Il fenomeno della storm surge sul Mediterraneo, quando il mare invade i litorali

Il fenomeno della storm surge sul Mediterraneo, quando il mare invade i litorali

Daniele Ingemi

Il fenomeno della storm surge sul Mediterraneo, quando il mare invade i litorali

martedì 31 Gennaio 2023 - 11:08

Nel messinese il fenomeno si verifica durante il passaggio di venti tempestosi, specie sull'area eoliana

In italiano significa “onda di tempesta”. Con il termine “storm surge” s’intende un anomalo innalzamento del livello medio delle acque del mare indotto dal brusco calo della pressione barometrica e dalla contemporanea azione di forti venti di tempesta, diretti verso la costa.

Si tratta di un fenomeno meteomarino molto noto lungo le coste degli Stati Uniti, quando un grosso uragano, d’intensità superiore alla 3^ categoria Saffir-Simpson (la scala con cui si misura l’intensità degli uragani), effettua il “landfall” sulla fascia litoranea, accompagnato da venti molto forti diretti verso la costa e da un repentino crollo della pressione barometrica.

In pratica il brusco crollo della pressione atmosferica provoca un rigonfiamento del mare, spiegabile dal fatto che una pressione più bassa alleggerisce il peso che ha l’aria sulla superficie oceanica, favorendo un suo incremento di livello. Anche sulle coste mediterranee si possono riprodurre importanti fenomeni di “storm surge”, seppur in scala più ridotta rispetto agli eventi che interessano le coste affacciate sull’oceano.

L’esempio della mareggiata da grecale e levante avvenuta lo scorso 25 novembre sul litorale di Sant’Alessio Siculo.

I tratti di costa maggiormente esposti

Quando la morfologia di un determinato tratto di costa presenta una particolare caratteristica, come una forma a semicerchio allungato, tipo quelle che caratterizzano le baie e i golfi, la “storm surge” può essere ulteriormente amplificata, raggiungendo dimensioni considerevoli che incrementano le conseguenze sull’intera zona costiera.

Questo perché dentro un golfo o una baia si viene a creare una sorta di risucchio del moto ondoso che va convergere tutta l’energia del moto ondoso sul punto centrale di questo “semicerchio”. Un esempio su tutti, in Italia, è quello della costa dell’alto Adriatico, la cui forma ricorda quella di un semicerchio. A cio’ si aggiungono pure i bassi fondali sabbiosi, i quali amplificano l’innalzamento della marea, quando intensi venti da S-SE soffiano per svariate ore, verso la fascia costiera. Fortunatamente sullo Stretto di Messina, nonostante la sua forma ad imbuto (quindi morfologicamente ideale quando soffiano forti venti da sud), grazie all’aspra batigrafia e ai fondali molto scoscesi, il fenomeno non è rilevante.

Lì dove invece i fondali degradano più ripidamente verso il mare aperto, vedi ad esempio le coste ioniche della Sicilia, fra messinese e catanese, il fenomeno diventa un pochino più trascurabile, anche nei casi di sovrapposizione del moto ondoso nelle grandi mareggiate ioniche, quando le onde dello scirocco intersecano quelle del grecale.

Onde oceaniche prodotte da venti di tempesta in mare aperto.

La “storm surge” nell’area mediterranea

Il fenomeno, come abbiamo già detto, quando si verificano determinate condizioni meteorologiche può verificarsi pure sulle coste del nostro Mediterraneo, con effetti distruttivi sui nostri litorali. L’Italia, trovandosi al centro del Mediterraneo, è il Paese maggiormente interessato.

Spesso da noi il fenomeno dell’”onda di tempesta” può interessare aree costiere molto ristrette, come i litorali dell’alto Adriatico o le coste tirreniche e le zone portuali delle Isole Minori, quando si verificano grandi mareggiate, causate dal passaggio di profondi cicloni extratropicali. Da noi sul messinese il fenomeno si può presentare sulle Eolie, in concomitanza col transito di cicloni molto profondi, in grado di innalzare temporaneamente il livello medio del mare, al punto da allagare interi tratti di costa e la parte più bassa dei porti.

Alcuni eventi recenti fra Tirreno e Adriatico

Proprio recentemente, negli ultimi mesi abbiamo avuto importanti esempi di “storm surge” sulle coste italiane dell’alto Adriatico, e lungo la costa tirrenica, fra Lazio e Campania. L’ultimo caso eclatante risale allo scorso 22 novembre 2022, quando poco a largo di Venezia è stato raggiunto il terzo valore di marea più alto di sempre, con una altezza di ben 173 cm. Quel giorno le paratoie del Mose salvarono la città lagunare da una grave inondazione.

Lo sviluppo di un profondo ciclone extratropicale sull’alto Tirreno richiamo venti burrascosi di scirocco su tutto il bacino adriatico, che si canalizzarono sul Canale d’Otranto, per risalire fino alle coste venete e friulane. Questi intensi venti da S-SE agitarono l’Adriatico settentrionale, dove l’onda media significativa superò i 3 metri di altezza, con picchi di oltre i 4 metri di altezza davanti la laguna veneta. Valore registrato dalla boa di Venezia, appartenente alla Rete Ondametrica Nazionale.

La mareggiata, assieme al soffio del vento e all’abbassamento della pressione atmosferica, hanno contribuito a far impennare il livello della marea sulla laguna, fino a raggiungere un picco di ben 173 cm sul livello medio del mare. A ciò si è sommata pure la rapida rotazione del vento, da SE a NE, con l’ingresso di intensi venti di bora, oltre i 60 km/h, che hanno spinto un moto ondoso incrociato, in direzione dell’area lagunare.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007