Gli omicidi di mafia a Barcellona, "schiaffo" del boss al pentito. Di Salvo parlerà ancora?

Gli omicidi di mafia a Barcellona, “schiaffo” del boss al pentito. Di Salvo parlerà ancora?

Alessandra Serio

Gli omicidi di mafia a Barcellona, “schiaffo” del boss al pentito. Di Salvo parlerà ancora?

venerdì 12 Aprile 2024 - 07:00

Tutto quello che c'è da sapere sulla dissociazione del reggente dei barcellonesi dalla famiglia mafiosa

MESSINA – La clamorosa dissociazione di Salvatore “Sam” di Salvo dalla famiglia mafiosa di Barcellona si consuma all’ombra dell’ultima inchiesta della Direzione distrettuale antimafia che ricostruisce i retroscena di sette omicidi risalenti nel tempo, scattata lo scorso 10 gennaio.

fabrizio monaco, vito di giorgio
Fabrizio Monaco e Vito Di Giorgio

A un passo dalla chiusura delle indagini, recentemente notificata a tutti gli indagati, il reggente del clan del Longano ha chiesto di interloquire col magistrato che meglio conosce gli equilibri mafiosi del messinese, il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, che ha raccolto le sue dichiarazioni insieme al collega Fabrizio Monaco. E lo fa per “aggiustare il tiro” delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia “pesante” quanto controverso, Carmelo D’Amico proprio su quegli omicidi.

Freddato sotto gli occhi della figlia

angelo ferro
Angelo Ferro

Così, Di Salvo smentisce il pentito, ex capo dell’ala armata dei barcellonesi, sull’omicidio di Angelo Ferro. Secondo D’Amico l’agronomo 57enne freddato il 27 maggio del ’93 sotto gli occhi della figlia pagò con la vita l’aver “venduto” il boss catanese Nitto Santapaola, arrestato 9 giorni prima. Non so perché D’Amico si auto attribuisca questo omicidio, dice in sostanza Di Salvo, non lo abbiamo commesso né io né lui ma Eugenio e Filippo Barresi. “Mi assumo la responsabilità di aver saputo di quell’omicidio”, confessa comunque.

Il delitto del ’98 a Santa Lucia

sam di salvo
Sam di Salvo

Di Salvo scrive un’altra verità anche a proposito dell’omicidio di Fortunato Ficarra, ucciso l’1 luglio 1998 a Santa Lucia del Mela, attribuendola a D’Amico quasi “a titolo personale”: Il clan non aveva interesse a uccidere Ficarra (…) D’Amico mi attribuisce il ruolo di mandante. E’ vero che mi mise a conoscenza di questo fatto. In questo modo secondo lui informò il clan. D’Amico non ha ricevuto dal clan alcun compenso per questo omicidio, che forse ha ricevuto dalla persona alla quale fece questo favore di uccidere Ficarra…”.

Il ruolo di Pietro Nicola Mazzagatti

Un altro tassello importante delle dichiarazioni di Di Salvo riguarda Pietro Nicola Mazzagatti, l’imprenditore di Santa Lucia del Mela considerato organico alla famiglia mafiosa, dagli inquirenti, tanto da aver subito negli anni sequestri a più riprese. L’ultimo guaio giudiziario risale al gennaio scorso, quando Mazzagatti era già al 41 bis. Per Di Salvo, però, lui non c’entra niente col clan.

Di Salvo si dissocia ma non collabora

La dissociazione di Di Salvo riempie poco più di un paio di pagine, depositate agli atti dell’inchiesta “Inganno” che a breve andrà al vaglio del giudice delle indagini preliminari. Nel verbale, Di Salvo ha chiarito di volersi dissociare da Cosa nostra barcellonese ma di non voler riferire di responsabilità di altri soggetti. Si dissocia ma non si pente insomma. E resta affidato al patrocinio legale dei suoi storici difensori, gli avvocati Tino Celi e Tommaso Calderone.

13 anni di carcere duro

Resta quindi anche al carcere duro, dove è confinato dall’ormai lontano 2011, dopo l’arresto nel 2010, quando proprio il pool di magistrati di cui faceva parte Di Giorgio chiese e ottenne il 41 bis per “Sam” e altri cinque esponenti del clan. Per gli inquirenti Sam Di Salvo è stato a lungo il reggente del clan per Gullotti, il più vicino al vertice storico della famiglia dei barcellonesi e quello a cui facevano riferimento tutti i “nuovi volti” della famiglia, impegnati a fare affari anche con le imprese edili e gli appalti, anziché con i business criminali “classici”. Ed era stato sempre lui, secondo gli inquirenti, ad occuparsi della latitanza di Santapaola nel messinese. Ha sulle spalle l’ergastolo in via definitiva per 3 omicidi. E ha incassato un’assoluzione un anno fa, quando la Corte d’Appello di Messina lo ha scagionato dall’omicidio Pelleriti nel quale era stato chiamato in causa ancora una volta dai pentiti.

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