Il caso Galvagno e la necessità della responsabilità politica

Il caso Galvagno e la necessità della responsabilità politica

Marco Olivieri

Il caso Galvagno e la necessità della responsabilità politica

mercoledì 02 Luglio 2025 - 12:38

Al di là degli esiti giudiziari delle indagini sul presidente Ars e l'assessora Amata, serve un deciso cambio di passo da parte della classe dirigente regionale

di Marco Olivieri

Il dibattito ieri all’Assemblea regionale siciliana pone un tema centrale: quello della responsabilità politica. Sul piano giudiziario, è doveroso essere garantisti e si tratta solo di una fase iniziale dell’inchiesta. Nei giorni scorsi, il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, ha reso agli investigatori la sua versione sulla ipotesi di aver assegnato fondi regionali per circa 300mila euro in cambio di incarichi a due suoi collaboratori. L’esponente politico di Fratelli d’Italia ha respinto le accuse.

Nel registro degli indagati, è stato iscritto anche il nome dell’assessora regionale al Turismo, Elvira Amata, pure lei di Fratelli d’Italia. L’ipotesi di reato è sempre di corruzione. L’inchiesta riguarda l’assegnazione di alcuni fondi da parte dell’Ars. In relazione all’indagine, in questa fase, non siamo in grado di commentare. Ma la responsabilità politica è qualcosa che prescinde pure dagli atti finali di un processo.

La perdita di credibilità della politica e l’esigenza di un cambio di passo da parte delle classi dirigenti

Da Tangentopoli in poi la politica ha sempre di più perso di credibilità. E non saranno i magistrati a risolvere il problema. Occorre far sì che le classi dirigenti si tengano al riparo, nei comportamenti quotidiani, da qualsiasi ombra nel segno della discrezionalità. Dal “caso Cannes”, con l’affidamento a una società lussemburghese dell’evento “Sicily, Women and Cinema 2023”, alla recente polemica delle “mance elettorali”, è in gioco la fiducia nel sistema delle regole. Anzi, è proprio da recuperare.

Le critiche di Cracolici e Musolino

Così come il metodo dei budget appannaggio del singolo deputato va eliminato, allo stesso tempo chi governa deve attenersi a regole e criteri equi fuori da ogni sospetto di discrezionalità. L’impressione, però, è che ieri si sia consumata l’ennesima occasione perduta, all’Ars, per riflettere sulla responsabilità politica, con la maggioranza a difendere Galvagno e l’opposizione all’attacco. Questo il commento del presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici (Partito democratico): “La vicenda Galvagno – al di là delle responsabilità individuali e penali – è paradigmatica di un contesto di degrado verso il quale dobbiamo alzare il livello di responsabilità e rigore. Se persino i collaboratori di un presidente o di un assessore si ritengono al di sopra della legge, allora la politica deve interrogarsi perché qualcuno, tradendo le funzioni della democrazia, pensa di utilizzare singoli provvedimenti o attività per averne un tornaconto personale o un beneficio”.

Così, a sua volta, la senatrice Dafne Musolino (Italia Viva): “C’è un’inchiesta in corso, i processi vanno celebrati nelle sedi competenti e la nostra posizione è e rimane assolutamente garantista. Ma c’è un problema politico che emerge dalle cronache di questi giorni: la gestione personalistica della cosa pubblica esercitata dalla politica alla Regione Siciliana. Una distribuzione di fondi sganciata da qualsiasi criterio oggettivo di concreta valutazione delle proposte, che si è evidentemente prestata a logiche opache, e un sistema che, come la stessa Corte costituzionale ha sancito in una sentenza, è completamente svincolato da ogni criterio di oggettività e trasparenza. Un sistema che ho denunciato invano nei mesi scorsi in tre interrogazioni parlamentari presentate ai ministri di Cultura, Giustizia, Economia e Affari regionali. Rimane, pertanto, l’esigenza improcrastinabile di introdurre criteri di trasparenza, merito e oggettività nella gestione delle risorse pubbliche”.

L’appello alla presidente Meloni su Fratelli d’Italia in Sicilia

E sempre la senatrice si appella alla presidente del Consiglio come leader di partito: “La situazione di Fratelli d’Italia in Sicilia sta diventando insostenibile. Due importanti esponenti come Galvagno e Amata risultano indagati per corruzione. Giorgia Meloni deve battere un colpo, prendere posizione e invitare i suoi a fare il passo indietro necessario a tutelare le istituzioni che essi rappresentano”.

La campana suona per tutti: maggioranza e opposizione

In ogni caso, la campana della responsabilità politica suona per tutti e, a prescindere dall’esito giudiziario, occorre che chi governa abbini rigore e trasparenza. Da troppi anni domina un disincanto, in Sicilia e in Italia, che apre sempre la strada a uno scivolamento verso l’astensionismo e il “messaggio” che non cambierà mai nulla. Maggioranza e opposizione dimostrino che la politica può ancora riprendersi, ridimensionando le forme di discrezionalità. Serve un colpo d’ala. Ma subito. Altrimenti, prevarrà la convinzione che il sistema politico è irriformabile. Autoreferenziale e sordo alle istanze dei territori.

Foto di Galvagno xd8/Italpress.

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Un commento

  1. Cittadino sconvolto 2 Luglio 2025 13:50

    …. qualcuno avrà tirato il sassolino e ritirato la mano…… ma chi di spada ferisce…. quasi sempre….di spada perisce……chi vivrà, vedra.. buone preghiere…

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