Inquinamento torrenti, a processo ex sindaco Accorinti ed ex presidente Amam Termini

Inquinamento torrenti, a processo ex sindaco Accorinti ed ex presidente Amam Termini

Alessandra Serio

Inquinamento torrenti, a processo ex sindaco Accorinti ed ex presidente Amam Termini

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mercoledì 21 Settembre 2022 - 18:04

Stesso provvedimento per il dirigente comunale Amato. Scagionato l'ex direttore dell'Amam La Rosa

MESSINA – Si aprirà nell’estate del prossimo anno il processo per l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti, l’ex presidente dell’Amam Leonardo Termini, il dirigente comunale Antonio Amato, rinviati a giudizio per lo stato dei torrenti cittadini. Lo ha deciso il Giudice Ornella Pastore che, alla fine dell’udienza preliminare, ha accolto la richiesta della Procura – formulata dal pubblico ministero Giovannella Scaminaci – e rinviato a giudizio tutti gli indagati, ad eccezione del direttore generale Amam Luigi La Rosa, prosciolto con formula piena.

Proprio il direttore in pensione nel corso degli accertamenti complessivi sullo stato dei torrenti a Messina e la messa in sicurezza ha offerto molti spunti agli inquirenti, per ricostruire il seguirsi degli interventi effettuati da Palazzo Piacenti. A lavorare al caso sono stati i carabinieri della sezione di Polizia Giudiziaria.

9 foci di torrenti sequestrati nel 2016

Il processo che comincerà tra quasi un anno, però, riguarda un intervento non effettuato, o meglio la mancata manutenzione e le mancate richieste di fondi per i progetti di messa in sicurezza dei torrenti. Sei anni fa la Capitaneria di Porto e mise i sigilli a ben 9 scarichi a mare – torrente Europa, Boccetta, Portalegni, Giostra, San Licandro, Annunziata, ed il quadro dei comandi del depuratore di Mili perché alcune tubature e condotte fognarie versano direttamente in mare materiale altamente inquinante. Ma sotto la lente c’è stato anche il torrente Bordonaro.

I reati ambientali, una coperta troppo corta

Gli avvisi di garanzia per Accorinti e gli altri scattarono poco dopo. Una parte delle ipotesi d’accusa è stato nel frattempo in soffitta. Il capitolo bonifica ancora aperto. Così come il rischio che alle prime piogge abbondanti i letti dei fiumi cittadini diventino pericolosi.

Oltre il processo

E’ al dibattimento, quindi, che si chiarirà se il primo cittadino messinese ha avuto responsabilità penali in quel livello di inquinamento andato spesso oltre i limiti consentiti. Al di là delle responsabilità penali e dello “spettro” della prescrizione, sempre troppo corta, per i reati ambientali, in ogni caso il processo potrebbe offrire spunti interessanti per valutare gli interventi effettuati e da effettuare sui corsi dei fiumi cittadini, attraverso i dossier dei consulenti.

4 commenti

  1. Prima di Accorinti, andrebbero processati Genovese, Buzzanca e dopo di lui il famoso sindaco Catenuccio. Quest’ultimo andrebbe processato per tutto l’odio versato in questa città.

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  2. Vediamo se ora capiranno (lui e i suoi seguaci) che i processi non si fanno sui giornali ma nelle aule di tribunale e così la prossima volta prima di insultare e gettare fango sulle persone ci penseranno più di due volte.

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  3. Esprimo una forte preoccupazione per lo stato attuale di fatto di almeno due torrenti: Annunziata e Giostra. Perché vedo che, nel primo caso, nella parte a monte, persiste il regno sovrano di quella vegetazione incolta che, presente nel suo letto, può costituire un ostacolo al deflusso delle acque piovane. E, nel secondo caso perchè, ancora nella zona di San Michele, viene negato, de facto, ai residenti il diritto a posteggiare le proprie auto in piena sicurezza. La mia domanda è questa: perché continuare a perdere tempo quando occorrerebbe agire subito per mettere i torrenti in sicurezza?

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  4. Per governare , non basta essere onesti (diciamo che dovrebbero esserlo tutti i politici ) ma bisogna avere soprattutto le capacità di gestire una città come Messina . Quando un sindaco e la sua giunta non sono in grado di risolvere i problemi , per dovere morale , dovrebbero avere il buon senso di dimettersi prima di ritrovarsi tra le aule del tribunale per la loro incapacità.

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