciclo dei rifiuti”.

Si parte dal presupposto che il rifiuto classificato come pericoloso ha un costo di smaltimento più elevato rispetto ad un rifiuto classificato come non pericoloso – spiega ancora Granata – ragione per la quale, le ecomafie tendono ad mischiare materiali tossici ad altri materiali al fine di ridurre il livello di tossicità al di sotto dei parametri previsti per legge. Il ruolo del chimico e la sua scrupolosa attività di campionamento diventano pertanto fondamentali al fine di individuare reati pericolosi per la salute della popolazione e per l’ambiente”.

L’allerta riguarda maggiormente le regioni che vivono l’emergenza rifiuti, esposte più di altre a reati di matrice ambientale: “Anche in Sicilia, in presenza dell’ennesima emergenza – sottolinea l’esperto di ecomafia – sono state recentemente introdotte pene più severe, misure che prevedono l’arresto in flagranza di reato”. (Emma De Maria)

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