Carlo Pedini a Tempostretto.it: «La lenta agonia della Chiesa è già in atto da tempo»

Carlo Pedini a Tempostretto.it: «La lenta agonia della Chiesa è già in atto da tempo»

francesco musolino

Carlo Pedini a Tempostretto.it: «La lenta agonia della Chiesa è già in atto da tempo»

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venerdì 01 Giugno 2012 - 09:17

Lo scrittore esordisce con il romanzo "La sesta stagione", un poderoso viaggio a cavallo del tempo guidati da una prosa sicura che porta il lettore a ritroso negli anni, dal ’34 all’85, attraversando decenni molto caldi della nostra storia nazionale

Uno fra gli outsider più quotati (e sorpredenti) nella corsa al prossimo Premio Strega è il compositore e musicista Carlo Pedini, che esordisce con il romanzo La Sesta Stagione con la coraggiosa casa editrice italo-portoghese, Cavallo di Ferro.

Un poderoso viaggio a cavallo del tempo guidati da una prosa sicura che porta il lettore a ritroso negli anni, dal ’34 all’85, attraversando decenni molto caldi della nostra storia nazionale, prendendo come punto di riferimento il capolavoro di Thomas Mann, I Buddenbrock, per annunciare la fine della Chiesa Cattolica tradizionale e il tracollo del suo sistema di valori. La vicenda prende vita nel 1934, a Civita Turrita, sull’appennino toscano, con le micro-storie di tre seminaristi e delle loro vicissitudini.

Tempostretto.it ha intervistato Carlo Pedini

Come nasce La Sesta Stagione? Perché ha scelto di seguire il canone dei Bubbenbrock come canovaccio del suo libro d’esordio?

Per l’analogia con la storia che intendevo raccontare: una comunità piuttosto larga (da un lato quattro generazioni di una famiglia, qui gli ultimi 50 anni di esistenza di una diocesi immaginaria)

Dal ’34 all’85 la storia d’Italia è stata davvero ricca di avvenimenti. Come si è documentato e quanto è stato arduo gestire tanto materiale storico da intrecciare con le vicende dei suoi tre protagonisti?

Non è stato facile e ho avuto bisogno di molto tempo. Procedevo così: man mano che i fatti andavano avanti mi fermavo e mi documentavo con tutto quel che potevo trovare fra internet, biblioteca, libri acquistati. La cosa più difficile è stato il periodo del Concilio Vaticano II dove avevo materiale praticamente infinito. Operando in questo modo sono anche venuto a conoscenza di personaggi che non conoscevo e ai quali ho ritagliato una parte importante nel romanzo: il “microfono di Dio” Padre Riccardo Lombardi e il romanziere sperimentale Antonio Pizzuto già Questore di Arezzo alla fine degli anni ’40.

La tesi di fondo, predice la fine della Chiesa tradizionale che trascinerà con se anche la piccola comunità di Civita Turrita. Rischiamo davvero di vedere la fine della Chiesa come la conosciamo?

La fine della diocesi di Civita Turrita è collocata all’interno della ristrutturazione delle diocesi italiane avvenuta fra gli anni ’70 e ’80 e motivata dalla prima grave crisi delle vocazioni che ci fu in quel periodo (simbolicamente considerata nel romanzo la “Quinta Stagione” ovvero la Stagione della tempesta come aveva detto Paolo VI alla fine dei lavori del Concilio (“aspettavamo la primavera ed è venuta la tempesta”).

La lenta agonia della Chiesa è già in atto da tempo. Non a caso poche settimane fa Benedetto XVI ha definito la situazione della Chiesa di oggi “drammatica”. La fine della Chiesa così come la conosciamo (e che poi sarebbe la “sesta stagione”) viene profetizzata («fra 100 anni, 200 anni? ») alla fine del libro da don Oreste solo nel caso la Chiesa si ostinasse a rimanere immutata e immutabile come ancora oggi. In caso contrario arriverebbe la “primavera” come sperava Paolo VI. Per essere chiari i mutamenti dovrebbero essere sia organizzativi (ammissione delle donne al sacerdozio, abolizione del celibato ecc.) che di ordine morale (pedofilia, problemi etici come divorzio, aborto, aids ecc.) Ovviamente queste cose non sono dette in modo esplicito nel romanzo.

Infine le chiedo: quest’anno lo Strega sta finalmente dando grande attenzione alle case editrici cosiddette “outsider”. Con che spirito si approccia alla competizione?

Con curiosità. Lo Strega è un Premio molto ambito ma anche molto contestato. Nel mio campo ho vinto alcuni concorsi di composizione nazionali e internazionali e devo dire che lì, in linea di massima, non c’è trucco. Ho iniziato a leggere i libri entrati in finale quest’anno per rendermi conto se alla fine vincerà davvero il migliore o prevarrà la forza persuasiva delle grandi case editrici.

(FRANCESCO MUSOLINO)

Un commento

  1. E chi sarebbe questo Pedini che addirittura predice la fine di una istituzione bimillenaria?

    Il successo, a volte, dà proprio alla testa! Chissà come Pedini avrà commentato il 1.500.000 di persone che ha partecipato al VII Incontro Mondiale della Famiglia.

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