Incredibile ondata di calore marina: superati i +30°C sul Tirreno, quali rischi si corrono?

Incredibile ondata di calore marina: superati i +30°C sul Tirreno, quali rischi si corrono?

Daniele Ingemi

Incredibile ondata di calore marina: superati i +30°C sul Tirreno, quali rischi si corrono?

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giovedì 27 Luglio 2023 - 11:45

Valori davvero eccezionali, soprattutto nei pressi delle Eolie

L’eccezionale ondata di calore che da oltre due settimane ha attanagliato la Sicilia e l’intero Sud Italia si sta propagando anche alla superficie marina, producendo una intensa ondata di calore marina. In questi giorni i mari che circondano le coste di Calabria e Sicilia si sono trasformati in un vero “brodo”, con valori molto elevati, attorno i +27°C +28°C. E picchi fino a +29°C +30°C sul basso Tirreno orientale, nella zona delle Eolie.

Attualmente le temperature più elevate le ritroviamo proprio sul basso Tirreno, con punte che hanno oltrepassato la soglia dei +29.5°C +30,0°C proprio a largo della costa messinese, fra le Eolie e l’area di Capo Rasocolmo. In alcuni punti ci siamo, di molto, avvicinati ai record di +32°C raggiunti nell’agosto del 2003 davanti la costa calabrese.

Più caldo anche il Mar Ionio

Ma anche le acque dello Ionio, soprattutto a largo, lontano dall’influenza delle forti correnti di marea dello Stretto di Messina (dove risalgono le masse d’acque più fredde dal fondo dello Ionio), si sono sensibilmente riscaldate in superficie, presentando valori davvero tropicali, uguali a quelli registrati sul Golfo del Messico o nei Caraibi (+29°C). Purtroppo questo repentino riscaldamento delle acque superficiali dei mari, oltre ad essere una minaccia per la fauna e la flora autoctona, rappresenterà anche una consistente quantità di “energia potenziale” pronta ad essere trasferita alle masse d’aria sovrastanti, per favorire lo sviluppo di fenomeni temporaleschi particolarmente violenti, capaci di scaricare veri e propri nubifragi una volta raggiunte le limitrofe aree costiere.

Il rischio di eventi meteo estremi

Al transito della prima perturbazione atlantica, seguito da aria leggermente più fresca, questo accumulo di “energia potenziale”, rappresentata dalle acque calde del mare, rischia di convertirsi in “energia cinetica”, attraverso lo scoppio di improvvisi e violenti fenomeni temporaleschi, accompagnati da fenomeni vorticosi, colpi di vento molto forti e nubifragi.

Le temperature delle acque misurate sul basso Tirreno in questi giorni.

L’aria calda e carica di umidità, fornita dai mari caldi, al transito della prima modesta perturbazione atlantica può fornire quelle energie più che sufficienti per lo sviluppo dei temibili temporali autorigeneranti. Ossia dei nuclei temporaleschi violenti, ma molto ristretti nello spazio, che tendono a stazionare sopra una determinata area, scaricando su questa piogge di tipo torrenziali, con accumuli di oltre 100/200 mm in poche ore.

Questo tipo di temporali, la cui individuazione può essere immediata, tramite l’ausilio dei radar e delle movioli dei satelliti meteorologici (sia con il visibile diurno che con l’infrarosso durante le ore notturne), solo dopo la fase di formazione della nube temporalesca sul mare, già in passato si sono resi responsabili delle alluvioni lampo che hanno martellato l’intero territorio cittadino, come quella che ha investito l’area tra Scaletta e Giampilieri l’1 ottobre 2009, o altre molto più recenti.

Ma quella dei temporali autorigeneranti non rimane l’unica insidia. Difatti, la presenza di acque marine ancora calde nel cuore della stagione autunnale può comportare il rapido sviluppo delle rare ma insidiose ciclogenesi dalle caratteristiche tropicali (coadiuvate da forte vorticità positiva in quota), meglio note con la sigla di “TLC” (tropical like cyclone), caratterizzati da una intensa rotazione ciclonica e attività temporalesca centrale (attorno il minimo barico) che sforna venti ciclonici molto violenti e precipitazioni anche a carattere torrenziali. Negli ultimi anni ne abbiamo osservati molti sullo Ionio. Ma si possono benissimo sviluppare pure sul Tirreno.

Un commento

  1. E’ indispensabile ed urgente che l’organizzazione di protezione civile inserisca nel suo organico persone che hanno la competenza dell’autore dell’articolo per allertare le popolazioni ogni volta che sarà necessario. Se la politica facesse questo già sarebbe tanto.

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