Protestavano per gli stipendi, nuove denunce per i lavoratori Atm

Protestavano per gli stipendi, nuove denunce per i lavoratori Atm

Francesca Stornante

Protestavano per gli stipendi, nuove denunce per i lavoratori Atm

mercoledì 06 Febbraio 2013 - 11:35

Denunciati due lavoratori che lo scorso 7 dicembre avevano presidiato gli uffici del Dipartimento Mobilità in via La Farina chiedendo notizie degli stipendi che non prendevano da tre mesi. Orsa, Ugl e Cub definiscono paradossale punire i lavoratori e tornano a chiedere un confronto con il neo commissario Spicuzza.

Era già accaduto nel 2008, poi ancora lo scorso ottobre, adesso di nuovo. Lavoratori che scioperano perché senza stipendi da mesi, esasperati, lavoratori che per quello sciopero si ritrovano nelle mani una denuncia per interruzione di pubblico servizio. I protagonisti sono sempre i dipendenti dell’Atm. Per due di loro la denuncia questa volta è scattata a seguito della protesta dello scorso 7 dicembre quando decisero di presidiare il secondo piano dell’edificio di via La Farina, quello che ospita gli uffici comunali del Dipartimento alla Mobilità. Si barricarono dentro perché continuavano a chiedere notizie dei loro stipendi senza però avere alcuna risposta. Era dicembre, eravamo vicini al Natale, non volevano passare le feste senza almeno uno stipendio in tasca, visto che nel frattempo avevano sulle spalle già tre mesi di arretrati. La protesta durò una sola mattinata perché subito arrivò la convocazione del Prefetto Trotta, non arrivarono però gli stipendi che i lavoratori Atm hanno poi intascato solo pochi giorni prima di capodanno. In compenso però, puntuale, è arrivata una nuova denuncia. La solita beffa per chi protesta per i suoi diritti.

“Sono sempre e solo lavoratori e utenti, le vittime di chi ha le reali responsabilità di un sevizio pubblico ormai inesistente in questa città” dichiarano Michele Barresi, Francesco Alizzi e Francesco Urdì, responsabili di Or.SA, Ugl e Cub Trasporti. Un città che, lo ricordiamo, può vantare record negativi con la sua media di venti bus al giorno che dovrebbero coprire le esigenze di quasi 250 mila abitanti e ben 48 villaggi. Lo scorso 28 gennaio i mezzi in circolazione erano addirittura solo 8. Numeri lontanissimi da quello che può definirsi un servizio di trasporto pubblico, numeri che di certo sono figli di più di una decina d’anni di totale disinteresse delle amministrazioni pubbliche nei confronti dell’Atm.

Per i sindacalisti, infatti, è paradossale punire i lavoratori che manifestano per lo stipendio e non accertare di chi siano le reali responsabilità dell'interruzione di un servizio pubblico conclamata nei fatti e frutto di precise scelte gestionali e amministrative.

“Nel non lontano 1999 erano 120 i bus in linea giornalmente e 9 i tram in esercizio nel 2003. Negli anni la manutenzione eseguita mediante interventi tampone, la carenza di pezzi di ricambio e l'eccessiva burocrazia nel reperimento sul mercato degli stessi ha provocato una progressiva moria di mezzi in una flotta già anagraficamente vecchia” spiegano i sindacalisti. Tra l’altro sono totalmente mancati gli investimenti sul parco mezzi. Gli ultimi acquisti con finanziamento comunale risalgono al 1997, poi nel 2007 ci fu l’operazione di acquisto di 25 mezzi dalla Bredamenarini, i costi dovevano essere a carico del Comune, tutte le rate del leasing finirono sui conti dell’Atm. Un passaggio che affossò ancor di più un’azienda che già arrancava. “Oggi il parco autobus conta su circa 70 mezzi di cui solo 20 utilizzabili quotidianamente, ma con una spesa inferiore ai 300 mila euro complessivi destinati ai pezzi di ricambio potremmo mettere a breve in esercizio giornaliero oltre 50 mezzi, molti dei quali richiedono interventi di spesa inferiore ai mille euro, e si darebbero le prime risposte all'utenza cittadina” spiegano Orsa, Ugl e Cub.

Poi c’è il famoso contratto di servizio che manca dal 1999, motivo per cui il contributo che il Comune versa all’Atm è rimasto invariato negli anni fermandosi ai 13 milioni quantificati quattordici anni fa. “Oggi si studia ad un contratto di servizio che sa di aria fritta, qualunque progetto a breve e lunga scadenza è irrealizzabile senza il reperimento delle risorse per l'acquisto di nuovi mezzi” continuano Barresi, Alizzi e Urdì. I sindacalisti chiedono di intraprendere un percorso virtuoso e per questo hanno chiesto, fin dal giorno del suo insediamento, un incontro al neo commissario dell’Atm Spicuzza. Un confronto che ancora attendono, come attendono ancora di comprendere dalla Ragioneria Comunale quali siano i motivi del ritardo o di impedimento nell'assegnazione all'azienda trasporti dei 3,9 milioni di euro previsti nel bilancio 2012 e per i quali si attendeva, a detta degli uffici competenti, solo la firma del decreto salva enti regionale.

“Auspichiamo un coinvolgimento fattivo del sindacato in questa delicata fase per l'Azienda ed in questo senso sollecitiamo sia il commissario del Comune di Messina sia l'Assessore Regionale ai Trasporti a trovare insieme soluzioni che assicurino occupazione e servizio. Ci preoccupa che il tema delicato del futuro dell'ATM sia in queste settimane spesso oggetto di programmi ed esternazioni elettorali fumose e populiste che si riducono a battute infelici sulla proporzione tra numero di dipendenti e di utenti del servizio senza entrare nel merito delle responsabilità pregresse e delle soluzioni da porre in essere” concludono i sindacalisti. (Francesca Stornante)

5 commenti

  1. le responsabilità non sono solo degli amministratori. e comunque un modo per reperire le risorse c’è. mettere in mobilità 2/300 dipendenti oggi (e forse anche prima) inutili e impiegare le risorse risparmiate per mettere a punto i mezzi e programmare l’acquisto di nuovi bus.

    in ogni caso il solo vero problema è il sovradimensionamento di un ente che produce un servizio pessimo (lo era anche nel 99!!!) a costi superiori rispetto a quelli di metropoli ben più complesse da gestire.

    prima il servizio, poi il resto.

    per quel che riguarda i lavoratori denunciati ricordo che il diritto di sciopero è regolato dalla legge e i dipendenti (disperati o meno) non possono fare ciò che credono. il loro lavvoro prevede un servizio al cittadino che deve comunque essere erogato. se non gli sta bene possono contribuire all’alleggerimento del monte stipendi dimettendosi.

    questa città è stancante nella gestione dell’ovvio.

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  2. i lavoratori hanno i loro diritti,però anche i loro doveri. il servizio pubblico è un dovere non si può dire io oggi lascio a piede la città perchè non mi va di guidare senza soldi.I tuoi diritti li difendi con la magistratura,lo sciopero programmato ed il rispetto della legge.Se non ti stà bene il datore di lavoro ti dimetti e vai a lavorare sul serio e non in danno del cittadino che paga le tasse ed il biglietto del tram????? se lo paga…

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  3. dovrebbero dencunciare la classe politica degli ultimi 20 anni

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  4. cari colleghi non vi preoccupati ci pensa l’orsa x mandarvi a casa

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  5. Facile criticare e dare lezioni di civismo quando si hanno la pancia piena ed il portafoglio gonfio.

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