La rara supercella tornadica nello Stretto di Messina, in 4 ore la pioggia di 1 mese

La rara supercella tornadica nello Stretto di Messina, in 4 ore la pioggia di 1 mese

Daniele Ingemi

La rara supercella tornadica nello Stretto di Messina, in 4 ore la pioggia di 1 mese

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lunedì 03 Febbraio 2025 - 17:39

L'analisi. Ieri una violenta ondata di maltempo si è abbattuta sulla Sicilia nord-orientale, fra alto catanese e messinese

METEO MESSINA – Ieri una violenta ondata di maltempo si è abbattuta sulla Sicilia nord-orientale, fra alto catanese e messinese, dove si è sviluppato un pericoloso temporale autorigenerante, che ha assunto le caratteristiche della classica “v-shaped storm”.

Dopo aver investito l’area di Catania, poco prima dell’alba, il sistema convettivo è risalito verso nord, rigenerandosi poco a sud dello Stretto di Messina, stazionando sul versante orientale dei Monti Peloritani per diverse ore. Proprio in questa fase la “v-shaped storm” si è ingrossata, nutrendosi dalla grande quantità di vapore acqueo e dal Cape (Convective Available Potential Energy) fornito dal sostenuto flusso sciroccale, che dal basso Ionio risaliva verso le coste di Sicilia e Calabria. Inoltre il sistema si è sviluppato nell’area di massima divergenza del flusso in media troposfera, dove generalmente si formano i moti convettivi più violenti.

supercella nello Stretto
L’impressionante wall cloud che ieri mattina ha coperto lo Stretto oscurando il cielo.

Rarissima supercella tornadica sullo Stretto

Lungo il vertice della “V” che li caratterizza, questi temporali possono essere particolarmente cattivi, assumendo le caratteristiche di vere e proprie “supercelle temporalesche”.

Ossia, un grosso temporale dotato di moto rotatorio aspirato verso l’alto dalla corrente ascensionale del temporale roteante, il cosiddetto mesociclone. Temporali di questo tipo si osservano negli Stati Uniti o nelle pianure europee, durante la stagione primaverile ed estiva. Più rari sul mare.

Una di queste supercelle si è sviluppata all’interno della parte meridionale dello Stretto di Messina, causando forti grandinate (diametro anche di 5/6 cm), nubifragi e soprattutto la formazione di diversi tornado (tromba marina e tornado sono sinonimi) di chiarissima origine mesociclonica.

Fra la costa ionica del Messinese e lo Stretto di Messina se ne sono contati almeno cinque. Due di questi si sono formati nel paraggio di mare antistante i quartieri di Santa Margherita, Galati e Mili marina, rimanendo fortunatamente a una distanza di sicurezza dalla linea di costa. Altrimenti i danni sarebbero stati più ingenti. Ricordiamo che solo due settimana fa altri tornado hanno colpito la Sicilia, fra Siracusano e Catanese, causando anche dei danni a diverse abitazioni. Siamo al secondo episodio tornadico ad inizio anno, segno di come la statistica di questi fenomeni estremi stia cambiando (come previsto da molti articoli di letteratura scientifica).

supercella

Questi due tornado si sono sviluppati alla base di una spettacolare wall cloud, ossia un abbassamento rispetto alla base principale del cumulonembo. Le nubi nerissime di ieri mattina sulla città erano appartenenti alla wall cloud del temporale supercellulare (raro da noi, ma ora non poi così tanto).

Il suo sviluppo indica che la corrente discendente raffreddata all’interno del cumulonembo invece di dilagare al suolo dietro il temporale, viene richiamata all’interno del temporale stesso grazie al movimento rotatorio indotto dal mesociclone all’interno della supercella.

A coloro che fanno confusione fra tromba d’aria e tornado va ricordato che per la letteratura tornado e tromba d’aria sono sinonimi. L’unica differenza vera sta nel tipo di temporale che li ha prodotti: i tornado supercellulari e tornado non supercellulari. Quelli di ieri nello Stretto erano di carattere supercellulare, originati da un vero e proprio mesociclone.

Nell’area sud della città di Messina, inoltre, il passaggio del mesociclone ha prodotto anche forti raffiche di vento da varie direzioni, che hanno superato pure i 90/100 km/h. Oltre ai nubifragi la supercella, nata sullo Stretto, ha prodotto grandinate estreme per la climatologia del luogo, con chicchi di taglia media, fino alla fascia costiera di Messina.

piogge alluvionali
Le piogge alluvionali cadute nel Messinese ieri. Dati del CentroIdro Sicilia.

L’alluvione lampo nel Messinese

Il temporale autorigenerante stazionando per diverse ore sull’area dei Peloritani, con il vertice rimasto per varie ore sui monti dietro Taormina, grazie ai venti in quota da Sud-ovest si è disteso col proprio asse principale verso lo Stretto di Messina, riversando in pochissime ore sull’area dei Peloritani la pioggia che generalmente qui cade in 1 o 2 mesi.

In particolare nella zona Fra Calvaruso e Saponara è caduta in 4/5 ore la pioggia che cade in 2/3 mesi, con accumuli definitivi di 246,7 mm a Calvaruso e 221,8 mm a Saponara, mentre picchi di oltre 150 mm in poche ore sono caduti nelle zone collinari di Messina.

Parliamo di dati impressionanti, tipici di una alluvione lampo. Queste precipitazioni così estreme, cadendo su suoli già in parte saturi superficialmente (dopo le piogge di mercoledì scorso), hanno provocato l’istantanea piena di tutti i torrenti, sia sul versante ionico che tirrenico, oltre a importanti fenomeni di erosione, con innumerevoli frane e colate detritiche, che hanno interessato soprattutto le zone interessate da incendi recenti.

Temporali di questa intensità si possono prevedere?

La risposta è sì, ma con grandi limiti nello spazio e nel tempo. Sappiamo bene che i temporali colpiscono a carattere molto irregolare sul territorio, ed inoltre possono produrre fenomeni molto violenti (oltre alla pioggia pure grandine e forti raffiche di vento), ma circoscritti nello spazio e nel tempo. Possiamo prevedere con 24 ore di anticipo la loro formazione, ma ancora oggi non possiamo sapere il punto esatto, nel mare o nella terra ferma, dove partirà il temporale (per farlo dobbiamo conoscere ogni parametro fisico di una fetta di atmosfera spessa 12 km). Ecco perché su questo dovrebbe venire in aiuto la tecnica del now/casting, che in Sicilia non esiste, almeno istituzionalmente parlando.

Uno dei tornado avvistati ieri nello Stretto.

Come fanno da oltre 40 anni gli americani e tutte le agenzie meteorologiche europee, oggi grazie ai progressi della tecnologia è possibile seguire minuziosamente l’evoluzione meteorologica attraverso il now/casting, con l’osservazione in tempo reale dei satelliti meteorologici e dalle immagini dei radar (dove si monitora il passaggio dei sistemi temporaleschi, dei nuclei di pioggia o l’arrivo di precipitazioni nevose).

Queste attività oggi ci possono permettere di individuare, con diverse ore di anticipo, i punti dove si potranno creare le maggiori criticità in caso di eventi meteorologici particolarmente avversi. Lo scopo di questa tecnologia è quello di evitare vittime o che si vengano a creare situazioni pericolose. Inoltre in queste situazioni possono essere realizzati vari briefing meteorologici con le autorità in cui si valuta l’evoluzione dei fenomeni meteorologi in tempo reale. Questo include anche situazioni estreme, prodotte dal passaggio di venti tempestosi, forti mareggiate o intense nevicate fino a quote molto basse.

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Un commento

  1. Quindi, in sostanza, il cosiddetto servizio meteo regionale non indicherà mai in maniera corretta un’allerta rossa su Messina, semplicemente perchè non hanno le competenze e le conoscenze per comprendere i fenomeni della nostra area. Ma vi rendete conto che se quella di domenica scorsa fosse stata una giornata lavorativa normale, con scuole e tutte le attività aperte, la città si sarebbe bloccata completamente, migliaia di persone sarebbero state in giro e ci potevano scappare i morti? E questo sol perchè alla regione i meteorologi (!?!?!) non sanno capire lo stretto di Messina !?!! Ma dov’è la Procura della Repubblica di Messina, non legge gli articoli di stampa???

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