Hopp Everywhere: la nuova realtà del lavoro flessibile

Hopp Everywhere: la nuova realtà del lavoro flessibile

Giulia Greco

Hopp Everywhere: la nuova realtà del lavoro flessibile

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lunedì 22 Marzo 2021 - 08:14

Hopp Everywhere: la nuova piattaforma per il lavoro flessibile nata dall’idea di un gruppo di ragazzi italiani, tra cui due messinesi, basata su concetti di nearworking, sostenibilità e innovazione.

Si dice che da situazioni avverse nascano le idee migliori. La pandemia ha generato creatività e visioni innovative, dovute alle circostanze che ci hanno costretto a stravolgere la nostra quotidianità. Un gruppo di quattro ragazzi italiani che vivono in diverse città d’Europa, ha deciso di realizzare un progetto erede dei tempi che viviamo: offrire alle aziende accesso a spazi di lavoro flessibili per i propri dipendenti da remoto. Questo è Hopp Everywhere: start-up nata con questo scopo, a Settembre 2020 a Monaco di Baviera – in cui vivono due dei fondatori Diego Buonanno e Carlo Ciliberto. Generazione della prima metà degli anni ’90, Diego, Carlo, Alberto Nicòtina e Marco Barion, compongono un team sinergico e coordinato, avendo sviluppato le rispettive carriere in ambiti professionali diversi: due architetti, rispettivamente General e Product Managment, Legal Managment e Technology Managment.

Abbiamo avuto il piacere di approfondire questa nuova realtà con Carlo, co-fondatore e general managment del progetto, nonché figlio della città dello Stretto.

Il vostro biglietto da visita dice “il tuo prossimo spazio di lavoro è ovunque” perché? Come è nato il progetto?

Il progetto nasce da un’osservazione generale, che trova riscontro nelle nostre esperienze personali: stare in ufficio per otto ore al giorno ed essere produttivi non sono necessariamente due realtà correlate. Che il presenzialismo rappresenti un male cronico della nostra cultura del lavoro è noto da tempo, anche prima della pandemia. L’emergenza sanitaria non ha fatto altro che rendere più evidente e dare una spinta ad un processo già in atto: possiamo essere produttivi, anzi forse ancora più produttivi, fuori dagli uffici. Allo stesso tempo, però, Hopp sostiene che invadere gli spazi casalinghi con il lavoro, doversi mettere sul proprio divano di casa 8 ore in remoto toglie la possibilità di separare l’ambiente domestico dall’ambiente lavorativo soluzione non sostenibile. Noi crediamo che le case debbano rimanere case, e gli uffici debbano rimanere uffici.

Il vostro ruolo nei rapporti con le aziende ed i provider di spazi di lavoro in cosa consiste?

Noi agiamo da “single-contact-point” tra l’azienda che vuole avere il suo team che lavora da remoto e una moltitudine di spazi di lavoro flessibili “Hopp-verified” e disponibili “on-demand”, ognuno dei quali offre soluzioni diverse e costruisce il proprio concept innovativo.

Quello che Hopp fa è mettere insieme in un’unica piattaforma gli spazi di coworking già presenti sul mercato e proporre ai datori di lavoro, cioé alle aziende, di acquistare un credito da mettere a disposizione dei propri dipendenti per sfruttare questi spazi, vicini a casa e perfettamente attrezzati per essere usati come uffici. Inoltre la priorità per le aziende quando si parla di lavoro agile, o remote working, è assicurarsi che gli spazi di lavoro dei propri dipendenti risultino sicuri, salubri, che incentivino la produttività e siano dotati di tutto quanto necessario perché il lavoro venga svolto senza intoppi.

Ci sono delle caratteristiche alle quali deve rispondere chi vuole collaborare con Hopp?

La “Hopp verification” è il fulcro del nostro servizio. In linea teorica, qualsiasi luogo idoneo a lavorare può essere incluso nella nostra rete, che sia un bar, un hotel, una libreria, l’importante è che vi siano quelle caratteristiche necessarie ad un corretto svolgimento di remote working come sedie ergonomiche, connessione internet, e – in questo periodo – che siano adottate adeguate misure anti-Covid. In pratica, nella maggioranza dei casi i provider presenti nella nostra rete sono principalmente coworking. Tuttavia dobbiamo staccarci dall’idea che abbiamo dei coworking come grandi spazi comuni più simili a biblioteche universitarie che ad uffici veri e propri. Oggi la maggioranza dei nostri partner workspace propone soluzioni innovative che garantiscono la privacy lavorativa, così come aree giochi per chi ha figli, aree all’aperto che consentono di non separarsi dai propri animali domestici, o workshop per il potenziamento delle abilità professionali.


Qual è la vostra visione del futuro del lavoro? Rientra anche una visione ecosostenibile?

Noi immaginiamo un futuro fatto non solo di supermercati, chiese e farmacie di quartiere, ma anche di uffici di quartiere. I benefici per l’ambiente che questo modello porta con sé sono evidenti: la riduzione delle emissioni nocive dovute agli spostamenti fisici che ogni lavoratore affronta quotidianamente. Il vantaggio non è solo per le aziende e i coworking, ma anche per la società in generale: meno inquinamento, meno traffico nelle ore di punta, meno stress per tutti. La nostra sede legale é a Monaco di Baviera, in Germania. Da questo punto di vista privilegiato sull’Europa centrale notiamo che la richiesta per queste soluzioni è alta, e l’ecosostenibilità è una delle ragioni fondanti.

Quanto la mobilità cittadina e il concetto di nearworking dovrebbero essere valorizzati e valutati in questa nuova visione sociale che ci si è prospettata?

Noi stiamo già assistendo ai benefit di quello che succede nelle grandi città: ognuno sta riscoprendo che non c’è bisogno di andare troppo lontano per lavorare. Lavorare da casa è una soluzione limitante per una serie di fattori: spazi piccoli, distrazioni e commistione tra vita personale e professionale. D’altra parte, abbiamo scoperto che non è più necessario fare commuting verso la sede centrale dell’ufficio, spesso nei centri città, ma appunto fare uso di luoghi di lavoro adeguati, vicino casa. Nel lungo periodo questo implica la necessità di ridisegnare il tessuto urbano, rivalutando e ripopolando le periferie.

Ritenete Messina un terreno fertile per questa modalità di lavoro?

Assolutamente sì. Sempre più i grandi brand di coworking stanno aprendo uffici flessibili non solo nei grandi centri, ma soprattutto nelle città di medie dimensioni, con un occhio di riguardo per quelle realtà che offrono clima mite e condizioni di vita vantaggiose. Per questo considero Messina una città con un alto potenziale, non solo perché ha tutte le caratteristiche appena citate, ma anche perché, a dispetto della sua autopercezione, è una città metropolitana, centro di commercio e grande movimento di pendolari tra buona parte della Sicilia e della Calabria, dove peraltro abbiamo già diversi partner. Città come Messina potrebbero essere le candidate principali essendo un luogo completo, bello ed accogliente, con appunto un grande potenziale. Sono convinto, in definitiva, che il futuro del lavoro possa fare tappa qui.

Come contattare Hopp Everywhere:

www.hoppeverywhere.com

info@hoppeverywhere.com

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