Si chiama Cassia Milani Gomes e presenta "Saudades" l'1 luglio a Palazzo D'Amico
di Marta Cutugno
MILAZZO – Sabato 1 Luglio alle ore 10.30, nelle sale di Palazzo D’Amico a Milazzo, alla presenza della console onoraria del Brasile in Sicilia Rosy Calamita, si terrà la presentazione del libro “Saudades” in doppia versione (italiano e portoghese), scritto dall’autrice Cassia Milani Gomes. Nella stessa occasione verrà presentato il progetto “Tartatuguinha Elis” come eredità linguistica per bambini. Abbiamo rivolto a Cassia Regina Milani Gomes alcune domande per conoscerla meglio e introdurre il suo testo che riflette in gran parte l’amore per la sua famiglia e per la sua terra di origine.
L’autrice è brasiliana di S. Paolo ma vive da trent’anni in Italia, attualmente residente a Pace del Mela. Nel suo Paese era insegnante e pedagoga per l’infanzia; oggi, qui in Sicilia, è docente di portoghese per la Lute Libera Università per la Terza Età nella sede di Milazzo e svolge attività di insegnamento per privati e associazioni. “Da gennaio – racconta – tengo due corsi di Lettura e Scrittura creativa e sono molto contenta dei risultati che vedo nelle donne che si mettono in gioco.”
Tra il Brasile e il Messinese, tra nostalgia e nuovi progetti
Il titolo del suo libro è Saudades e fa riferimento ai sentimenti di malinconia e di nostalgia. “A Saudade (La Nostalgia) – spiega – è un sentimento molto forte per chiunque, ma credo che per noi brasiliani sia ancora più forte, perché ci entra nelle vene, nel cuore e nella nostra anima, attraverso la mancanza degli odori, dei sapori, della nostra cultura così solare e piena di allegria.”
Ma il suo amore per la lettura e per la scrittura ha radici molto lontane nel tempo ed è in parte raccontato all’interno del suo libro. “La lettura è iniziata quando a partire dai sei anni ho vissuto con i miei genitori nella casa del mio nonno materno Mario Milani, un italiano che non ha voluto naturalizzarsi così abbiamo ottenuto tutti la cittadinanza brasiliana, tranne lui; mia mamma si è laureata dopo i suoi 40 anni. Nella mia vita scolastica è stata un esempio di donna forte, saggia e coraggiosa. Mio padre ha comprato per lei una macchina da scrivere di seconda mano ed io la aiutavo a battere tutti i lavori dell’Università … e quel rumore della tastiera è entrato nel mio cuore e ancora lo sento forte e vivo come non mai. La gratitudine per la mia mamma è enorme e piango anche adesso mentre racconto a lei”. Cassia Milani ha vissuto l’esperienza della scrittura come un vero e proprio percorso terapeutico ancora in corso e aggiunge “Avrei tutta la mia vita da raccontare ma è questa mancanza della famiglia e della mia Terra che mi ha dato la forza straordinaria di scrivere, un processo terapeutico che continua tutt’ora. Ho cominciato a scrivere quando allora la mia piccola Sabrina aveva 3 anni. Ora mia figlia si trova a Bologna dove ha conseguito la laurea specialistica in Lingua e Letteratura Moderna Portoghese e Inglese ed è come se gli avessi trasmesso questo amore.”
Nella lunga chiacchierata in cui si evince l’enorme sensibilità dell’autrice, abbiamo chiesto un aggettivo o una definizione che si potrebbe attribuire al suo libro per incuriosire i nostri lettori: “Il mio Libro – afferma – potrei dire che assomiglia ad una frase di Ernest Hemingway: “Tutto ciò che devi fare è sederti alla macchina da scrivere e sanguinare”. Saudades racconta, infatti, con implicita e molta emozione la mia trasformazione negli anni da una ragazza brasiliana con tanti sogni a una donna che con il tempo è cresciuta ed ha capito che la nostalgia è una emozione forte e che solamente attraverso la scrittura e la fede in Dio si può continuare ad andare avanti.” Cassia è figlia della sua terra ma avverte un forte e profondo legame anche con la Sicilia tanto da sentirne la mancanza durante i suoi periodi di rientro in Brasile: “Mi mancava il mare siciliano, il buon cibo, la pasta con le vongole, la melanzana viole, la pesca e la mia casa …” E non mancano nuove idee e progetti per il futuro: “Vorrei tradurre il mio libro in lingua inglese e tedesca, perché credo che sarebbe meraviglioso fare capire a tante altre persone l’emozione di una donna migrante e stimolare altri lettori ed altre lettrici a scrivere la propria storia come processo di cura e trasformazione, far capire chi si è veramente.”
Un estratto dal libro di Cassia Regina Milani Gomes
“È arrivato il momento di tornare a casa, con le valigie, con le fotografie, con il passaporto e con la mia saudade. È arrivato il momento di prendere l’aereo dei sogni e continuare la mia storia, dopo tre lunghi anni di assenza. È mattino, gli uccellini brasiliani dal petto giallo “ Bem ti vi” sono già a salutarmi, così piccoli, ma con il cinguettio davvero forte e pieno di allegria. Sento il profumo intenso del caffè appena preparato dalla mia cognata Suzanne ad augurarmi il benvenuto, la tavola è apparecchiata con il gustoso “pão de queijo”, con il succo di maracujá, il mango, la “pamonha” fatta con il mais, che mi piace molto e la papaia.
Dopo venti giorni vissuti intensamente nella casa del mio caro fratello Riccardo, cognata Suzanne e dei miei nipoti Yan e Riquinho è arrivato il momento di partire da São José do Rio Preto per continuare la mia avventura. Abbracciarvi, fratello Mario, cognata Lucy, nipoti Barbara, Renato, Thays e Dom, dopo aver trascorso le feste di Natale e Capodanno tutti insieme, partire è veramente difficile. Abbracciarvi, fratello Antonio, cognata Marianna, nipoti Beatriz e Manuela, salutarvi dal pullman, sembra così facile, ma non lo è. In questo lungo abbraccio, ad uno ad uno, le lacrime sono come una fontana zampillante che non smette di sgorgare l’acqua. Cosa fare? Salgo sul pullman, ma le lacrime sono ancora più intense, meno male che accanto a me fino a Catanduva non si è seduto nessuno!
Come fare? Mi chiedo come vivere senza di voi?! Alla città di Catanduva, salgono altre persone e il posto accanto a me non è più libero. Per consolare il mio cuore, comincio ad ascoltare un po’ di musica con le cuffie e le mie lacrime si fermano! Si parte! Mi consola l’idea che fra una settimana con Riccardo e la sua famiglia ci rivedremo di nuovo a Trindade – Rio de Janeiro. Come previsto dopo una settimana, mentre sono in acqua nell’immensità dell’Oceano Atlantico, sotto il sole meraviglioso di 40° di Trindade, con un bicchiere di caipirinha in mano, sento ad un tratto una voce che mi chiama: “Cássiaaaaaaaaa!” e vedo arrivare da lontano Riccardo con il suo sorriso e una grande voglia di stare ancora insieme un paio di giorni!
Trascorriamo quattro giorni meravigliosi, mare, sole, tanta birra Skol, caipirinha, la mucheca di pesce, l’acqua di cocco e le lunghe camminate in mezzo alla Mata Atlantica. Ritornare in Italia sarà difficile questa volta, perché dopo la morte di nostra madre sei anni fa e la morte improvvisa di nostro padre l’anno scorso, siamo tutti e quattro fratelli diventati orfani, i nostri genitori non ci sono più. Mi mancherà tantissimo di questa bella vacanza di 45 giorni, il dialogo, l‘allegria di condividere un pranzo insieme, un pomeriggio a bere una birra, i progetti di lavoro… insomma la complicità che c’è fra noi fratelli”.
Marta Cutugno
