Don Ciotti al consiglio e alla giunta: "Nessun evento o celebrazione, la memoria deve diventare impegno"

Don Ciotti al consiglio e alla giunta: “Nessun evento o celebrazione, la memoria deve diventare impegno”

Francesca Stornante

Don Ciotti al consiglio e alla giunta: “Nessun evento o celebrazione, la memoria deve diventare impegno”

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venerdì 18 Marzo 2016 - 15:06

In vista della Giornata del 21 marzo oggi don Ciotti ha incontrato il consiglio comunale e la giunta Accorinti nell'aula consiliare di Palazzo Zanca. Un momento per ricordare le tante vittime delle mafie e soprattutto per lanciare un messaggio a tutti i cittadini: "Messina sarà il centro dei mille luoghi dove la memoria deve trasformarsi in impegno costante". FOTOGALLERY DI GIOVANNI ISOLINO

Per Graziella Campagna, Attilio Manca, Beppe Alfano, Annamaria Cambria, Giuseppe Sottile, Giuseppe Mazza, Ignazio Aloisi. Per tutte le vittime delle mafie, per tutte le famiglie spezzate da quel cancro che si chiama mafia, camorra,‘ndrangheta. Perché il dolore è uguale per tutti. E solo la memoria che diventa impegno può tenere in vita chi ha perso la vita sotto la mano delle mafie. Con queste parole don Luigi Ciotti oggi ha aperto il suo intervento nell’aula consiliare di Palazzo Zanca. Un incontro in vista della grande giornata del 21 marzo con i consiglieri comunali e la giunta Accorinti, un incontro in cui il numero uno dell’associazione Libera ha ribadito il suo grazie alla città di Messina che quest’anno sarà il centro della “XXI Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.

“Dico grazie a Messina e siamo qui come atto di affetto per far conoscere all’Italia quante cose belle ci sono in questa città. Per chi non c’è più e per i tantissimi che continuano a combattere per la giustizia, per la legalità, per la libertà. Questa giornata dev’essere la giornata della memoria che diventa impegno perché ho paura della memoria di circostanza”.

Don Ciotti ha raccontato commosso l’incontro di questa mattina con gli studenti dell’Istituto di villa Lina: “Nella forza di quei ragazzi ho trovato lo spirito che deve animare la nostra azione e ho scoperto con grande entusiasmo che la preoccupazione più grande della dirigente scolastica di quell’istituto è di formare cittadini responsabili. Abbiamo bisogno di questo perché abbiamo troppi cittadini a intermittenza. Ho visto passione in un quartiere difficile ma ho sentito nei loro discorsi una parola che ha caratterizzato tutto: libertà”.

Don Ciotti ha ripercorso la storia di Libera, dall’incontro con Giovanni Falcone a Gorizia due mesi prima della strage di Capaci, quando lui stesso si trovava in Sicilia per un corso di formazione. Poi i maledetti 57 giorni, via D’Amelio, Paolo Borsellino e ancora una volta, per caso, in quello stesso giorno, la sua presenza a Palermo. “In quei momenti un uomo si chiede cosa si può fare di più? Ed è nata Libera, nel rispetto e nel sostegno ai siciliani, per valorizzare tutte le cose belle di questa terra”.

Don Ciotti ha ricordato le parole profetiche di don Luigi Sturzo che agli inizi del ‘900 aveva capito che la mafia viveva in Sicilia ma avrebbe avuto la sua testa a Roma e poi sempre più su fino a travalicare le Alpi. Ha ricordato don Peppino Diana, innamorato di Dio e della sua gente. Ha ricordato le lacrime della madre di Antonio Montinari che voleva sentire il nome di suo figlio, morto insieme a Giovanni Falcone perché era uno degli uomini della scorta. “Dobbiamo pronunciare quei nomi, ricordare i loro volti, conoscere le loro storie. Ricordiamoli tutti. I dolori sono uguali in tutte le famiglie. Dopo 20 anni stiamo ancora costruendo l’elenco delle vittime innocenti della mafia e per questo lunedì li leggeremo tutti, da Messina e dai mille luoghi d’Italia che avranno il loro centro in questa meravigliosa città”.

Il 21 marzo però non dev’essere né un evento né una celebrazione: “Ho visto mettere lapidi e intitolare vie in tutta Italia ma il giorno dopo solo il silenzio. Il miglior modo di fare memoria è invece impegnarci tutti, 365 giorni l’anno”.

Libera continuerà la sua azione di educazione nelle scuole e nelle università, la sua battaglia per l’uso sociale dei beni confiscati alla mafia, la sua vicinanza ai familiari delle vittime. A Messina ne arriveranno oltre 500 e sfileranno a fianco dei ragazzi degli istituti minorili giunti già a Messina da tutta Italia: “Hanno sbagliato, la giustizia farà il suo corso, ma devono avere la possibilità di guardare avanti. Un giorno in un carcere incontrai la madre di un ragazzo che era stato ammazzato. Era lì per vedere l’assassino di suo figlio. Insieme al marito aveva scoperto la storia drammatica di quel giovane, aveva visto le condizioni della famiglia da cui proveniva e da quel momento avevano deciso di andarlo a trovare ogni settimana e di aspettarlo quando sarebbe uscito dal carcere per dargli una seconda possibilità”. Perché per Don Ciotti la lotta alla corruzione e alla criminalità vuol dire lavoro. E quando manca il lavoro le vie più facili sono quelle dell’illegalità.

Un ultimo messaggio lo ha voluto lanciare attraverso le parole che Papa Francesco ha usato due anni fa proprio durante la giornata di Libera: “Parlo ai grandi assenti: mettetevi in ginocchio, convertitevi e cambiate”.

Un intervento accolto dal lunghissimo applauso dell’aula consiliare. “Per noi messinesi – ha detto il sindaco Accorinti – ospitare un'iniziativa così importante è motivo di orgoglio e soddisfazione. Esprimo la massima condivisione con l'impegno di don Ciotti e senso di gratitudine per la scelta della città che rappresento. La giornata del 21 marzo deve essere l'inizio di un percorso diverso se ognuno di noi fa la sua parte, prendendo spunto ed esempio dalla vita di chi agisce con onestà e senza soprusi. Invito tutti noi, che fondiamo le azioni sulla legalità e sulla trasparenza, a non fare mai un passo indietro ma cento in avanti. Rivolgo un pensiero ai cittadini per aumentare la loro presa di coscienza e la partecipazione alla lotta alla mafia con azioni concrete tutti i giorni e in ogni angolo di strada, evitando silenzi di complicità ed omissioni. Le istituzioni dello Stato facciano la loro parte, supportando coloro che contrastano la criminalità organizzata, attuando riforme ormai indifferibili, e la scuola, quale palestra di vita, dia un contributo concreto attraverso la crescita delle giovani generazioni all'insegna dei valori della legalità e della trasparenza. La presenza di migliaia di giovani alla manifestazione di lunedì prossimo rafforza il mio pensiero. La partecipazione degli studenti è il segno tangibile di una comunità che vuole risorgere a partire dalle nuove generazioni per l'affermazione della legalità e della trasparenza, rappresentando un segnale di svolta per coloro che sono i cittadini di oggi e di domani”.

Commossa ed emozionata la presidente del Consiglio Emilia Barrile: “Dopo le parole di Don Ciotti non dobbiamo fare altro che restare in silenzio e riflettere. A nome di questo consiglio voglio dire che noi tutti con semplicità vogliamo solo fare un percorso tutti insieme, siamo piccole gocce ma vogliamo essere liberi e portare questo senso di libertà tra i nostri figli e la nostra gente”.

Francesca Stornante

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