Inchiesta sulle regionali 2017, restano 14 gli indagati

Inchiesta sulle regionali 2017, restano 14 gli indagati

Alessandra Serio

Inchiesta sulle regionali 2017, restano 14 gli indagati

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martedì 15 Giugno 2021 - 10:11

Ex parlamentari regionali, ex sindaci, candidati messinesi e galoppini nell'inchiesta sui presunti brogli elettorali nata dalle conversazioni di Cerreti

E’ arrivata al capolinea l’inchiesta sui presunti illeciti legati alla campagna elettorale per le elezioni regionali del 2017. I PM Fabrizio Monaco e Maria Pellegrino hanno chiuso gli accertamenti notificando ai 14 indagati l’avviso di conclusione indagini, che cristallizza le ipotesi di reato tracciate dalla Procura.

L’indagine partì nel nel 2018 come costola autonoma di un’altra importante indagine per mafia, ed ha portato gli investigatori ad approfondire, inizialmente, tutta una serie di frenetici contatti dei candidati e dei loro “galoppini”, soprattutto tra la tirrenica e la zona nebroidea del messinese.

Restano indagati quindi l’ex parlamentare regionale Santo Catalano di Milazzo, l’ex sindaco di Milazzo Lorenzo Italiano, Rocco Cambria, Francesco Salmeri, il primo cittadino di sindaco di Fondachelli Fantina Marco Pettinato e il padre Francesco, la candidata a sindaco alle ultime amministrative Maria Pamela Corrente, Enrico Talamo di Patti, Armando Buccheri di Terme Vigliatore, Carmelo Fascetto di Nicosia, i messinesi Placido Smedile, Davide Lo Turco, Giuseppa Zangla e l’ex consigliere provinciale Roberto Cerreti.

Al vaglio degl investigatori della Dia di Messina sono andati i contatti di alcuni “portaborse” dei politici impegnati nelle elezioni, i presunti favori richiesti e concessi in provincia, anche ad appartenenti a servizi dello Stato, e un episodio di minacce con metodo mafioso per un impegno elettorale non rispettato.

Tutti avrebbero agito nel loro territorio di appartenenza, ma qualcuno si sarebbe mosso anche in altri contesti della provincia, mediando pacchetti di voti. Nel calderone anche bonifici bancari.

Nelle intercettazioni spuntarono fuori pure alcune conversazioni di Cerreti relative alle nomine all’Amam, che la Procura ha voluto approfondire avvisando e interrogando anche il sindaco di Messina, Cateno De Luca.

L’inchiesta sulla “guerra” alla partecipata è un fascicolo autonomo, affidato al sostituto procuratore Rossana Casabona, che ipotizza il reato di abuso d’ufficio e che a breve deciderà se archiviare tutto o proseguire con l’azione penale.

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