La "Regina del Peloro" torna a Palazzo Zanca: lo scultore Bonfiglio l'ha realizzata negli anni '30 - Tempostretto

La “Regina del Peloro” torna a Palazzo Zanca: lo scultore Bonfiglio l’ha realizzata negli anni ’30

Redazione

La “Regina del Peloro” torna a Palazzo Zanca: lo scultore Bonfiglio l’ha realizzata negli anni ’30

sabato 30 Settembre 2023 - 19:00

Restaurata e "inaugurata" al Comune dal sindaco Federico Basile, dall'assessore Enzo Caruso e dalla Sovrintendente Mirella Vinci

MESSINA – Il bozzetto della “Regina del Peloro” dello scultore Bonfiglio, realizzato negli anni ’30, fa capolino a Palazzo Zanca, dov’è stato inaugurato. Il sindaco Federico Basile, l’assessore alle Politiche culturali Enzo Caruso e la Sovrintendente Mirella Vinci hanno ringraziato il Kiwanis club Messina, presieduto da Angelo Caristi, e il titolare della società Italcase, che si sono prodigati nel reperire fondi per consentire il recupero dell’opera.

A restaurarla è stata la dottoressa Fedra Sciacca. Basile ha spiegato che “rappresenta un bell’esempio di cittadinanza attiva per il recupero della nostra storia in favore della collettività”.

L’opera

Il bozzetto del frontone del Palazzo Municipale, preziosa testimonianza del complesso decorativo della facciata di Palazzo Zanca, di proprietà comunale, rappresenta l’elemento centrale, raffigurante Messina, regina del mare, simbolo della città risorta dopo il terremoto, con fiaccola, tridente e delfini sullo sfondo, che nel timpano è affiancata dai mitici mostri Scilla e Cariddi.

L’opera fu realizzata intorno al secondo quarto del Novecento (1937) dallo scultore messinese Antonio Bonfiglio. L’opera finita, in pietra di Comiso, visibile sul frontone, è presentata in tutta la sua retorica rigidità, con un’impostazione ieratica ed idealizzante, tipica dell’arte di regime.

Lo scopo del restauro è consistito, sostanzialmente, in un recupero estetico che ha favorito una corretta lettura dei valori plastici e cromatici dell’opera e contemporaneamente ad arrestare l’azione dei fenomeni di degrado onde evitare un ulteriore aggravamento delle condizioni conservative.

Dall’altorilievo sono stati rimossi i prodotti della corrosione, mentre la patina è stata conservata in quanto dotata di valore storico, estetico e conservativo. Il risultato ottenuto ha permesso un miglior apprezzamento dell’opera, con i suoi volumi e caratteristiche cromatiche.

Un commento

  1. Marcella Millimaggi 1 Ottobre 2023 08:25

    Vorrei sapere quali sono i valori cromatici e le caratteristiche cromatiche posto che l’altorilievo destinato a fare da frontone è di un unico colore: quello della pietra su cui è stato realizzato.

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