Giorno del ricordo, la politica: mai più tragedie come le foibe

Giorno del ricordo, la politica: mai più tragedie come le foibe

mario meliado

Giorno del ricordo, la politica: mai più tragedie come le foibe

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giovedì 10 Febbraio 2022 - 18:15

REGGIO CALABRIA – Maggioranza, opposizione, ogni politico fa sua la valenza del Giorno del Ricordo in cui oggi, come ogni 10 febbraio, si commemorano i martiri delle foibe.

Mancuso: ribadire il “no” a ogni odio etnico

«È parte della psicologia positiva, di cui c’è un forte bisogno per costruire un futuro di crescita condivisa, rinnovare nel Giorno del Ricordo istituito con legge nel 2004 – osserva il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso – grazie a una maggioranza trasversale e alla mobilitazione delle massime istituzioni dello Stato, la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe che è parte integrante della storia comune nazionale.

Accantonati gli effetti strumentali della memoria negata per troppo tempo su quei drammatici avvenimenti e la logica perversa delle memorie divisive, è più che opportuno ribadire, a partire dalle Istituzioni ad ogni livello e in particolare dalle scuole di ogni ordine e grado, la contrarietà incondizionata verso ogni odio etnico e verso ogni forma di nazionalismi e totalitarismi cruenti e oppressivi».

Bruni: il negazionismo, operazione diabolica

E dalle fila della minoranza (e del Gruppo misto nello specifico), Amalia Bruni rileva che «il negazionismo è uno dei mali che avvelena il nostro tempo. Mettere in dubbio dolorose tragedie che hanno segnato la nostra epoca è un’operazione diabolica per nascondere la follia e la cattiveria che il genere umano ha messo in atto nel corso dei secoli. Ecco perché Il Giorno del Ricordo che si celebra oggi è importante per farci riflettere al pari della Shoah.

Le Foibe rappresentano un’altra pagina tragica della nostra storia, per molto tempo ignorata o addirittura negata, ma – fa presente l’ex candidata alla Presidenza per la coalizione di centrosinistra – le famiglie che hanno vissuto le atroci sofferenze che gli italiani d’Istria, della Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi del maresciallo Tito, non dimenticheranno mai. E noi insieme a loro. Il nostro pensiero commosso va ai familiari di migliaia di italiani che si trovarono, loro malgrado e senza nessuna colpa, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, a passare dal regime del nazifascismo a quello del comunismo. Decine di migliaia di italiani, esuli, furono cacciati, perseguitati, respinti, torturati, trucidati e gettati nelle fosse carsiche, follia del genere umano. Fu messa in atto una sorta di pulizia etnica che colpì in modo violento una popolazione inerme e senza colpe. È doveroso rivolgere alle vittime di queste atrocità: ai profughi, ai loro discendenti un pensiero affettuoso e commosso».

E invoca poi la consigliera regionale lametina: «Mai più tragedie come questa. Non finiremo mai di chiedere perdono a chi le ha ingiustamente e immotivatamente subite».

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