La Serenata di Mozart, Morricone e altri, nell’interpretazione degli Archi dell'Orchestra Massimo Youth

La Serenata di Mozart, Morricone e altri, nell’interpretazione degli Archi dell’Orchestra Massimo Youth

giovanni francio

La Serenata di Mozart, Morricone e altri, nell’interpretazione degli Archi dell’Orchestra Massimo Youth

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giovedì 02 Giugno 2022 - 08:15

L’Associazione Musicale V. Bellini chiude in bellezza la stagione concertistica al Palacultura

MESSINA – L’ultimo concerto della stagione musicale dell’Associazione V. Bellini (stagione quanto mai tribolata, per via dei frequenti rinvii e posticipazioni, a causa della pandemia ancora diffusa quest’anno), ha visto in scena al Palacultura gli Archi della Massimo Youth Orchestra, diretti da Michele De Luca. Anche questo concerto era stato programmato in altra data, il due aprile, e rinviato per Covid, e per questo motivo si è tenuto nell’inusuale giorno di martedì. Nonostante le difficoltà, l’Associazione, presieduta da Giuseppe Ramires è riuscita a proporre concerti di eccellente valore artistico, confermandosi un prezioso riferimento nell’ambito del panorama musicale cittadino.

Ramires non ha mancato di salutare e ringraziare il pubblico, ricordando che deve essere ancora recuperato un concerto, e che è in programma una mini-stagione estiva, i cui concerti si terranno presso lo splendido Castello di Oliveri, location già utilizzata l’anno scorso con successo.

Protagonista della serata innanzitutto la grande musica di Mozart, ma anche musica contemporanea di Morricone, Nogara e Jenkins.

Il concerto è iniziato Con l’”Allegro” dalla “Serenata in sol maggiore Eine Kleine Nachtmusik” K 525 (una piccola musica notturna), il brano probabilmente più popolare di Mozart e uno dei più celebri dell’intero repertorio della musica classica. Vittima della sua stessa popolarità, utilizzato, in tutti i suoi movimenti, in pubblicità, suonerie telefoniche, ecc., massacrato in tutti i modi possibili – mi è capitato, da piccolo, di ascoltarne il minuetto addirittura al circo, in uno spettacolo di clown – tale utilizzo smodato non è però riuscito a scalfirne la sorprendente freschezza, l’eleganza ed il perfetto equilibrio formale.

Nel 700’ si era soliti eseguire serenate e divertimenti con piccole orchestre all’aperto, in giardini o cortili, in occasione di varie ricorrenze. Queste serenate ci restituiscono frammenti di un mondo perduto, e la Serenata in sol maggiore Eine Kleine Nachtmusik K 525, l’ultima composta da Wolfgang Amadeus Mozart, nei suoi celebri quattro movimenti, ne rappresenta un fulgido esempio di miracolosa freschezza e si fa ascoltare sempre con gioia. Composta negli ultimi anni della sua brevissima ma straordinaria parabola artistica, il brano è l’emblema di quella che viene definita la seconda giovinezza mozartiana, ove, dietro l’apparenza di “facilità”, si cela una consumata perizia tecnica: tutto è equilibrato e perfetto, non una nota fuori posto, e ciò vale in particolare per il primo movimento “Allegro” con il suo piglio irresistibile. Tanto è popolare questo capolavoro, quanto è invece misteriosa la sua genesi, della quale non sappiamo praticamente nulla, se non che il brano fu composto a Vienna il 10 agosto del 1787, due mesi prima di “Don Giovanni”.

L’orchestra, composta davvero da giovanissimi musicisti, pur denotando ancora un affiatamento da rifinire – il suono talora non è sembrato unitario negli unisono – ha offerto una esecuzione più che dignitosa, anche se forse un po’ rallentata e non troppo briosa.

L’“Ave Verum Corpus”, K 618, di cui gli Archi della Massimo Youth Orchestra hanno eseguito ovviamente una versione per soli archi, rappresenta una delle più celebri e sublimi pagine di Mozart: Si tratta di un breve mottetto, scritto dal compositore austriaco nell’ultimo anno della sua breve vita, sul quale è stato scritto che, anche se fossero andate perdute tutte le altre sue opere, e ci fosse pervenuto solo l’Ave Verum, ciò sarebbe bastato per darci l’idea dello straordinario genio di Mozart. In effetti è stupefacente come, con mezzi semplicissimi, il grande musicista sia riuscito a creare qualcosa di così profondo, un brano che Paumgartner definì “La più alta opera d’arte che Mozart abbia scritto”. Buona l’esecuzione dell’Orchestra, anche se la mancanza del mistico e soave coro di voci bianche previsto da Mozart si è fatta sentire.

Alla prima giovinezza mozartiana risale invece il Divertimento in re maggiore K. 136, altro esempio di miracolosa freschezza. Composto a Salisburgo nel febbraio del 1772, a soli sedici anni, quando Mozart si preparava ad affrontare il suo terzo viaggio in Italia, il Divertimento presenta tratti già romantici, con quei passaggi di tonalità da maggiore a minore, tipici dei suoi grandi capolavori, ed insieme parti contrappuntistiche, tipicamente tedesche. I cinefili lo ricorderanno anche come una delle colonne sonore del film “La mia Africa”. Nell’esecuzione del Divertimento l’Orchestra d’archi della Massimo Youth Orchestra è stata decisamente più convincente, eseguendo il brano con la opportuna verve e leggerezza.

In luogo del previsto ’”Adagio” di Samuel Barber, i musicisti hanno eseguito il celebre e bellissimo “Intermezzo” di Mascagni dalla “Cavalleria Rusticana”, molto apprezzato dal pubblico.

L’Orchestra d’archi ha poi omaggiato Ennio Morricone con due fra i suoi brani più celebri e toccanti: “Deborah’s Theme” dal film “C’era una vola in America” di Sergio Leone, e “Love Theme”, colonna sonora del film Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, due temi, per chi ha visto questi lungometraggi, indimenticabili, ed eseguiti in maniera eccellente.

Dopo l’esecuzione di due brani contemporanei molto celebri (e molto applauditi), “Kids Tango”, di Nogara, dall’accentuata e trascinante forma ritmica, e “Palladio”, di Jenkins, concerto grosso ispirato all’architetto italiano, gli Archi della Massimo Youth Orchestra hanno concluso il concerto bissando l’”Allegro” della “Eine Kleine Nachtmusik”.

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