Pd, salta l'accordo sullo scambio Presidenza-segreteria e l'Assemblea rinvia al 31

Pd, salta l’accordo sullo scambio Presidenza-segreteria e l’Assemblea rinvia al 31

Rosaria Brancato

Pd, salta l’accordo sullo scambio Presidenza-segreteria e l’Assemblea rinvia al 31

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lunedì 17 Marzo 2014 - 23:05

Non c'è l'accordo su Presidenza e segreteria cittadina del Pd e l'Assemblea rinvia i temi "roventi" al 31 marzo, limitandosi al riequilibrio dell'organismo con l'integrazione di componenti delle varie aree. Sulla riunione di oggi pesava l'ombra di due accordi: quello disatteso di ottobre e quello non raggiunto sullo scambio tra Presidenza e segreteria comunale. Intanto mentre alcuni gruppi confermano la richiesta di dimissioni di Ridolfo altri chiedono le primarie per la segreteria cittadina.

Sull’assemblea Pd di questo lunedìi pomeriggio pesava l’ombra di due accordi: il primo, un accordo non rispettato, quello che ha portato all’elezione del segretario provinciale Basilio Ridolfo e disatteso con il voto dei circoli; il secondo l’accordo non trovato sulla segreteria cittadina e sulla presidenza dell’Assemblea.

Così l’Assemblea è rimasta ingabbiata nel mezzo tra un accordo passato disatteso ed un accordo non raggiunto per il futuro e si è rinviato il “piatto forte” a fine mese, limitando la riunione al “riequilibrio”, ovvero l’integrazione dell’Assemblea con rappresentanti delle aree rimaste fuori dal voto dei circoli nonostante l’accordo siglato ad ottobre.

I toni sono stati accesi, segnale di uno scontro sempre più evidente nonché di un progressivo scollamento tra la realtà di un partito impegnato nei conflitti interni e disattento a quel che accade fuori.

L’inizio non è stato dei migliori, perché le aree Civati e Pittella hanno inviato due distinti documenti per contestare le modalità di composizione degli organismi, perché il “riequilibrio” escogitato per mettere una pezza dopo la violazione dell’accordo di ottobre, non terrebbe nella dovuta considerazione gli esponenti dei due gruppi.

“Ci sottraiamo- scrivono i civatiani- ad una individuazione dei componenti della Direzione Provinciale, organismo strategico per la definizione della linea politica, sulla base di un accordo che si fonda su una rappresentazione statica del partito. La nostra area che alla Convenzione ha ottenuto il 7% e nelle due consultazioni Primarie in media intorno al 10% chiede una rappresentanza che dia il giusto riconoscimento ad iscritti e simpatizzanti che con passione civile si sono sin qui impegnati”. Posizione simile per l’area Pittella che ha disertato l’assemblea denunciando “discussioni ridotte ad un mercato per i soliti noti nelle solite riservate stanze. Un fatto grave nel momento in cui il caso del Pd di Messina è divenuto un caso nazionale”.

Il problema continua ad essere quello dei “numeri”, che sono tutti da un lato, quello del gruppo Genovese, mentre le altre aree ricordano che la politica non può essere solo un fatto matematico.

“I numeri contano- ha ricordato il capogruppo del Pd Paolo David, da genovesiano di ferro- ma è importante anche come si usano e sono importanti anche le idee. Non possiamo più limitarci a far valere soltanto il peso dei numeri”.

Eppure per tre ore il dibattito si è concentrato solo su questo: sui numeri, sulle percentuali. Il voto dei circoli, quindi dei tesserati, ha dato ragione al gruppo Genovese, che nonostante gli accordi siglati per l’elezione del segretario provinciale Basilio Ridolfo, (che prevedevano una divisione negli organismi con il 51% ai genovesiani e il 49% alle altre aree), ha registrato nei congressi un 65% a 35%. Il segretario Ridolfo ha cercato di risolvere con l’integrazione di 37 componenti non eletti nei circoli ma indicati dalle aree rimaste fuori, ma proprio mentre si cercava di rattoppare la vicenda ecco spuntare la grana successiva: l’accordo per Presidenza, segreteria cittadina e direzione. E i conti, ovviamente, non sono più tornati, proprio per la nota questione dei numeri e di chi ce li ha e chi no. Chi ha però imparato la lezione ad ottobre, non ha mostrato molto entusiasmo verso un nuovo accordo a scatola chiusa: Presidenza alla minoranza e segreteria cittadina al gruppo Genovese con Felice Calabrò. Saltata l’intesa oggi si è proceduto solo con l’integrazione dell’Assemblea con i componenti delle aree rimaste fuori dal voto dei circoli, rinviando al 31 marzo il resto. Nel frattempo sarà varato anche il regolamento e sul tavolo del congresso arriverà anche la proposta delle primarie, targata renziani e già lanciata nei giorni scorsi da Daniele Zuccarello dei Progressisti democratici.

Nel dibattito da più parti non sono mancate dichiarazioni volte al raggiungimento di un accordo il più sereno possibile, come da Franco Rinaldi “siamo pronti a fare subito il riequilibrio” che da Filippo Panarello che si è soffermato sull’importanza di ripristinare quei termini che sono stati il punto fermo dell’elezione di Ridolfo. Anche da parte di Giacomo D’Arrigo, è stato sottolineato “il senso di responsabilità che ci viene chiesto da una città che aspetta risposte da questo partito”.

Insomma, non litighiamo più sui numeri, andiamo avanti, perché la batosta elettorale è il segnale di una città che va in direzione opposta a questo Pd.

Ma, al di là delle belle parole, la frattura c’è e l’accordo futuro, quello su Presidenza e segreteria cittadina, sarà fonte di nuovi scontri. Nonostante i tentativi di far passare l’intesa stasera e procedere con la votazione sulla Presidenza, in modo da incassare mezzo accordo, è stato rinviato tutto, quando l’Assemblea avrà numeri un po’ meno bulgari. A ricordare che le ferite sono ancora aperte ci ha pensato Felice Calabrò, “Finalmente ci parliamo. E’ strano che adesso siano tutti qui per parlare di queste elezioni e poi quando ci sono le elezioni serie spariscono tutti. Oggi fare una conferenza stampa per attaccare il tuo compagno di partito fa più notizia di ogni altra cosa. Io penso che dobbiamo applicare le regole ed eleggere la Presidenza in base al voto dei circoli, al risultato dei congressi”.

Se Felice Calabrò ribadendo il peso delle percentuali genovesiane nei diversi appuntamenti congressuali ha aperto il “fuoco”, immediatamente sono arrivate le repliche.

“Questo atteggiamento- ha detto Nicola Barbalace- danneggia sia il Pd che il segretario Ridolfo. Non possono contare solo i numeri, non può prevalere la logica del così è se vi pare. La politica è anche altro, soprattutto altro”. Amaro lo sfogo di Luciana Intelisano, che l’accordo di ottobre l’ha siglato, salvo scoprire pochi giorni dopo che non era stato rispettato nelle urne “Abbiamo accettato quell’intesa per senso di responsabilità, ma la gente non crede più, alla luce di questi fatti, in atti di responsabilità che vengono disattesi. Questo è un partito dilaniato”.

Ma la stoccata più forte arriva da un genovesiano come Tani Isaja, che invita il gruppo a riflettere: “Abbiamo scelto di non fare elezioni per la segreteria provinciale e siglare un accordo. Ebbene, gli accordi si rispettano, le persone perbene rispettano gli accordi. Non ci rendiamo conto che ormai parlando solo di numeri sbagliamo. Fuori dalla nostra cerchia ristretta siamo invisi. Dobbiamo renderci conto che così facendo questo partito “democratico” non lo è più”.

E mentre il gruppo Panarello incassa il riequilibrio, lo scontro è rinviato al 31 marzo e sarà su più fronti. Da un lato renziani e civatiani confermano le richieste di dimissioni per Ridolfo, dall’altro si affilano le armi per far naufragare qualsiasi intesa sullo scambio Presidenza-Segretario comunale, e infine sono pronte le richieste per le primarie da portare sul tavolo del segretario regionale Fausto Raciti.

“Ho sentito parlare di prova di muscoli- dichiara Franco Rinaldi- Noi i muscoli li abbiamo mostrati solo alle elezioni, trascinando con i nostri voti anche altri amici. Ci siamo detti pronti a integrare quest’assemblea in base agli accordi presi e lo faremo”.

Tre ore dopo l’inizio della riunione il segretario Ridolfo ha ricordato “Io ero a Ficarra, se ho accettato è stato solo per spirito di servizio. Ma ho passato questi mesi a parlare di percentuali, riequilibri, accordi, e non siamo riusciti a parlare di politica”.

Già, neanche stasera si è parlato di politica e neanche per molto tempo ancora se ne parlerà. Perché i numeri contano nei rapporti di forza. E se civatiani e pittelliani hanno disertato dicendo “meglio niente che accontentarci di briciole regalate”, la strada verso l’unità è tortuosa ed ogni sasso corrisponde ad una percentuale in più da far valere.

Rosaria Brancato

3 commenti

  1. PD messinese,destinato all’eterna sconfitta per colpa dei kaimani. Renzi deve cacciare tutti e ricostruire il partito

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  2. COMMENTO APERTO A FRANCANTONIO GENOVESE. C’è una domanda senza una risposta: perchè Francantonio GENOVESE raccoglie tanto consenso all’interno del PARTITO DEMOCRATICO? Consenso non scalfito da due sonore sconfitte elettorali,quella contro Peppino Buzzanca e Renato Accorinti,dall’assenza di un progetto politico,nessuno sa quale territorio immagina dal punto di vista urbanistico,nessuno conosce quali proposte ha rispetto ad una società multiservizi destinata alla gestione dei rifiuti,acqua,energia,stesso discorso vale per ATM. E’ sbalorditivo che a nove mesi dall’elezione entusiasmante di RENATO sindaco,pur sapendo che gran parte dell’elettorato di opinione di SINISTRA abbia preferito il sindaco in maglietta, Francantonio GENOVESE non abbia ancora deciso di dare un contributo significativo al governo della città,con una opposizione costruttiva invece delle tante spudorate strumentalizzazioni politiche,come per la TARES e l’isola pedonale,aspetta nascosto l’esito del ricorso giudiziario. Un PARTITO DEMOCRATICO dilaniato,che soffoca il nuovo progetto politico intorno a Matteo RENZI,anzi lo osteggia,dopo averlo mortificato prima della vittoria del sindaco di Firenze. A Francantonio GENOVESE voglio ricordare le parole di un grande esponente del SOCIALISMO mondiale,Sandro PERTINI,in occasione della morte di un magnifico esponente della SINISTRA italiana,Enrico BERLINGUER, “Senza Berlinguer questo paese riscoprirà i suoi vizi e le sue debolezze e non sarà certo la SINISTRA a fare da argine al fiume limaccioso che esonderà.”, parole profetiche. Caro GENOVESE,in un sussulto di generosità,lasci il PARTITO DEMOCRATICO,lasci la politica,dia la possibilità ai nuovo corso e ai giovani del PD di decidere del loro futuro politico,sciolga la sua corrente,e inviti Felice CALABRO’ ad accettare la sconfitta di giugno,tutta politica,sarà un gesto apprezzato con cui verrà ricordato.GRAZIE.

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  3. Le agenzie di stampa stanno battendo la richiesta di arresto per Francantonio GENOVESE, il mio commento di ieri, dove invitavo il nostro concittadino a lasciare il PARTITO DEMOCRATICO e la politica, non deve sembrarvi premonitore, perchè i segnali di una evoluzione dell’indagine giudiziaria c’erano tutti. Il contesto politico, cioè le sconfitte elettorali in contrapposizione al successo anomalo all’interno del PD messinese, in presenza di una ascesa irresistibile di Matteo Renzi, ha un significato inequivocabile, un sistema di interessi disperato, che si nutre di politica per vivere e sopravvivere, tenta di farsi scudo servendosi del PARTITO DEMOCRATICO, ma si sta sgretolando miseramente, a giugno ha perso il riferimento all’interno di Palazzo Zanca, oggi quello di Roma, con Crocetta quello di Palermo. Si chiude per sempre un’epoca, i messinesi stanno riconquistando la libertà politica, molti lo hanno già fatto votando RENATO sindaco. COSA MI AUGURO. Spero che i due schieramenti di CENTRODESTRA e CENTROSINISTRA si affidino a giovani come Francesco PALANO QUERO e Piero ADAMO, sarebbe la svolta, che guardi all’INTERESSE GENERALE.

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