Jason Lewis al Taormina Film Festival: «La vanità? Non è il mio peccato preferito».

Jason Lewis al Taormina Film Festival: «La vanità? Non è il mio peccato preferito».

francesco musolino

Jason Lewis al Taormina Film Festival: «La vanità? Non è il mio peccato preferito».

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domenica 24 Giugno 2012 - 14:57

Il bello hollywoodiano sbarca a Taormina e le fans lo tengono ore a firmare autografi

TAORMINA. Centinaia di fans lo attendevano da giorni ovvero sin da quando la produzione del Taormina Film Festival aveva annunciato la sua presenza e quando l’attore-modello Jason Lewis ha fatto il suo ingresso al Palacongressi l’applauso è esploso in modo automatico, liberatorio. Il secondo giorno della 58° edizione della kermesse internazionale comincia nel segno della bellezza e del glamour, aggiungendo quel tocco di lustrini e flash impazziti che mancava da qualche edizione.

Il direttore artistico del festival, Mario Sesti, lo ha accolto sul palco cercando di non cadere mai nel cliché del “bello ma stupido” e Jason Lewis, con una camicia sbottonata ad arte sul torace, non si è fatto pregare, rispondendo con grande sincerità alle curiosità nate dalla visione di tre tranches di clip che hanno arricchito l’incontro.

Nato in California, la sua carriera inizia con un cameo nel popolare telefilm Beverly Hills 90210, ma il ruolo che lo fa conoscere al grande pubblico è quello di Smith nel telefilm Sex and the City. Ha partecipato a sette episodi del telefilm Brothers & Sisters, e dal 2004 al 2006 è stato fidanzato con la bella e sensuale attrice Rosario Dawson. Infine è tornato ad interpretare Smith nel film Sex and the City (2008) e nel sequel, Sex and the City 2.

Che ne pensi del nostro Belpaese?

«L’Italia la conoscevo già. Da piccolo la visitai, ospite di amici di famiglia e poi ho anche avuto la fortuna di conoscere e lavorare con Alessandro Benvenuti, un regista per il quale provo una grande stima».

Che differenze hai incontrato a livello professionale fra i due paesi?

«Forse non ci crederete ma gli USA hanno una trafila burocratica più rigida mentre da voi…tutti fanno squadra, sembra sempre una grande famiglia».

Modello-attore: quanto conta essere belli nel tuo mestiere?

«Conta. Sarei uno stupido se non lo ammettessi ma può essere anche un problema, soprattutto a livello personale, affettivo. Sono molto fortunato perché ho attorno a me tanti veri amici che mi fanno da rete di sicurezza. La vanità è molto pericolosa in questo mondo. Molti ne sono davvero dipendenti».

La tua esperienza da modello ti ha aiutato per cominciare a recitare?

«Moltissimo. Sapevo dove dovevo guardare e non ero intimidito dalla macchina da presa. E’ stato un bel vantaggio».

A proposito, com’è andato il provino per Sex and the City?

«Avrei ucciso un paio di persone per quel ruolo (ride). A dirla tutta sono stato semplicemente fortunato ad essere arrivato nel momento giusto, per il ruolo giusto».

Ma come ti spieghi l’enorme successo internazionale di questa seria?

«Sono lontani i tempi in cui la tv faceva spazzatura. Ormai gli investimenti maggiori sono rivolti al mondo televisivo e questo ha portato i migliori registi e i migliori sceneggiatori a confrontarsi con una nuova realtà, più dinamica ma anche più versatile rispetto al cinema. D’altra parte un formato televisivo lascia poco tempo per improvvisare, si fa parte di un meccanismo e se tutto è stato pensato e scritto bene, tutto funzionerà. Sex and the City? Lo script è perfetto e ogni donna si ritrova nelle situazioni e nelle protagoniste. Ecco perché funziona davvero e non stufa».

E il tuo ruolo come ha influito sulla serie?

«Per me è stata un’esperienza determinante ma per quanto riguarda la serie credo che servisse soprattutto a Samantha, per farla uscire dal cliché della donna superficiale che cercava solo avventure senza coinvolgimento».

In Brothers & Sisters reciti il ruolo di un attore emergente omosessuale. Come ti sei preparato?

«Ho sempre avuto tanti amici omosessuali e mi trovo bene con loro. Credevo che avrei avuto problemi a baciare il mio partner sullo schermo ma invece non è stato così. Ecco, fare l’attore ti permette di conoscere te stesso e il mondo attorno a te, come fosse una lente attraverso la quale leggi la realtà che ti circonda».

Ma recitare cosa significa?

«Vuol dire provare davvero le emozioni richieste per il tuo personaggio. E’ una questione di credibilità, di impegno, di empatia».

E il terzo capitolo cinematografico di Sex and the City si farà?

«Chissà. Ma sarebbe un sogno parteciparvi…».

Francesco Musolino

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