Il caos di Palermo e il “museo della politica…” di Messina

Il caos di Palermo e il “museo della politica…” di Messina

Il caos di Palermo e il “museo della politica…” di Messina

domenica 11 Marzo 2012 - 14:42

A Palermo in vista delle amministrative è guerra tra i partiti ma viene una lezione di politica che Messina non apprenderà mai

Il caso Palermo con il caos che sta generando e la guerra di tutti contro tutti, induce ad un paragone con la realtà messinese. Alla vigilia delle elezioni per il Comune di Palermo il Pd decide di utilizzare la strategia di Tafazzi (l’omino vestito di nero portato in scena da Aldo, Giovanni e Giacomo, che aveva l’abitudine d’infliggersi colpi di bastone nelle parti intime, pur rafforzate da un’imbottitura), mentre nel centro destra va in scena la farsa. In entrambi i casi però, il particolare che emerge sono due volti: da un lato Fabrizio Ferrandelli, 31 anni, vincitore delle primarie del centro sinistra e dall’altro Massimo Costa, 34 anni, iniziale candidato del Terzo Polo trasformatosi poi in un ipotetico candidato del centro-destra. I due sono giovani, o almeno, lo sono secondo i canoni della nostra vecchissima politica che ci ha abituato a vedere da secoli sempre le stesse facce tanto che ormai li votiamo perché, a furia di vederli, ci siamo convinti che siano nostri nonni, zii, parenti lontani. Quel che sta accadendo a Palermo, pur nel caos più totale anche per l’elettore avvezzo ai trasformismi è che entrambi i candidati hanno un non so che di nuovo, fatto questo che a Messina non avverrà mai. Saremo costretti a tenerci trasformismi e inciuci ma il nuovo possiamo scordarcelo. Provo a descrivere quanto sta accadendo a Palermo. Il Pd, non contento dell’esito disastroso delle primarie nelle più grandi città italiane (vedi Milano, Genova, Napoli) dove ha stravinto un non-Pd, decide di tirare dritto e affronta la mannaia. Quattro i candidati: Rita Borsellino (sostenuta da un pezzo di Pd, Sel, Idv e movimenti cittadini), Davide Faraone (sostenuto da un altro pezzo di Pd), Antonella Monastra (sostenuta da un terzo pezzo di Pd) e Fabrizio Ferrandelli (ex Idv fino a due giorni prima, in rotta con Leoluca Orlando, che si allea con un altro pezzo di Pd, quello di Lumia e Cracolici che sostiene l’appoggio all’Mpa alla Regione). Alle primarie votano 30 mila palermitani e vince il giovane Ferrandelli. Si scatena un putiferio. Troppe stranezze nei seggi, tanto che è in corso anche un’inchiesta nei confronti di una rappresentante di lista di Ferrandelli, il Pd chiede il riconteggio e si rivolge al comitato dei garanti lamentando “brogli”. Orlando contesta le primarie “truccate” e se ne fa fuori. Nel frattempo Striscia la notizia inguaia Davide Faraone, “capo dei rottamatori palermitani”, mostrando in un servizio uno strano intreccio tra voti e promesse di lavoro. Insomma il centro sinistra va al voto senza un candidato ufficiale e finirà col regalare su un piatto d’argento la vittoria agli avversari. La strategia di Tafazzi appunto. Mentre il Pd va in pezzi sull’altro fronte avviene un’altra bizzarrìa. Il Terzo Polo annuncia trionfante la scelta del giovane presidente del Coni, Massimo Costa, 34 anni: belloccio quanto basta, come Ferrandelli, giovane, come Ferrandelli, ambizioso, come Ferrandelli e anche spregiudicato,(come Ferrandelli che non ha rifiutato l’appoggio dietro le quinte di Lombardo alle primarie). Talmente spregiudicato che, dopo essere stato incoronato da Fli, Udc ed Mpa due giorni dopo in conferenza stampa apre le braccia e le porte nientepopòdimenoche ad Alfano, al Pdl ed al Grande sud. Nello spazio di poche ore quindi, con un triplo salto carpiato Costa da candidato del Terzo Polo è diventato candidato dell’Udc e del centro destra che vorrà appoggiarlo, perché Fli ed Mpa hanno girato i tacchi gridando al “tradimento”. Peggio di Cammarata pensavamo fosse impossibile, invece ci stiamo avvicinando. Il caos che regna a Palermo porta ad una riflessione: state tranquilli, a Messina non accadrà mai nulla di simile. Rassicuratevi, non ci sarà nessun “ambizioso” che rompe col suo leader e si scommette in prima persona con idee nuove. Non ci saranno mai 4 (dicasi 4) candidati alle primarie perché nessuno oserà mai andare contro i padri-padroni e soprattutto non ci sono giovani che scalpitano neanche per fare da comprimari ,men che mai nel centro destra dove li fanno restare sotto coperta salvo rispolverarli in occasione dei congressi. Figuriamoci poi, non avremo mai la nostra Rita Borsellino. Una donna, non scherziamo, a noi se ci va bene la mettono all’assessorato alle Pari opportunità e deve pure dire grazie. Se mi giro indietro vedo sempre gli stessi volti che hanno semplicemente cambiato poltrona o incarico o partito negli ultimi 30 anni. Non è possibile che in 30 anni Messina non abbia partorito un Matteo Renzi o un Ferrandelli ma neanche un Alfano. La colpa è anche mia, di quelli della mia generazione di quarantenni che non abbiamo mai fatto nulla per provare ad opporci, a spostarli di un centimetro dall’attaccamento spasmodico al potere. Io lo sento tutto il senso di grande responsabilità che ho nei confronti delle nuove generazioni. E’ colpa mia se oggi a Messina regna quella che giustamente Francesco Celi sulla Gazzetta del sud ha definito “gerontocrazia”. Forse qualcuno si sentirà rassicurato sapendo che quel che sta accadendo a Palermo a Messina non accadrà mai, ma io preferisco quel caos, perché dal caos nasce la scintilla, dal caos è venuta la vita. Quando è tutto immobile, mummificato (anche anagraficamente) si appassisce e basta, diventa un “Museo della politica…”

Rosaria Brancato

5 commenti

  1. Palermo è a 250 km. di distanza da Messina.
    Sono più vicine Milano e Torino, Napoli e Roma….
    questa distanza trasforma Messina e provincia in colonia…..quindi non esiste autonomia politica a Messina….sono sempre gli stessi asserviti al sistema….. non scelti dai messinesi.

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  2. Francesco Guzzetta 11 Marzo 2012 17:45

    Mi spiace di non potere condividere la sua conclusione. Non il resto dell’articolo; e neanche la diagnosi di Messina città areattiva, una sorta di museo. In realtà, oggi da una persona come lei, che immagino giovane e reattiva ci si aspetterebbe una conclusione esplicitamente diversa, distinta dalla tendenza piagnona così comune dalle nostre parti. Non credo le sfugga che anche a Messina forze minoritarie vive e reattive (basti pensare ai numerosi movimenti d’opinione che cercano di farsi avanti, e mi riferisco a quelli autentici che desiderano il vero cambiamento e non mimetizzano un sottostante desiderio di “cambiare perchè nulla cambi”)).
    Certo, i poteri evidenti della “gerontocrazia” che lei stessa rinforza senza volere sono lì pronti a scoraggiare. Ma non le viene il dubbio che i poteri dei “vecchi gerontocrati” si stanno fisiologicamente arrugginendo ? C’è oggi uno strumento di comunicazione già collaudato (pensi a quello che sta succedendo nel nordafrica o nelle nostre grandi città alle elezioni amministrative, di cui Palermo è un esempio), internet, che potrebbe stravolgere e stravolgerà gli antichi metodi soporiferi con cui i padroni si rivolgevano ai clienti.
    Questo bisogna dire ai giovani: le vostre idee possono essere comunicate a tutti gli utenti crescenti dei mezzi informatici; tutti si accorgeranno di essere vivi e vitali, anche a Messina è possibile evitare la “museificazione”. Dateci sotto.

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  3. E’ vero che Messina ha vissuto e vive una situazione di colonialismo politico, ma come il sig. Guzzetta ha fatto notare, nella nostra città esiste una positiva reazione che si esprime con dei movimenti totalmente indipendenti dalla politica.
    Sono l’espressione di una città viva, che non vuole più accettare sudditanze e depredazioni, una città che vuole riconquistare la sua identità.

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  4. L'Osservatore 12 Marzo 2012 14:50

    Oserei dire: E meno male!!!
    Meno male che ciò che è accaduto a Palermo non accadrà mai a Messina (e mi auguro anche nelle altre provincie siciliane..).
    Quella a mio modesto parere è un esempio di antitesi della politica o quello che NON dovrebbe essere.
    Faccie nuove si, che abbiano voglia di “rompere” col passato ben vengano! Ma non come Ferrandelli e Costa!
    Essi sono il “vecchio” mascherato da “nuovo” diciamo sotto mentite spoglie.
    Quanto alla “gerontocrazia” messinese sarebbe destinata a morire, salvo resuscitare con il nome di qualche figlio/nipote “d’arte”: “cambiare tutto per non cambiare nulla…” a buon intenditor…

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  5. Io mi auguro che cambi tutto e che Messina ottenga l’autonomia della sua provincia.
    Palermo e Catania hanno un’alta concentrazione mafiosa che conta e tanto nelle scelte …Messina …non conta nulla in questo senso…può solo subire e subisce…. ed ha subito tanto. E’ subirà… senza autonomia.

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