La storia infinita dell’Ente Porto. Confindustria: “Rappresenta un freno per la città”

La storia infinita dell’Ente Porto. Confindustria: “Rappresenta un freno per la città”

La storia infinita dell’Ente Porto. Confindustria: “Rappresenta un freno per la città”

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giovedì 09 Gennaio 2014 - 08:24

Il presidente di Confindustria Messina, Alfredo Schipani, si rivolge alla classe politica: “Siano i messinesi a gestire il proprio territorio”. Ed interviene anche sulle vicende del Teatro Vittorio Emanuele: “Invece di stabilizzare l’Orchestra, si affida il nuovo cartellone all’Orchestra Siciliana”

Messina e la sua provincia non possono più assistere impotenti alla mortificazione del proprio territorio per colpa di una politica incapace di dare risposte concrete. È una presa di posizione decisa quella del presidente di Confindustria Messina, Alfredo Schipani, che interviene su due temi di particolare rilevanza per il futuro della provincia messinese: l’Ente Porto e l’Ente Teatro Vittorio Emanuele.

«Questa città – ha dichiarato Alfredo Schipani – è ostaggio dell’Ente Porto, come è emerso in questi giorni dalle difficoltà riscontrate dall’Autorità Portuale a proseguire i lavori di messa in sicurezza della strada che attraversa la Zona Falcata. Ente Porto che nessuno vuole più, ma la cui soppressione sembra ancora lontana. Di fronte all’ennesimo commissario nominato da poche ore, ci sembra opportuno ricordare che la stessa Confindustria, rappresentante delle attività economiche che avrebbero beneficiato dell’istituzione del Punto Franco, ritiene inutile il mantenimento in vita dell’Ente che rappresenta solamente un freno per la città. E non lo vuole neppure una sana gestione che vede bloccati 60 milioni di euro, a disposizione dell’Autorità Portuale e a rischio disimpegno, in un momento di così forte crisi economica.»

«Un altro schiaffo che la città non può subire – ha aggiunto Alfredo Schipani – è legato alla questione Ente Teatro Vittorio Emanuele. Messina assiste impotente alla mortificazione delle sue professionalità. Infatti, invece di stabilizzare l’orchestra del suo Teatro, cosa che una città come la nostra meriterebbe, continua a lasciare nel limbo le sue maestranze affidando il nuovo cartellone all’Orchestra Siciliana. Cosa ancor più grave, si paventa inoltre la creazione di un ulteriore Ente per la gestione di Taormina Arte, in barba a qualsiasi spending review e al buon senso che suggerirebbe la creazione di un unico Ente per tutti i teatri della provincia.»

«Se a questo si aggiunge la presenza di ben 8 tra Enti e Società partecipate commissariati, sembra evidente la volontà di consegnare ad un ingestibile torpore la città, impedendo ai messinesi di governare il proprio territorio. Siamo convinti – ha concluso il presidente Schipani – che questa Provincia abbia professionalità, esperienze e capacità per poter riprendere in mano il proprio futuro, partendo dalla gestione degli Enti ad oggi commissariati, azione ormai improcrastinabile. Auspichiamo quindi la rinascita di una coscienza messinese che torni a pretendere con orgoglio la propria autonomia decisionale e le proprie prerogative, grazie anche al sostegno di tutta la classe politica, locale, regionale e nazionale. D’altra parte non chiediamo nulla di diverso da quanto sia stato fatto nelle altre città siciliane».

3 commenti

  1. Siano i messinesi a gestire il loro territorio…GIUSTISSIMO! Ma…l’Autorità Portuale invece?? che “occupa” dal viale Annunziata a Tremestieri (quasi) tutta la costa, e non solo, della Città???

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  2. Dividi et Impera 9 Gennaio 2014 12:15

    Si, ma l’autorità portuale avi i picciuli…

    come mai ha così tanti soldi?

    semplice perchè siamo noi a darglieli!

    oneri concessori per la passeggiata a mare, la villa sabin, parcheggio annunziata, lungomare ringo…

    capiscisti?
    e dall’anno scorso canoni demaniali impazziti.
    tranquilli, fra un po ci sarà la ripresa, con i confini commerciali aperti dalla direttiva bolkenstain tempo due anni i “$nostri” litorali potranno diventare cosa di simpatici fondi d’investimento internazionali e noi, finalmente, fare gli schiavi. speravo in un XXI secolo dove liberarsi dal lavoro e invece eccoci qui a chiedere disperatamente di metterci un guinzaglio.

    a quando la rivoluzione?

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  3. –Siano i messinesi a gestire il proprio territorio–, ma perchè sin’ora chi lo ha fatto ET?? Il problema è proprio questo, i messinesi non devono gestire nulla, ma solo essere colonizzati, possibilmente da uno straniero nordeuropeo. Purtroppo per ora ci stanno pensando i cinesi i rom ecc

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