Ghadaan: da venerdì 24 luglio a Messina l’Horcynus Festival ed i suoi itinerari per il futuro

Ghadaan: da venerdì 24 luglio a Messina l’Horcynus Festival ed i suoi itinerari per il futuro

Vittorio Tumeo

Ghadaan: da venerdì 24 luglio a Messina l’Horcynus Festival ed i suoi itinerari per il futuro

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mercoledì 22 Luglio 2020 - 09:25

11 giorni di programmazione con ingresso gratuito e prenotazione obbligatoria (esclusi gli eventi del 28 e 29 luglio con ingresso al costo di 5 euro)

Tutto pronto per l’Horcynus Festival che prenderà il via venerdì 24 luglio nei suggestivi spazi del Parco Horcynus Orca di Capo Peloro. Nonostante restrizioni e distanziamento sociale e nel pieno rispetto di tutte le norme vigenti, la manifestazione, giunta alla sua 18esima edizione, mantiene il suo impegno e si prepara alla fruizione del pubblico ed alla ricchezza dei suoi contenuti grazie all’organizzazione della Fondazione Horcynus Orca con Gaetano Giunta, presidente dei soci fondatori e segretario generale della Fondazione di Comunità di Messina e con la direzione artistica di Franco Jannuzzi per il cinema, Massimo Barilla per il teatro, Giacomo Farina e Luigi Polimeni per la musica.

Ad animare il Parco fino al 3 agosto, saranno undici giorni di programmazione con ingresso gratuito e prenotazione obbligatoria (esclusi gli eventi del 28 e 29 luglio con ingresso al costo di 5 euro previa prenotazione) allo scopo di intrattenere e conquistare i suoi visitatori attraverso una varietà di proposte in riferimento a tre grandi categorie, complementari ed interconnesse: Horcynus Social Festival in diretto contatto con il pubblico, mantenendosi in linea con tutte le disposizioni antiCovid, Horcynus Educational Festival ed Horcynus Lab Festival che coniugano ricerca e sperimentazione ad una visione didattica e laboratoriale.

Focus della rassegna e tema dominante è “ghadaan”, termine arabo che si traduce con “domani”. Sguardo rivolto prettamente al futuro, dunque, in questa imminente edizione dell’Horcynus Festival che invita a riflettere sull’urgenza di praticare nuove strade e nuovi percorsi economici e sociali, in netto contrasto alle sempre più dilaganti diseguaglianze, aggravate dai fenomeni della globalizzazione e del cambiamento climatico. Un filo conduttore lega questa alle passate edizioni: guardando al domani, infatti, le “metamorfosi” del pensiero e delle teorie e pratiche socio-economiche, della conoscenza e dell’istruzione ripartono ancora una volta dal territorio, coinvolgendolo in un itinerario di cambiamento.

Ad inaugurare il Festival sarà “Mondi Fragili”, spettacolo conclusivo del percorso comunitario dell’attore, poeta e artista Antonio Catalano. L’universo poetico di Catalano, l’artista-artigiano nato e cresciuto nel teatro sperimentale, è arrivato, proprio in questi giorni, tra i bambini e le famiglie di Fondo Saccà e della scuola Santa Lucia sopra Contesse, grazie ad una serie di incontri che culmineranno in una performance teatrale. Il programma della manifestazione renderà omaggio, inoltre, alla famiglia Bertolucci divisa da sempre tra versi ed immagine, con i film e i cortometraggi dei figli Giuseppe e Bernardo dedicati al padre Attilio.

A metà giugno abbiamo celebrato i vent’anni dalla scomparsa di Attilio Bertolucci – afferma Jannuzzi, direttore artistico per il cinema – ed ho pensato fosse giusto rendere omaggio, tra cinema e poesia, a tutta la famiglia in quanto, con caratteristiche e contorni diversi, la poesia del padre rientra sempre in maniera molto forte nel cinema dei figli Giuseppe e Bernardo”.

Grazie a due giornate interamente dedicate, inoltre, si conferma solida l’attenzione alle giovani generazioni: a partire dal mattino, infatti, bambini e ragazzi verranno accolti negli spazi del Parco con visite guidate al Museo Macho ed in serata potranno fruire delle proiezioni di film di Miyazaki e Fonte-Tripodi: “Un’incursione nel cinema per bambini e ragazzi – continua Jannuzzi – per indagare il rapporto cinema/infanzia e per essere da stimolo alle nuove generazioni”.

In programma, anche i corti di Paolo Benvenuti ( 25 e 31 luglio) sulla cultura popolare e contadina e, dal 30 luglio al 2 agosto, una retrospettiva sul cinema spagnolo emergente. Anche quest’anno e per la seconda volta, il Festival del Cinema Spagnolo torna a Messina con una selezione di qualità in versione originale sottotitolata in italiano, con titoli inediti ed anteprime assolute. Verrà celebrato il 50esimo anniversario della pellicola “Tristana” di Luis Buñuel e si chiuderà con “La hija de un ladrón” di Belén Funes, Premio Goya 2020 miglio opera prima. Moltissimi gli eventi e le attività correlate: uno spettacolo a cura di Astràgali Teatro, compagnia che dal 1981 vanta innumerevoli collaborazioni ed illustri ospitalità, seminari internazionali e reading, con la presentazione di “Ossa di Crita”, prima raccolta di poesie in dialetto reggino scritte da Massimo Barilla, drammaturgo, poeta, sceneggiatore e regista. Pubblicate a marzo 2020 da Mesogea Edizioni, le composizioni poetiche di Barilla “sono come pietre di inciampo disseminate lungo un percorso più che ventennale di ricerca e di scrittura che attraversando il teatro giunge ai versi”.

Tanta attesa per i Fanfara Station nella sezione Musica Nomade del Festival: “La musica è nomade per definizione – affermano Giacomo Farina e Luigi Polimeni, i due direttori artistici per la musica – Non ha bisogno, per spostarsi, di passaporti né di permessi di soggiorno e ancor meno di scafisti criminali o leggi per “regolamentare l’immigrazione”. E’ trasversale alle divisioni geografiche e politiche. Non ha bisogno di appartenere ad una religione, la musica, per cantare la grandezza del Creato”.

Alle 21.30 di martedì 28 luglio si terrà il concerto di questo strepitoso trio composto da Marzouk Mejer, Charles Ferri e Ghiaccioli Branzini che, attraverso la loro musica, celebrano l’epopea della diaspora africana e dei flussi che uniscono il medio oriente al Maghreb, all’Europa e alle Americhe. “E’ la curiosità alchemica di mescolare generi e stili che ci accompagna nelle scelte per il nostro Festival, – spiegano Farina e Polimeni – la commistione di suoni e atmosfere senza genere, soprattutto nelle produzioni originali che il festival concepisce, come restituzione artistica della ricerca-azione che la Fondazione opera nel territorio”.

Questa prima parte del festival si terrà al Parco Horcynus Orca dal 24 luglio al 3 agosto per poi riprendere, nella medesima location, dal 21 al 23 settembre e dal 5 novembre al 20 dicembre. Nei giorni del Festival, il Museo Macho resterà aperto, come di consueto, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.

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