La resistenza agli antibiotici un'emergenza sanitaria

La resistenza agli antibiotici un’emergenza sanitaria

Chiara Cenini

La resistenza agli antibiotici un’emergenza sanitaria

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domenica 01 Dicembre 2019 - 08:10

Messina- Il dibattito è stato organizzato dall'AMMI, associazione moglie medici

Un confronto tra specialisti,medici e studiosi, quello che si è tenuto nell’auditorium  dell’ordine dei medici  e odontoiatri di Messina per discutere sul tema dell‘emergenza sanitaria “Resistenza Antimicrobica ai farmaci.”

L’emergenza sanitaria

Il convegno, promosso dall’AMMI, associazione mogli medici italiani, ha avuto come obbiettivo quello di informare sul pericolo al quale siamo sottoposti ogni giorno, quando assumiamo farmaci con superficialità, abituando cosi’il nostro organismo a diventare resistente a tali sostanze. Ad aiutarci a comprendere quanto grande sia il problema,dopo il saluto della presidente e moderatrice dell’Ammi  la dott.ssa Rossellina Zamblera Crisafulli, “relatori d’eccellenza”.

Lo spiacevole primato della Sicilia

Ad aprire il dibattito il direttore della scuola di specializzazione in farmacologia e tossicologia  clinica del Policlinico Universitario di Messina Francesco Squadrito, che ha trattato il tema dell‘uso degli antibiotici in Italia mostrando lo spiacevole primato della Sicilia nelle classifica dei consumatori . Il direttore medico del Papardo Antonio Albanese  ha trattato il tema  “l’antibiotico resistenza”dal punto di vista dell’infettivologo e il direttore di pediatria e neonatologia del Papardo Angela Silvestro  l’antibiotico resistenza dal punto di vista pediatrico.

10 mila decessi l’anno in Italia

Un’urgenza da attenzionare subito, ha sottolineato la dott.ssa Zamblera Crisafulli,per i fattori allarmanti che si registrano su troppi casi, tanto da etichettare la resistenza farmacologica all’emergenza del terzo millennio. Le stime parlano di oltre 10 mila decessi l’anno solo in Italia, 33 mila in Europa, per infezioni che gli antibiotici non riescono piu’ a curare, batteri divenuti ormai sempre più forti e mutanti, dati  sconvolgenti e che sembrano espandersi a macchia d’olio,un allarme che se non attenzionato potrebbe divenire entro il 2050, la prima causa di morte nel mondo, come elencato dal prof. Squadrito,che ha sottolineato l’importanza di saper usare gli antibiotici solo se le motivazioni lo richiedono.

E’ basilare che i medici, in primis, seguano linee guida professionali che preservino il paziente da un uso smodato di farmaci per non incorrere in situazioni veramente gravi nelle quali gli antibiotici risultino inefficaci.Non a caso il picco massimo di uso di antibiotici, ha sottolineato il dottore, cammina di pari passo con l ‘annuale picco influenzale.

Le soluzioni

Le soluzioni che potrebbero evitare  l’evolversi del problema potrebbero essere quello di usare farmaci “inibitori” che aiutino gli antibiotici a svolgere bene la propria attivita’, utilizzare virus che andranno a porsi come  antagonisti dei  batteri, che da soli gli antibiotici non riescono più a contrastare,  usare polimeri Antimicrobici e batteri intestinali che sovrastino i batteri cattivi.

Abuso di farmaci in età pediatrica

Un dato ancora più allarmante, come ha chiarito la dott.ssa Silvestro, e’ quello che riguarda l’abuso di farmaci in età pediatrica, infatti, sono i bambini e sopratutto i genitori che vanno  principalmente attenzionati, troppe volte vengono somministrati antibiotici a bambini con semplici raffreddori che si potrebbero curare con latte caldo e miele ed una semplice giornata di riposo. Il compito del pediatra è quindi quello di “educare” ad un giusto utilizzo dei farmaci, il medico  avrà dunque l’importante ruolo di mediatore, da seguire pochi passi ma necessari :appropiatezza nel prescrivere da parte dei dottori, conoscenza del del problema e del farmaco, alleanza con i genitori, fiducia, comunicazione e dialogo territorio ospedale. Troppo pochi ha sottolineato la Silvestro, i farmaci pediatrici a disposizione e troppo usati i farmaci per adulti nel bambino, la ricerca e la sperimentazione dovrebbe fare molto di piu’ in questo senso.

Un antibiotico giusto, alla dose giusta sul paziente giusto, e con un giusto periodo di somministrazione , come ha  illustrato nel suo intervento il dott. Albanese, potrebbero aiutare a non creare danni “un virus non dovrebbe mai essere curato come un batterio, la cosa potrebbe risultare un pericolo per l’organismo e sopratutto per l’innescarsi di resi

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