Gianmarco Grifò: "Mi dò un voto alto, risultati che ripagano il lavoro svolto" INTERVISTA

Gianmarco Grifò: “Mi dò un voto alto, risultati che ripagano il lavoro svolto” INTERVISTA

Simone Milioti

Gianmarco Grifò: “Mi dò un voto alto, risultati che ripagano il lavoro svolto” INTERVISTA

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domenica 07 Agosto 2022 - 07:46

L'atleta della Power Team Messina, reduce dai Campionati Nazionali, intervistato ha detto: "È sempre un'emozione, ora devo ricaricare le batterie. Il mio futuro? Spero di entrare in qualche gruppo sportivo. Piano B la laurea in Scienze Motorie e Sportive"

MESSINA – Rientrato a Messina da Roma Gianmarco Grifò, della Power Team, prova a rilassarsi ma nella sua testa sono ancora fresche le emozioni dei Campionati Nazionali di Pietralata ma, visti i tempi della stagione agonistica di nuoto, il rientro in acqua è davvero dietro l’angolo.

Come ci racconta il classe 2002 nato e cresciuto in riva allo Stretto la preparazione inizia a settembre e prosegue tutti i giorni, “allenamenti due volte al giorno”, fino ad agosto. Almeno per chi come lui da 8 anni, quando era esordiente A, ha sempre staccato i “pass” per i Campionati Nazionali estivi, ultimo appuntamento della stagione.

Nel corso degli anni le gare veloci in vasca, 50 e 100 metri, sono state il suo terreno di battaglia preferito proiettandolo nella massima competizione nazionale sia nello stile libero che nella farfalla. Quest’ultimo suo stile di nuoto preferito in cui eccelle anche sui 200 metri. In questo 2022 a Roma ha infatti gareggiato a livello nazionale su tutte e tre le distanze della farfalla nella categoria Cadetti.

Lei ormai è un abitudinario dei Campionati Nazionali, che emozioni prova a partecipare ad una competizione con i più forti d’Italia?

“È sempre un’emozione, come fosse sempre la prima volta. Nonostante sia abituato a gareggiare con atleti di medio/alto livello la tensione e la paura le provo ugualmente, ma scompaiono solo quando entro in acqua. L’impianto in cui abbiamo gareggiato quest’anno era diverso, eravamo a Pietralata e non al Foro Italico la solita sede, quest’anno lì si nuoteranno gli Europei tra qualche settimana e si stavano facendo lavori. C’è stata molta tensione all’inizio, a causa di uno stop di due anni. Questo era il primo campionato italiano su cui puntavamo. Abbiamo lavorato molto bene quest’anno, il lavoro ripaga e i risultati sono venuti normalmente”.

Tra i più forti c’è anche lei. Quest’esperienza a Roma l’ha elevata ad un quarto posto nei 50 farfalla, a soli 8 centesimi dal podio, e il sesto posto nei 100 farfalla. Tra l’altro è il nuotatore proveniente da una squadra messinese che si è qualificato a più gare, tre, perché ci sono anche i 200 farfalla. Che voto si dà?

“Sicuramente mi dò un voto molto alto, per alcuni punti di vista è stato un risultato inaspettato, per altri no perché stavamo ricercando proprio questi risultati. Dal 2019 non miglioravo i miei tempi specie sui 50 metri. Abbiamo lavorato davvero tanto sia nella parte invernale che in quella estiva, in inverno i risultati non sono arrivati, ma il lavoro che potremmo definire perso è stato recuperato ampiamente in questa parentesi estiva”.

Il tecnico Luca Bombaci le ha fatto i complimenti, “Gianmarco merita un voto alto”, ha detto. Ma soprattutto ha ricordato fieramente come lei sia un powertino dagli inizi. Può raccontarci come si è avvicinato al nuoto?

“Nella mia famiglia lo sport principale era il calcio. Mio papà, mio nonno prima, ma anche i miei zii giocavano a calcio. Anche mio fratello inizialmente, poi si è avvicinato al nuoto verso i 15 anni. I miei genitori con me invece hanno iniziato prima, potremmo chiamarla una coincidenza, mi è sempre piaciuta la piscina. Ho iniziato a nuotare e sin da esordiente B partecipavo alle gare agonistiche. Crescendo è difficile migliorarsi, ma quando uno sport si fa con passione il tempo passa in fretta”.

Era l’unico Cadetto messinese, contestualmente viene indicato come un esempio da seguire per i più piccoli della Power Team, che effetto le fa?

“Molti pensano che il nuoto sia uno sport di squadra, io lo vivo più in modo individuale. I compagni e la squadra ti aiutano a migliorare, ma è uno sport in cui il 60% del lavoro è testa, mentalità e forza psicologica. La stagione inizia presto verso settembre e finisce i primi di agosto, un anno intero di allenamenti due volte al giorno per tutti i giorni. È uno sport pesante e in pochi riescono ad eccellere. Eravamo pochi messinesi a partecipare, essere l’unico Cadetto mi fa ben sperare perché mi fa capire che tutti i sacrifici vengono ripagati e probabilmente gli esordienti e comunque i più piccoli della mia squadra mi prendono ad esempio per dare di più”.

Nella sua esperienza ha visto molte strutture sia in ambito regionale che nazionale, dove si colloca Messina in quanto a strutture secondo lei?

“Come livello di strutture credo che Messina possa migliorare. L’impianto della Cittadella Sportiva Universitaria è bellissimo, non solo per il nuoto ma anche per gli altri sport. Penso però che sia sottovalutato come anche la piscina dove ci alleniamo noi a Villa Dante. Per il nuoto a livello agonistico credo che la chiusura delle piscine coperte sia un bel problema, conosco atleti siciliani che per eccellere si trasferiscono al Nord, Torino e Milano, ma anche a Roma”.

Il suo allenatore ha già parlato di preparare la prossima stagione. Ci sta pensando anche lei o staccherà qualche settimana?

“È difficile staccare la spina dopo 11 mesi di allenamento, ma inevitabilmente il corpo ha bisogno di riposarsi. Io in estate il mio tempo lo occupo andando al mare o vado via da Messina giusto una settimana. Qualche volta mi manca la piscina e mi ritrovo a nuotare, ma giusto un paio di volte. Ho solo un mese di riposo e quindi devo approfittarne per ricaricare un po’ le batterie”.

Riguardo al suo futuro? Pensa di far diventare un lavoro questa sua passione sportiva?

“Credo che il nuoto difficilmente possa diventare un lavoro, anche gli atleti di alto livello professionisti non riescono a vivere solo con lo sport. Ci deve essere sempre un piano B, un piano di riserva, io nonostante gli impegni studio e sono al secondo anno di Scienze Motorie e Sportive. Il mio sogno sarebbe riuscire ad entrare in qualche gruppo sportivo e farlo diventare, per alcuni anni, un lavoro. So che è difficile e ci vorrà tanto tanto allenamento, i risultati di quest’anno mi ci fanno sperare e mi danno la carica giusta”.

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