“Immaginazione liquida” di Sabrina Lo Piano. Sogni in forma d’arte. FOTO

“Immaginazione liquida” di Sabrina Lo Piano. Sogni in forma d’arte. FOTO

Emanuela Giorgianni

“Immaginazione liquida” di Sabrina Lo Piano. Sogni in forma d’arte. FOTO

sabato 27 Novembre 2021 - 06:40

Un vero viaggio interiore tramite il colore. Al Teatro Vittorio Emanuele dal 26 novembre all’8 dicembre, tutti i giorni, escluso il lunedì, nelle fasce orarie 10.00/12.30 – 16.00/19.00.

Un vero viaggio interiore attraverso il colore. È quello che si vive immergendosi in “Immaginazione liquida” di Sabrina Lo Piano, in mostra al Teatro Vittorio Emanuele dal 26 novembre all’8 dicembre, tutti i giorni, escluso il lunedì, nelle fasce orarie 10.00/12.30 – 16.00/19.00.

La mostra, all’interno del progetto “L’Opera al Centro” curato da Giuseppe La Motta, è stata inaugurata alla presenza del presidente Orazio Miloro e di Milena Romeo che l’ha presentata.

Immaginazione tra pittura e scultura

Quattordici opere pittoriche e tredici opere scultoree, a volte, accompagnate da celebri citazioni che rappresentano emblematicamente il senso del lavoro di Lo Piano. Come “Sogno di dipingere e poi dipingo il mio sogno” di Van Gogh o “Le donne sono una vita su cui gira tutto” di Tolstoy.

La mostra di Lo Paino è, infatti, un percorso continuo tra immaginazione e realtà, un percorso di introspezione tra il sogno e l’ignoto; la sua pittura e la sua scultura hanno un contenuto quasi psicologico, sono una trasfigurazione della realtà in maniera magica e sognante, in cui lo spazio onirico è il protagonista. La sua pittura luminosa, un po’ naïf, surreale e surrealista, racconta sogni, emozioni, sensazioni.

Le figure evocano quelle di Marc Chagall, i paesaggi sono dilatati, distorti, immagini fantasmagoriche; su una continuità di cielo e mare in confronto emergono soggetti sospesi, alberi, case, soli, con una grande protagonista: la donna.

La donna protagonista

Le sue figure femminili sono mitiche: “un po’ Urania un po’ Medusa nelle fattezze, ma mai Cariddi o Scilla” spiega Milena Romeo. Lo Piano racconta la donna nella sua sensibilità e sensualità, nella sua complessità, nei suoi sogni, nei suoi dolori e, anche, nelle sue contraddizioni che affascinano l’artista, tanto da intitolare così due sue opere: “L’armonia degli opposti” e “Libere contraddizioni”.

Le sculture, poi, rappresentano corpi reinterpretati, pose spesso anche erotiche che rivelano sempre, però, un corpo ferito, nel suo dolore e nella sua forza. I corpi dell’artista parlano, raccontano la loro storia, con i loro gesti, la loro postura, liberi e incisivi.

Leggerezza apparente

E se la pittura della Lo Piano è figurativa, fatta di acrilici su tela, con cementoresina e finitura con resina liquida; la sua scultura è ancora più intima. Qui dominano gli ocra, i grigi, i bianchi netti dell’argilla cotta, modellata e rifinita in patina lucida. Solo una scultura è trattata a crudo con cementoresina.

“Con la pittura sogna, con la scultura aggredisce il mondo” precisa ancora Milena Romeo e ammonisce il fruitore: “l’apparente leggerezza delle opere non deve confondere”. La sua arte è forte, passionale e rivela una grande profondità,l’armonia dei soggetti non deve deviare, rivela altro, un travaglio interiore e cerca, al tempo stesso, di rappresentare il mondo come lo vorrebbe la sua creatrice, per cui troveremo diminuite le dimensioni di qualcosa che lei ritiene ingombrante, o reso oscuro un paesaggio solitamente luminoso, come il sole il cui colore è tutto sui toni del blu.

La sua gestualità “performativa”, i suoi colori che parlano, possono, così, rivelare tutta la loro straordinaria e malinconica bellezza in un viaggio unico.

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