Progetto “Mare Pulito” escluso dalla VIA, l’associazione MAN vuole chiarezza

Progetto “Mare Pulito” escluso dalla VIA, l’associazione MAN vuole chiarezza

Giovanni Passalacqua

Progetto “Mare Pulito” escluso dalla VIA, l’associazione MAN vuole chiarezza

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lunedì 26 Ottobre 2015 - 10:58

L’azienda milazzese vuole realizzare un impianto di depurazione delle acque di lavaggio cisterne delle petroliere nell’area IRSAP tra Monforte e San Pier Niceto. Ma l’associazione denuncia numerose anomalie nell’iter autorizzativo; e non è ancora possibile visionare il progetto

Non solo il CSS tiene alta l’apprensione nella valle del Mela. Meno conosciuto – e meno chiaro – è il progetto della ditta “Mare Pulito Srl” per un impianto di depurazione delle acque di lavaggio delle cisterne delle petroliere. Per l’impianto, che dovrebbe realizzarsi nell’area IRSAP (ex ASI) compresa tra Monforte e San Pier Niceto, l’assessorato al Territorio e all’Ambiente ha chiesto l’esclusione dalla VIA – Verifica di Impatto Ambientale -, che verrebbe sostituita da una procedura semplificata; contro questa scelta ha fatto ricorso l’associazione MAN.

Con D.A. 344 del 21 luglio 2015, pubblicato sul sito internet del Dipartimento Regionale Ambiente della Regione Sicilia in data imprecisata, è stata rilasciato un giudizio di compatibilità ambientale positivo per il progetto per la realizzazione di un impianto di stoccaggio e recupero idrocarburi mediante processo di decantazione di acque di sentina e rifiuti oli esausti da natanti; l’impianto avrà una capacità complessiva di 50 tonnellate per quanto riguarda i rifiuti non pericolosi, e di 10 per quelli pericolosi.

L’associazione MAN denuncia però alcune anomalie. Il decreto autorizzativo non riporta la richiesta di verifica di assoggettabilità della ditta, né sancisce formalmente l’esclusione dalla VIA; esprime piuttosto un giudizio di compatibilità ambientale positivo, vincolato all’attuazione di una lunga serie di prescrizioni. Sulla questione c’è poi un conflitto di competenze, in quanto la valutazione di assoggettabilità a VIA – così come alla Valutazione di Incidenza – è puramente tecnica, e non può essere emessa da un’autorità politica.

Un’altra questione riguarda la trasparenza: l’avviso relativo al decreto è stato pubblicato il 24 aprile 2014 nella GURS, ma solo in data 3 giugno 2014 sul sito dell’autorità competente. Lo stesso avviso non risulta pubblicato nella parte I della GURS n. 17 del 24 aprile 2014, che è la parte di grande diffusione e l’unica pubblicata sul web. Questo modo di pubblicazione, secondo l’associazione, non appare idonea alla normativa sulla pubblicità e partecipazione del pubblico, né alla Convenzione di Aarhus. Mancano poi alcuni elaborati e lo studio ambientale sul progetto, mai pubblicati dal Dipartimento Regionale Ambiente.

Ancora, è da approfondire il metodo di smaltimento delle acque trattate, che andrebbero a finire nella rete delle acque bianche del consorzio IRSAP di Giammoro, e dunque molto probabilmente a mare. Lo stesso mare nel quale si vorrebbe istituire l’Area Marina Protetta, e che già bagna un territorio dichiarato SIN e AERCA. “Il decreto” – si legge nel comunicato dell’associazione – “non tiene conto dei rischi legati alle attività di trattamento dei rifiuti pericolosi e non pericolosi, ed in particolare del possibile riversamento di idrocarburi nel golfo di Milazzo; e non tiene conto nemmeno degli importanti risultati delle ricerche presentate dall’Ispra a Roma nel mese di luglio, alla presenza di funzionari del Dipartimento Regionale Ambiente, ove è stata posta in evidenza la presenza di numerosi habitat e specie di importanza comunitaria, rilevanti al fine della caratterizzazione dell’area come SIC marino”.

Un’ultima precisazione riguarda proprio il SIC – Sito di Interesse Comunitario – dell’area marina di Milazzo: se l’impianto in progetto non ricadrebbe nel SIC, le Valutazioni di Incidenza vanno però fatte anche per interventi esterni a un sito, ma che potrebbero avere ricadute nel sito stesso. In questo senso l’associazione cita un provvedimento del CGA, che ha annullato una variante al PRG del Comune di Lentini proprio perché non era stata effettuata la VI su una ZPS sita a 5 km di distanza.

Per questi motivi l’associazione MAN chiede la revoca del decreto 344/2015 e il ritorno alla VIA, con l’acquisizione di tutta la documentazione prevista, e la sospensione delle procedure di rilascio dell’AIA; al Ministero dell’Ambiente e alla Corte dei Conti chiede invece una maggior azione di controllo. Fondamentale resta la pubblicazione del progetto, così da poterlo analizzare dando a tutti la possibilità di partecipare al processo decisionale. L’associazione ha anche messo a conoscenza dei fatti tutti i sindaci della valle del Mela affinché mettano in atto tutte le pressioni e gli strumenti a loro disposizione, così da garantire la correttezza dell’iter autorizzativo.

Giovanni Passalacqua

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