La gestione idrica in Sicilia fa acqua da tutte le parti

La gestione idrica in Sicilia fa acqua da tutte le parti

Marco Olivieri

La gestione idrica in Sicilia fa acqua da tutte le parti

martedì 12 Agosto 2025 - 13:01

La Corte dei conti analizza le "gravi carenze strutturali" e i deficit a livello gestionale. Una delibera impietosa per quanto riguarda i ritardi della Regione

di Marco Olivieri

SICILIA – Cosa fa la Regione Sicilia per affrontare al meglio la crisi idrica e l’incubo della siccità? Per contrastare la cronica carenza d’acqua, insomma. Ora c’è un documento che affronta il tema con scrupolosità in 17 punti cruciali. Si tratta di una delibera di approvazione della bozza referto sulla “gestione dello stato di emergenza in relazione alla situazione di grave deficit idrico e alla criticità delle infrastrutture nel territorio regionale”. Una bozza approvata dalla sezione di controllo per la Regione siciliana della Corte dei conti, con presidente e relatore Salvatore Pilato. Il tutto per il contraddittorio con le amministrazioni interessate. La Camera di consiglio si è riunita lo scorso 16 luglio. In totale undici i magistrati coinvolti.

In primo piano la necessità di verificare “la regolarità, l’economicità, l’efficacia e l’efficienza della gestione delle risorse idriche in relazione agli stati di emergenza dichiarati nel lungo periodo (2000 – 2024) e alla situazione di grave deficit idrico e alla criticità delle infrastrutture nel territorio della Regione”. In sostanza,. emerge un quadro non confortante sul piano degli interventi strutturali, con serie lacune nella gestione. Per usare una facile formula: la gestione idrica in Sicilia fa acqua da tutte le parti. Con allarmanti ritardi.

Già nel 2023, citando i dati dell’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, “si sarebbe dovuto dichiarare lo stato di emergenza idrica, con l’immediata attivazione delle azioni necessarie intestate ai soggetti competenti”, rileva la Corte dei conti. “Tuttavia, soltanto nel 2024 la Giunta regionale ha adottato i conseguenti atti deliberativi”, nonostante i precedenti “pro memoria” di Leonardo Santoro, segretario generale dell’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia.

Già “nel 2021” abbiamo “analisi, studi, proiezioni, pianificazioni e dossier sulla siccità”. E si sarebbe dovuto intervenire in maniera più efficace decisamente prima.

“Carenza di manutenzione, fragilità strutturali” e tanta acqua che si perde

La delibera della Corte dei conti insiste sulla necessità di una programmazione strutturale. Esiste il problema siccità ma acuito dall’assenza di una gestione lungimirante. Si legge nel documento: “Con l’aggravarsi del quadro della crisi idrica, determinata dal costante svuotamento degli invasi dell’isola e dal depauperamento delle falde conseguente all’escavazione e attivazione di nuovi pozzi, l’Autorità di bacino ha aggiunto ai report settimanali quelli giornalieri, pubblicandoli quotidianamente nel sito istituzionale”.

Uno dei nodi principali indicati dalla Corte dei conti è dovuto alla carenza di manutenzione, con tanta acqua che si perde a causa dell’accumulo di detriti. Si legge sempre nella delibera: “Dei 45 grandi invasi artificiali esistenti sull’isola, sono attivi 38, dei quali 18 funzionanti a pieno regime senza condizioni, mentre 20 sono assoggettati a limitazioni di riempimento (10 per l’assenza del collaudo e 10 per ragioni di sicurezza imposte dall’Ufficio tecnico per le dighe di Palermo). Sette invasi, invece, sono attualmente fuori esercizio o in costruzione”.

E ancora: “L’Autorità di bacino riporta un volume di progetto totale degli invasi pari a 1,097,460,000 m3 di acqua. Tuttavia, come già esaminato nella parte istruttoria, le infrastrutture presentano un quadro generale di grave criticità, dovuta principalmente alla carenza di manutenzione. In questa situazione di fragilità infrastrutturale, in cui una parte rilevante del volume utile alla raccolta dell’acqua è perso a causa dell’accumulo di detriti dovuto alla mancanza di manutenzione, e un’altra parte del volume soggiace a importanti limitazioni di utilizzo da parte delle strutture ministeriali a ciò deputate, l’unica possibilità di
riempimento del volume residuo è rappresentata da piogge frequenti. In questo scenario, la situazione metereologica globale non appare la sola responsabile del grave deficit idrico che affligge l’isola”.

Tra enormi deficit strutturali, “elevata morosità, carenza di personale e mancata efficienza delle infrastrutture”

Insomma, perdiamo tantissima acqua e la Corte dei conti indica enormi deficit strutturali, oltre a un problema di elevata morosità. “Mancati collaudi, problemi di sostenibilità economica, gravi criticità e carenze strutturali e di sicurezza, carenza d’impianti e controlli, opere incompiute e inutilizzate”: sono alcuni dei problemi elencati.

Scrivono i magistrati: “Si chiedono chiarimenti in merito alla esatta individuazione delle misure d’intervento strutturale (ordinarie e straordinarie) programmate e/o in corso di attuazione sulle gravi carenze gestionali emerse in istruttoria, con riferimento alle grandi dighe e alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei relativi bacini idrografici”.

Entro settembre si procederà con il contraddittorio e gli enti regionali coinvolti saranno convocati. In particolare, la situazione delle dighe artificiali appare critica. E, in più, si riscontrano “le debolezze finanziarie dei gestori: la difficoltà di incasso dei volumi idrici erogati, dovuta in parte a perdite di rete elevate, allacci abusivi e morosità, si traduce in gravi criticità economico-finanziarie per i gestori, inclusa Siciliacque, comportando una riduzione delle risorse destinate alla manutenzione ordinaria e agli investimenti di rinnovo delle reti, e perpetuando i livelli elevati di perdite e la difficoltà nel mantenere l’efficienza delle infrastrutture”.

Tra le innumevoli note dolenti, “carenza di personale tecnico e lungaggini burocratiche e frammentazione delle competenze. Il sistema di gestione delle risorse idriche in Sicilia è estremamente stratificato, con numerosi enti (Dar, Consorzi di bonifica, Enel, Eni, Siciliacque, Ati, Comuni e società private) che gestiscono diverse parti del sistema (invasi, reti di adduzione, distribuzione). Tale parcellizzazione del sistema impedisce un’azione coordinata ed efficace”.

Per un’inversione di rotta, a livello politico, tecnico e burocratico, la strada è davvero lunga.

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3 commenti

  1. La siccità non è di destra.
    Il ponte si.
    Se ne occupi la sinistra quindi.

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  2. Crisi idrica, impianto fatiscente, strade distrutte, ferrovia da terzo mondo etc , e lo stato che fa? Vuole spendere miliardi dei contribuenti senza neanche chiedere al popolo se lo vuole. Siamo davvero nel mondo al contrario!!!

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  3. SACROSANTE PAROLE IN QUESTO ARTICOLO, A COMINCIARE DAL TITOLO….ABBIAMO UNA GRAVE CARENZA D’ ACQUA E LA POPOLAZIONE NE RISENTE …MI CHIEDO, DOVE LA VOGLIONO PRENDERE PER I FUTURI LAVORI DEL PONTE????? DAL MARE,DAL CIELO,O DALLA 🌎 ?????CHI MI RISPONDE?????

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