Il comitato "Vogliamo l'acqua dal rubinetto" ha posto domande legittime. Ora tocca alle istituzioni
MESSINA – Non è ancora possibile dichiarare potabile l’acqua a Messina. Ieri il nuovo comunicato del comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto!”: “Abbiamo incontrato i rappresentanti dell’Asp. L’acqua a Messina non è potabile. E non lo sarà fino al completamento dei lavori di messa in sicurezza dei pozzi collegati a settembre. E che saranno eseguiti da Amam e dal Comune. Solo a quel punto l’Azienda sanitaria provinciale potrà effettuare i controlli finali ed esprimere un giudizio di idoneità. Inoltre, ci è stata comunicata la notizia che l’Asp valuterà solo tre dei cinque pozzi originari, poiché i due di Briga sono stati chiusi, e ci chiediamo come mai e da quando sono stati chiusi? Lavori di sicurezza troppo complicati? Acqua non sicura o contaminata?”.
Da qui l’affondo della senatrice di Italia Viva Dafne Musolino: “Se l’Asp conferma la non potabilità dell’acqua, Basile si dimetta”. Queste le sue parole: “Risulta urgente una presa di posizione da parte della stessa Asp di Messina. Il comitato ha infatti reso noto che l’Azienda sanitaria provinciale avrebbe confermato la non potabilità dell’acqua, immessa nell’acquedotto idrico, fino alla conclusione dei lavori per la messa in sicurezza dei pozzi Busà e Cucinotta. E al conseguente avvio della campagna di prelievi. Pertanto invito l’Azienda sanitaria provnciale a chiarire ai messinesi se l’acqua dei pozzi è potabile e, nel caso in cui tale dichiarazione non sia possibile, a ordinare al Comune di Messina di distaccarli immediatamente dalla rete idrica e ripristinare la potabilità della rete idrica cittadina per la quale i messinesi pagano bollette assai salate”.
La senatrice ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e al ministro della Salute “sulla situazione che si sta vivendoa Messina. Il tutto al fine di conoscere se ritengano che vi siano violazioni in tema di salvaguardia della salute pubblica, tutela della salubrità dell’acqua, nonché di trasparenza dei dati sulla produzione e qualità dell’acqua potabile di Messina”.
Scurria: “Il sindaco revochi l’ordinanza”
Sul tema è intervenuto pure l’avvocato Marcello Scurria, che guida la rete civica di cittadini Partecipazione, che ha invitato Federico Basile a revocare l’ordinanza: “Il sindaco di Messina, dopo mesi di razionamenti, turnazioni e polemiche, nel mese di settembre del 2024 ha emesso un’ordinanza, la n. 151 del 5.9.24. La domanda sorge spontanea. Ma se l’emergenza è finita (ottobre 2024), per quale motivo si è continuato a immettere nella rete pubblica l’acqua non verificata dall’Azienda sanitaria? Questa semplice decisione avrebbe consentito, previe adeguate misure di sanificazione della rete, di revocare l’ordinanza del sindaco e dichiarare la potabilità dell’acqua. Invece, da sette mesi, in attesa delle verifiche dell’Azienda sanitaria provinciale, senza adeguata informazione ai cittadini, è rimasto tutto fermo alla raccomandazione di utilizzare l’acqua esclusivamente per fini igienico-sanitari”.
La necessità che Asp e Comune di Messina diano risposte sull’acqua potabile
Al di là delle polemiche, è una necessità primaria che Asp e Comune chiariscano la vicenda in tutti i suoi contorni. Di certo, il comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto” sta svolgendo un’azione civica di pungolo delle istituzioni, ponendo domande legittime. Un’azione che non sempre la politica riesce a svolgere. Soprattutto dalla crisi dei partiti in poi.

Inadeguato. Brutte figure in continuazione. Comprendo che sei strenuamente a difesa del tuo immeritato lauto compenso, ma vai a casa ( o a “Ciuninisi”)