Messina. Storia di un'insegnante della zona jonica, assolta dopo un calvario giudiziario

Messina. Storia di un’insegnante della zona jonica, assolta dopo un calvario giudiziario

Alessandra Serio

Messina. Storia di un’insegnante della zona jonica, assolta dopo un calvario giudiziario

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sabato 11 Dicembre 2021 - 09:15

Due insegnanti erano state accusate di non aver denunciato le ferite di una bimba, maltrattata da un parente. Una di loro è morta dopo l'imputazione

E’ stata assolta dal giudice monocratico Alessandra Di Fresco per non aver commesso il fatto l’insegnante di un istituto comprensivo della zona ionica, accusata di aver omesso di denunciare, nella qualità di pubblico ufficiale, le lesioni patite da una giovanissima alunna. Imputata era anche la collega della donna, molto provata psicologicamente per la vicenda e morta poco dopo il provvedimento di rinvio a giudizio.

La piccola, una bimba di appena 6 anni, secondo l’accusa si sarebbe presentata al suo primo giorno di scuola con un gravissimo ematoma bilaterale periorbitario, con importante travaso emorragico, esteso fino all’altezza del collo. Le due insegnanti vedendola in quelle condizioni avrebbero omesso di segnalare il fatto ipotizzando all’evidenza che quelle ecchimosi fossero la conseguenza di un reato (lesioni).

L’istruttoria dibattimentale, invero, ha permesso di accertare che le lesioni in parola – patite nell’ambito di una grave clima di violenza domestica – erano state causate da condotte sì violente ma poste in essere in un momento successivo rispetto a quando la piccola si era recata a scuola ovvero in orario pomeridiano.

Condannato, invece, l’altro imputato per il più grave reato di maltrattamenti in famiglia, alla pena di anni 2 mesi 8 di reclusione. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Antonino Cacia e Carmelo Moschella le parti civili dall’avvocato Cettina Miasi.

“Pur rispettando il ruolo della Parte pubblica mi sento di affermare – senza tema di smentita – che il processo a carico delle insegnanti non doveva andare oltre il vaglio del Gup. Rimane la profonda amarezza per una vicenda che ha coinvolto una minore in tenera età – oggi collocata presso una famiglia adottiva – e due insegnanti (una delle quali deceduta appena dieci giorni dopo il decreto che dispone il giudizio) la cui correttezza non avrebbe dovuto all’evidenza essere messa in dubbio”.

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