Giorno della Memoria a Messina. Aniomrid e Nautico insieme per "un faro sui pericolo di oggi"

Giorno della Memoria a Messina. Aniomrid e Nautico insieme per “un faro sui pericolo di oggi”

Redazione

Giorno della Memoria a Messina. Aniomrid e Nautico insieme per “un faro sui pericolo di oggi”

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venerdì 28 Gennaio 2022 - 11:00

Testimonianze e cenni storici per "non dimenticare" per i ragazzi delle quinte classi del Nautico

MESSINA – Celebrata dall’Associazione nazionale Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Decorati la giornata della memoria che ha visto protagonisti attivi, su piattaforma digitale Google Meet, gli studenti delle quinte classi dell’Istituto Tecnico Nautico Caio Duilio di Messina.

A coordinare e moderare l’incontro volto a commemorare le vittime dell’Olocausto, l’avvocata Silvana Paratore che ha sostenuto come col passare degli anni e con l’esaurirsi di testimonianze dirette, diventa sempre più rilevante commemorare la Giornata della Memoria nelle scuole, affinché il “non dimenticare” educhi le generazioni future all’eliminazione del pregiudizio ed ad una visione della vita più inclusiva ed accogliente. La memoria quale mezzo di contrasto per la peggiore delle pandemie: l’odio e l’intolleranza. Un’occasione la giornata della memoria, ha ripetuto più volte la Paratore, per ricordare, ma anche per unirsi in una comunione emotiva e civile contro ogni forma di discriminazione.

Gli intervenuti all’evento

Dopo i saluti istituzionali del pro-rettore professore Giovanni Moschella che ha affermato come l’Università di Messina rinnova ogni anno il suo impegno nella celebrazione della Giornata della Memoria quale occasione di riflessione, dialogo e approfondimento su una delle più grandi tragedie della storia dell’umanità, è intervenuto Francesco Frazzetta, Presidente dell’Associazione nazionale insigniti dell’ordine al merito della repubblica italiana e decorati Aniomrid, che ha sottolineato come il tema dell’iniziativa non è soltanto la memoria di una delle pagine più infami della nostra storia – l’emanazione delle leggi razziali, la discriminazione, la persecuzione e lo sterminio di ebrei, sinti, omosessuali, disabili – ma anche, e soprattutto, il valore attuale e politico del ricordo, l’impegno di combattere la discriminazione in qualunque sua forma. Il futuro della memoria quale incontro fra il ricordo collettivo del passato e l’assunzione di un nuovo ruolo civile, nella società del presente e del futuro.

Degno di attenzione il contributo della dirigente scolastica dell’Istituto Tecnico Nautico Caio Duilio di Messina professoressa Maria Schirò che ha affermato come educare alla solidarietà, al rispetto, all’accoglienza sono i valori che noi vogliamo oggi ricordare e tenere vivi nella formazione scolastica dei ragazzi che diventeranno cittadini del mondo perché è proprio tra i banchi di scuola che si forma la coscienza e la consapevolezza dei giovani che si debbono confrontare con un mondo fatto di diversità e ricchezze culturali. A porgere il saluto in rappresentanza del Questore di Messina, il Commissario Capo della Polizia di Stato Salvatore Gulizia che ha posto l’accento sull’informare per formare sottolineando l’impegno della questura in iniziative di elevato valore umano, sociale e storico.

Racconti dell’Olocausto

Interesse ed attenzione hanno suscitato gli interventi dei relatori della webinar. Ad intervenire il professore Santi Fedele già ordinario di storia contemporanea dell’Università di Messina che ha ripercorso alcune tappe storiche. Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche arrivavano nella città polacca di Osviecim (in tedesco Auschwitz) scoprendo il vicino campo di concentramento, liberandone i prigionieri sopravvissuti e così svelando al mondo l’orrore della Shoah, il genocidio del popolo ebraico messo in atto dal nazismo. il Novecento ha affermato Fedele, è stato il secolo più violento nella storia dell’umanità, perché più potenti gli strumenti di distruzione e di morte disponibili. Un secolo che ha presentato una tragica sequela di atrocità: i campi di concentramento sovietici, le esplosioni di Hiroshima e Nagasaki, le cruente guerre tribali nell’Africa nera, il genocidio cambogiano ecc. Eppure in questa tragica galleria di orrori la shoah e Auschwitz rappresentano, ha affermato il docente universitario, un unicum e ciò perché mai prima uno Stato si era arrogato il diritto di decidere che dei gruppi umani non hanno più diritto di vivere su questa terra fissando i luoghi e i tempi del loro sterminio e perché milioni sono state le vittime dei campi di concentramento di varia natura sorti nel corso del XX secolo, ma in uno ed uno soltanto di essi, quello nazista, la morte dei deportati non era la conseguenza di denutrizione, malattie ecc. ma l’obiettivo preciso di una struttura predisposta al loro annientamento ed infine perché il lager nazista è il luogo in cui i livelli d’efficienza cui è pervenuta la macchina burocratica e l’utilizzo dei primi sistemi informatici (le schede perforate approntate dalla consociata tedesca dell’Ibm per la contabilizzazione delle vittime) si capovolgono in terrificanti strumenti di sterminio.

A seguire è intervenuta la professoressa Teresa Lazzaro referente del progetto Rimembranze dei bambini di Bullenhuser Damm che ha ricordato una storia densa di emozioni. Il 25 gennaio 2022 un’anziana signora si è fatta accompagnare al roseto di Bullenhuser Damm ad Amburgo per rendere vivo il ricordo dei venti bambini scelti da Mengele per gli esperimenti medici atti a scoprire il vaccino della tubercolosi. La signora che è tornata in Germania è stata ospite del Bundestag e sulle orme di Elie Wiesel e Shimon Perez ha raccontato la sua storia. Inge Auerbacher fu rinchiusa a Terezin dove contrasse la tubercolosi e fu trai i meno di cento bambini a tornare a vivere. A Terezin arrivarono quindicimila bambini.

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